Guerra Russia Ucraina, parla il capo degli Illuminati: "E’ tempo che la ragione prevalga"
Intervista esclusiva a Giuliano Di Bernardo
Giuliano Di Bernardo, docente di filosofia all’Università di Trento, è stato Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia (GOI) dal 1990 al 1993. Iniziato nel 1961 nella Loggia bolognese “Risorgimento-8 Agosto” (GOI), nel 1988 (a soli 49 anni di età) viene ammesso nel Supremo Consiglio del 33° ed ultimo grado del Rito Scozzese Antico e Accettato (RSAA). Dopo qualche anno si dimette dal Supremo Consiglio. Poi nel 1993 lascia il GOI e fonda la Gran Loggia Regolare d’Italia (GLRI) ottenendo il prestigioso riconoscimento della Massoneria di Londra (United Grand Lodge of England – UGLE) e di altre Grandi Logge del circuito filo-inglese. Nel 2002 Di Bernardo lascia la GLRI e la Massoneria ma senza smettere di essere massone. In quell’anno fonda a Trento una nuova associazione iniziatica, l’ “Accademia degli Illuminati”, o “Ordine degli Illuminati”, o “Dignity Order” con sede a Vienna. Il Dignity Order ha Gran Priorati in Italia, Ucraina, Slovacchia, Serbia. Dal 2002 Di Bernardo è Gran Maestro dell’Ordine degli Illuminati.
D. Professore, la guerra in Ucraina continua e in Europa e in Italia vi è confusione. Cosa ne pensa?
R. E’ nella natura umana l’assuefazione alle vicende della vita, in positivo e in negativo. Negli anni Settanta, ci siamo assuefatti al sesso. Ciò che era stato un oggetto proibito del desiderio è diventato banalità e indifferenza. Abbiamo perso il senso dell’immaginazione riducendo tutto a puro atto materiale e meccanico. Così sarà anche per la guerra in Ucraina. Oggi inorridiamo alla vista di scene di violenza, domani ne saremo indifferenti. In questo teatro della vita, ciò che vedo è una babele di informazioni basate sulla propaganda di entrambi le parti in guerra e su una irrefrenabile emotività. Sembra che la ragione sia stata messa in soffitta.
D. Se si volesse esercitare la ragione, che cosa si dovrebbe fare?
R. Innanzitutto, uscire dal labirinto della quotidianità e fare il punto della situazione ricercando le cause degli eventi che stanno sconvolgendo il pianeta. Ne farò un elenco.
1. Ucraina, Georgia e Moldova dichiarano che avrebbero fatto formalmente richiesta per entrare in Europa e nella NATO.
2. Putin ammassa le truppe ai confini dell’Ucraina per fare esercitazioni congiunte con la Bielorussia. Chiede ai presidenti dell’Ucraina, dell’Unione europea, della NATO e degli Stati Uniti una Dichiarazione formale in cui s’impegnano a posporre l’ingresso dell’Ucraina nell’Unione europea.
3. La risposta è unanimemente negativa. La sua giustificazione è che il presidente ucraino ha il diritto di scegliere i suoi alleati. Quanta ipocrisia sta dietro il diritto all’autodeterminazione qui invocato. Nessun Capo di Stato in Europa ha mai preso in considerazione la possibilità che Putin potesse realmente occupare l’Ucraina. Perché è venuta meno la loro capacità di prevedere questo evento?
4. Il 4 febbraio Vladimir Putin e Xi Jinping, tre settimane prima dell’invasione dell’Ucraina, firmano un documento di collaborazione il quale, secondo George Soros, è più forte di un trattato.
5. Putin inizia l’invasione dell’Ucraina.
6. I Capi di Stato dei paesi europei reagiscono con forte preoccupazione e cercano di non irritare Putin per non arrecare un danno eccessivo alle loro economie. E’ stato sufficiente però un fischio di Biden per mettere tutti a cuccia dentro lo stesso recinto. Che straordinaria unità d’intenti!
