Pakistan, fatto fuori il premier Khan (vicino a Putin e Xi): "Complotto Biden". Torna il filo Usa Sharif

Il primo ministro sfiduciato da un'improvvisa mozione nata da un voltafaccia di uno dei partiti della coalizione. Secondo il leader politico si tratta di un piano "da guerra fredda" degli Stati Uniti

Imran Khan è stato "fatto fuori". Un voto di sfiducia ha costretto il premier del Pakistan a farsi da parte. Come raccontato la scorsa settimana, Khan denuncia ingerenze americane. E al suo posto arriva Shahbaz Sharif, fratello dell'ex premier filo statunitense. "Fatto fuori" dopo anni in cui, secondo alcuni osservatori, ha spinto Islamabad verso Mosca e ancor più verso Pechino, storica 'amica', allontanandola dall'Occidente, dalla difficile alleanza con gli Usa - negli anni più recenti in nome della lotta al terrorismo - segnata dalla sfiducia, dalle accuse a Islamabad di giocare su più fronti e dalla retorica anti-Usa spesso strumento per la politica pakistana.

Che cosa c'è dietro la rimozione del premier del Pakistan

Khan denuncia di essere stato "fatto fuori" dopo che mentre si susseguivano le condanne per l'invasione russa dell'Ucraina, si era recato in Russia per una visita di due giorni e un incontro con Vladimir Putin, concluso con l'annuncio di un accordo per l'importazione di due milioni di tonnellate di grano e l'acquisto di gas naturale. Il Pakistan è stato poi tra i Paesi che si sono astenuti al voto all'Assemblea generale dell'Onu contro l'invasione russa dell'Ucraina. Questo, insieme ai rapporti privilegiati con la Cina di xi Jinping, costituiscono il "casus belli" per il quale la Casa Bianca avrebbe agito per metterlo da parte, secondo i suoi sostenitori.

Khan ha infatti accusato gli oppositori di essere pedine di un presunto complotto a guida Usa per allontanarlo dal 'trono' per non aver sostenuto abbastanza gli obiettivi della politica estera americana. Al centro delle affermazioni dell'ex star del cricket uno scambio privato che ci sarebbe stato tra pakistani e americani in cui gli ultimi avrebbero manifestato disappunto per le ultime mosse in politica estera di Khan. Affermazioni, quelle di Imran Khan, appoggiate dalla diplomazia di Mosca che condannava "l'inteferenza vergognosa" degli Stati Uniti nelle questioni politiche del Pakistan per "obiettivi egoistici".

Il governo targato Khan ha sempre parlato di una "politica estera equilibrata e indipendente" con i cittadini pakistani al centro e per l'ex star del cricket che ha bollato gli oppositori come "traditori" in virtù delle accuse sul presunto complotto a guida Usa, questo - conclude l'analisi - potrebbe non essere stato abbastanza per restare al potere ma potrebbe essere un'arma alle prossime elezioni. 

Intanto la Cina si muove a tutela del rapporto bilaterale parlando di "solida amicizia". Pechino si è detta fermamente dedita a mantenere rapporti amichevoli con il vicino asiatico, invitando però il paese a "salvaguardare la stabilità generale e lo sviluppo del paese". La relazione tra Pakistan e Cina è stata più volte descritta dal presidente cinese Xi Jinping come una “fratellanza di ferro”, mentre il Pakistan descrive il rapporto con Pechino come “più alto dei monti, più profondo dei mari e più dolce del miele”.

Diversi analisti confermano che il cambio di potere ai vertici pakistani non dovrebbe comportare grandi sconvolgimenti nelle relazioni bilaterali tra Cina e Pakistan, considerato che i buoni rapporti tra i due paesi sono intrecciati su diversi piani, da quello militare a quello commerciale. Ma diversi osservatori notano come la nuova leadership pakistana potrebbe voler ricucire i rapporti con gli Stati Uniti e con l’India, servendo potenzialmente così da ponte tra Pechino e i due rivali.