Guerra Ucraina? Con le sanzioni alla Russia fa festa il Venezuela. Il dittatore Maduro ringrazia Biden

Il blocco delle importazioni energetiche da Mosca crea dei paradossi inquietanti. Caracas era stato bollato come un regime criminale ma ora Washington ha bisogno di petrolio non russo. E l'economia di Maduro riparte

La guerra in Ucraina crea dei mostri. Non solo quelli più ovvi di cui si scrive ovunque, ma anche dei mostri a livello diplomatico, politico, retorico. Se ci fosse bisogno di capire che le mosse degli Stati Uniti, come quelle di chiunque d'altronde, sono dettate dai propri interessi, eccola qui: Washington sta in silenzio iniziando a rivalutare il Venezuela di Maduro. Definito un criminale sanguinario a capo di un regime criminale dagli stessi Usa non più tardi di qualche tempo fa, ora però dopo l'entrata in vigore dell'embargo sulle importazioni di petrolio dalla Russia (tema che spaventa tutti) l'America si accorge improvvisamente con grandi necessità di garantire da altre parti l'approvvigionamento necessario.

La guerra Ucraina spinge la riabilitazione del Venezuela di Maduro

Anche prima della guerra della Russia in Ucraina, il Venezuela aveva iniziato a produrre più petrolio. Nell'ultimo anno, ha raddoppiato la sua produzione a circa 800.000 barili al giorno. Anche se è una frazione dei 3 milioni che produceva negli anni '90, è abbastanza per sostituire i 199.000 barili al giorno che gli Stati Uniti importano dalla Russia nel 2021. Diverse raffinerie americane sono state costruite per elaborare specificamente il greggio venezuelano. 

Nonostante l'assenza totale di dialogo tra governo statunitense e governo venezuelano e nonostante l'ufficiale blocco dell'import di greggio venezuelano, qualcosa sotto traccia si sta muovendo. Il mese scorso sono stati in gran segreto a Caracas tre funzionari americani, che hanno incontrato Maduro in un incontro che lui ha descritto come "rispettoso". Tre giorni dopo l'arrivo della delegazione, il presidente Joe Biden ha annunciato il divieto delle importazioni di petrolio russo. "La tempistica suggerisce che il vero sforzo dell'amministrazione è quello di ottenere più petrolio", ha dichiarato Elliott Abrams al The Economist, che è stato rappresentante speciale per il Venezuela sotto Donald Trump.

Secondo i media venezuelani, il vice presidente Delcy Rodríguez e Felix Plasencia, il ministro degli esteri, hanno in programma di incontrare presto funzionari americani a Trinidad & Tobago. Il 14 aprile un gruppo di 25 economisti e leader civici venezuelani, la maggior parte dei quali si oppone al regime di Maduro, ha inviato una lettera a Biden sostenendo che le sanzioni dovrebbero essere allentate e che le compagnie petrolifere occidentali dovrebbero essere autorizzate a operare nuovamente nel paese.

L'amministrazione Biden insiste che non ha intenzione di riabilitare Maduro, che però intanto ha rilasciato due prigionieri americani che erano stati tenuti in ostaggio a Caracas e si è impegnato a tornare ai colloqui con l'opposizione venezuelana in Messico. Se Putin è il mostro, ora improvvisamente Maduro appare un po' meno brutto.