7. Inizia la falsificazione della realtà. Si attribuisce a Putin la strategia della “guerra lampo”. Vorrei sapere quando, dove e con chi Putin ha detto di voler fare una guerra lampo. Come al solito, si parte da una premessa falsa o non convalidata per trarre false conseguenze. Una di queste riguarda la presunta potenza della resistenza ucraina che riuscirebbe a bloccare l’avanzata dell’esercito russo. Per aiutare la resistenza dobbiamo inviare armi. Così, partendo da una premessa non convalidata, si arriva a giustificare la più scellerata decisione dei nostri governanti. Se non comprendono che la pace non si ottiene con l’invio di armi, rischiano di trascinarci verso un precipizio che sarà la rovina di noi tutti. Perché nessuno pensa che la strategia di Putin non sia la guerra lampo ma un temporeggiamento? Putin dispone di un esercito che è il più preparato e meglio equipaggiato di quelli esistenti. Se volesse, conquisterebbe l’Ucraina in un battito d’ali. Un’altra falsificazione della realtà riguarda la convinzione dei nostri governanti che con le sanzioni metteremo in crisi l’economia russa e creeremo profondi disagi di povertà al popolo russo che prima o poi si ribellerà e caccerà il tiranno. Due sono le cose: o i vertici supremi dell’occidente ignorano l’alternativa “meravigliosa” di Putin o la conoscono e ce la nascondono. In entrambi i casi sono riprovevoli. Sto parlando della “Via della Seta”, la piattaforma economica, finanziaria e tecnologica predisposta e attuata dalla Cina in cui sono entrati tutti i paesi del pianeta che si trovano sotto l’influenza del governo cinese. E’ un sistema, del tutto indipendente da quello occidentale, che consente ai suoi membri di fare operazioni di qualsiasi tipo senza far ricorso al sistema bancario occidentale. Si suppone che, nel documento firmato da Putin e Xi il 24 febbraio, sia contenuta una clausola mediante cui, in caso di estrema difficoltà con l’occidente, la Russia entrerà a far parte della piattaforma cinese. Questo significa che le sanzioni dell’Europa e degli Stati Uniti non procureranno alcun danno a Putin ma saranno una rovina per l’Occidente. Nel Consiglio dei Capi di Stato dell’Unione europea tenutosi ieri a Bruxelles con la partecipazione del presidente Biden, è stata ribadita all’unanimità la volontà di aumentare le sanzioni. Vogliamo proprio spingere la Russia nelle mani della Cina? E poi? Restando all’interno della situazione attuale, sembra che Putin stia conducendo il gioco. Come risposta alle sanzioni, che dovrebbero indebolire il rublo, Putin ha chiesto che l’approvvigionamento delle fonti energetiche russe deve essere pagato in rubli. Il pagamento in rublo rafforza il rublo e vanifica le sanzioni. E’ possibile che l’occidente non comprenda che è Putin a dettare le regole del gioco? Come si può pensare che Putin abbia iniziato questa guerra senza avere le spalle coperte? Presentare Putin come il dittatore folle che sta conducendo una guerra personale non condivisa dal popolo e dai militari, avrà la tragica conseguenza per noi di subire le sue ritorsioni che ci renderanno sempre più poveri. Se guardiamo al di fuori dell’Europa, vediamo 35 paesi africani che non riescono più ad avere grano e cereali dall’Ucraina e dalla Russia, che coltivano il 25% della produzione mondiale, a causa della guerra. La produzione è interrotta e il porto di Odessa non è agibile. Per loro si prevede povertà e morte.
D. Dalla descrizione che lei ha fatto, sembra che la Cina sia il garante occulto di quanto sta facendo Putin. La Cina però dialoga con l’occidente per trovare una soluzione alla guerra.
R. Dialoga ma non interferisce. Dopo un interminabile colloquio con Biden, Xi ha detto che la guerra è sempre da evitare e che è compito di chi mette il cappio al collo quello di toglierlo. Ovviamente faceva riferimento agli Stati Uniti. La Cina rivendica la sua neutralità, ma intanto continua a occupare le regioni abbandonate dagli Stati Uniti. E’ di ieri la notizia che il ministro degli esteri della Cina ha fatto una visita ufficiale al governo dei Talebani a Kabul, per proporre una collaborazione economica, finanziaria e tecnologica. E’ stato accolto con grande entusiasmo. Così l’Afghanistan, gettato in un inferno umano dagli Stati Uniti e dall’Europa dopo aver portato il messaggio del liberalismo e della democrazia, è entrato a far parte della piattaforma “la Via della Seta”. Così faranno altri paesi di quella regione. Purtroppo, l’occidente esporta valori e democrazia, mai poi abbandona e delude.
