Massacro di Bucha, il ministro russo Lavrov: "Messa in scena Occidente". Zelensky: "I colloqui proseguano"
Il ministro degli Esteri russo nega la responsabilità per il massacro vicino a Kiev e il presidente dell'Ucraina continua a voler perseguire la via diplomatica
Dopo il massacro di Bucha continuano ad arrivare le reazioni su quanto accaduto da entrambi i fronti: se il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov nega ogni responsabilità e bolla l'accaduto come "una messa in scena dell'Occidente e dell'Ucraina sui social network", il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua a tendere una mano per la soluzione diplomatica: "Come presidente, devo cercare di portare avanti un negoziato. Ogni guerra deve finire". Dopo l'orrore nel piccolo villaggio nel distretto di Kiev, con cadaveri di civili sparsi per le strade e centinaia di cadaveri trovati in almeno due fosse comuni, la Russia continua fermamente a negare ogni tipo di coinvolgimento in quello che potrebbe diventare lo spartiacque della guerra in Ucraina.
Bucha, il ministro russo Lavrov: "Messa in scena Occidente"
Dopo il comunicato di Mosca e la ricostruzione del presentatore della tv di Stato russa Vladimir Soloviov, secondo cui i cadaveri mostrati nelle immagini erano falsi, oggi è arrivata la dura presa di posizione del capo della diplomazia russa, Sergej Lavrov: "La situazione a Bucha è una messa in scena dell'Occidente e dell'Ucraina sui social network. L'altro giorno, è stato effettuato un altro falso attacco dopo che le truppe russe se ne erano andate dalla zona secondo i piani", il commento del ministro degli Esteri all'agenza russa Tass.
Posizione diametralmente opposta, ovviamente, rispetto a quella del leader ucraino Zelensky, che tuttavia non sceglie di sbarrare la strada della diplomazia: "È difficile dire come, dopo tutto quello che è stato fatto, possiamo avere qualsiasi tipo di negoziato con la Russia. Questo è a livello personale. Ma come presidente, devo farlo. Ogni guerra deve finire".
Massacro di Bucha, Zelensky: "I colloqui proseguano"
Sempre da Kiev, però, arrivano altri dettagli sulla cittadina alle porte della capitale teatro dei crimini di guerra. L'esercito ucraino riferisce di una stanza per le torture ricavata in un sanatorio per bambini chiamato "Radiant", che sarebbe stata usata dai russi nei giorni dell'occupazione. Nella stanza, sarebbero stati ritrovati i cadaveri di cinque civili con le mani legate dietro la schiena, stesso dettaglio mostrato dalle fotografie delle vittime ritrovate per le strade della cittadina.
Intanto sull'altro fronte, secondo quanto riferito dal Guardian Mosca starebbe reclutando altri 60mila soldati per ricostituire le unità perse finora in guerra. La riorganizzazione dell'esercito sarebbe funzionale a un ritiro dal settore nord-orientale per concentrare gli sforzi nella regione del Donbass e lungo tutta la fascia costiera dell'Ucraina.