Covid, il delirio Shanghai fa tremare Xi Jinping ma anche il mondo: la Cina non sarà più la stessa

Quanto sta succedendo a Shanghai rischia di avere profonde conseguenze politiche, economiche, sociali e culturali non solo all'interno del gigante asiatico ma anche a livello globale

Il delirio di Shanghai rischia di avere gravissime conseguenze in Cina. E a tutti i livelli: sanitario, economico, politico. Ma anche a livello globale, con un mondo che presto potrebbe trovarsi di fronte un paese diverso da quello che aveva imparato a conoscere. Da diversi giorni i nuovi casi sono oltre ventimila ogni 24 ore, anche se la grande maggioranza sono asintomatici. I 25 milioni di abitanti sono di fatto prigionieri in un lockdown severissimo nel quale non è consentito uscire di casa per nessuna ragione. Il tutto nonostante diversi esperti ritengano che la strategia zero Covid non sia la più appropriata per fronteggiare Omicron. Molti non riescono tra l'altro ad avere a disposizione cibo, medicinali e altri beni di prima necessità.

Tutte le conseguenze del caos di Shanghai

Le regole severe stanno peraltro avendo ricadute sanitarie su tanti cittadini che non riescono ad avere accesso alle cure. La maggior parte dei medici è impegnata a svolgere i test anti Covid, impossibile prendere appuntamenti per chemioterapie, dialisi o interventi di qualsiasi tipo. I pronto soccorso richiedono un test negativo effettuato nelle ultime 24 ore, altrimenti si resta fuori. Come è rimasta fuori Lang Xianping, donna di 98 anni morta per un'insufficienza renale dopo aver atteso invano per ore all'ingresso di un pronto soccorso. Sprovvista del test, è stata lasciata fuori.

Gli effetti saranno rilevanti dal punto di vista economico. Come ha spiegato Caixin, se una città è sottoposta a un blocco totale per un mese, il traffico merci diminuisce del 54%. Inoltre, se una città subisce un blocco, i suoi scambi economici e commerciali con altre città saranno colpiti, il che avrà un effetto negativo sulle altre città. Inutile dire che Shanghai è una città chiave dal punto di vista economico e finanziario per la Cina e non solo, anche per l'Asia e il resto del mondo. Se i quattro centri economici più importanti del paese - Pechino, Shanghai, Guangzhou e Shenzhen - venissero chiusi contemporaneamente per un mese, il loro reddito reale in quel mese diminuirà del 61%, mentre il reddito reale nazionale nello stesso periodo diminuirà del 12% - che si tradurrebbe in un calo dell'1% del pil annuale. Se così fosse, raggiungere l'obiettivo di crescita annuale di circa il 5,5% potrebbe diventare molto difficile. 

Ma attenzione perché il mancato raggiungimento dei target economici, insieme all'impatto sanitario e sociale sulla popolazione, potrebbe creare anche turbolenze politiche. L’amministrazione di Shanghai, nell’ambito della politica cinese, è notoriamente considerata una rampa di lancio per una carriera di successo: Li è quindi uno dei candidati papabili per un seggio all’interno del Comitato permanente del Politburo. O forse sarebbe meglio coniugare il verbo in maniera diversa: era uno dei candidati papabili. Possibili effetti anche il governo centrale, anche se Pechino cercherà come già fatto nelle passate occasioni, di individuare i responsabili locali incanalando il malcontento nella loro direzione.

Ma Shanghai è altra cosa rispetto a Xi'an o Jilin. È altra cosa anche rispetto a Wuhan. Non tanto dal punto di vista sanitario, quanto proprio dalla sua collocazione nella sfera globale. La diffusione delle immagini di quanto sta accadendo è stata così vasta proprio perché Shanghai ospita da sempre una folta comunità internazionale composta peraltro da molti manager e imprenditori. Gli stessi cinesi di Shanghai hanno un senso di alterità rispetto alla popolazione di altre zone dell'immenso paese asiatico. Ecco perché quanto accade a Shanghai non resta solo a Shanghai e può avere un impatto duraturo non solo sulla percezione generale che la Cina ha di se stessa, ma anche della percezione generale che il mondo ha della Cina.