D. Sembra di capire che lei considera la Cina come candidata più probabile per il dominio del mondo. Tutto ciò è dovuto al potere economico che la Cina esercita sul pianeta? Anche l’occidente, prima ancora della Cina, usa il potere economico con controllare i paesi che sono sotto la sua sfera d’influenza.
R. E’ vero. La differenza però non sta nel potere economico in sé ma nel modo di esercitarlo. In occidente, la politica ha ceduto il posto agli interessi di potenti gruppi economici, i quali invece di fare industria fanno finanza. Ne risulta un caos incontrollabile che periodicamente crea devastanti crisi economiche, con conseguente impoverimento della classe media. Tutto ciò favorisce la Cina governata da un regime che non solo vuole la leadership mondiale ma tiene l’economia sotto il suo controllo. In Cina non ci saranno crisi economiche. Per l’occidente, il capitalismo è il fine. Per la Cina è il mezzo. Vi è un’altra differenza: la Cina fa investimenti in Africa e nell’America latina e consente ai governi di ripagarli anche con le materie prime su cui ottiene uno sconto. Nessuna banca della piattaforma occidentale accetterebbe il pagamento in materie prime. La Cina così occupa gli spazi lasciati vacanti dall’occidente e accresce il suo potere.
D. Sarebbe interessante capire perché in Cina la politica è prioritaria rispetto all’economia.
R. La risposta va ricercata nel confucianesimo che è una concezione della vita in cui si ipotizza una mitica età dell’oro all’inizio della civiltà, da cui l’umanità sarebbe andata progressivamente decadendo, per arrivare all’epoca di Confucio caratterizzata da una grave crisi economica, sociale e morale. Per uscire da questa crisi, l’uomo dovrà far ritorno al passato per restaurare l’antica età dell’oro. Quali sono i mezzi per restaurarla? La pratica delle virtù e l’esercizio dello studio. Il confucianesimo crede in una società fortemente gerarchizzata, non solo nello stato ma anche nella famiglia e nel rapporto uomo-donna. Il miglioramento dell’individuo non è mai visto come fine a se stesso o in funzione di una ricompensa ultraterrena, ma sempre per il benessere della società in cui l’individuo vive. L’individuo realizza se stesso per realizzare lo Stato. Già da questo breve cenno, si comprende quanto forte sia questa visione etica della società per il popolo cinese negli ultimi 2.500 anni. Ciò che noi occidentali fatichiamo a comprendere è il confucianesimo è interiorizzato dai cinesi con profondo convincimento. Non è, come per le religioni monoteiste, una struttura che potrebbe anche non esserci. I cinesi, tranne una piccola minoranza, non considerano il loro presidente un dittatore ma un uomo saggio e illuminato che prende decisioni per il loro benessere e la loro felicità. I cinesi, tranne una piccola minoranza, sono felici di vivere nella loro società. Per questa ragione, ubbidiscono agli ordini che vengono impartiti loro, come ad esempio la messa in quarantena di città con decine di milioni di abitanti. La politica dello stato non cederà mai il posto all’economia e alla finanza come avviene in occidente. Qui sta il potere della Cina. Sarà proprio questo potere che le darà il dominio del mondo.
D. Ritornando alla guerra in Ucraina, quali previsioni fa circa i suoi sviluppi? Ci sarà un accordo? Se sì, su quali basi?
R. Questa guerra è come tutte le altre guerre: violenze, massacri e sofferenze indicibili. A coloro che stanno alimentando questa guerra assurda, consiglio di vedere le 82 incisioni sui disastri della guerra del pittore spagnolo Francisco Goya. La smettano di dire che inviano armi perché vogliono la pace. E’ un’ipocrisia intollerabile, come ha ammonito il pontefice la cui voce però è rimasta inascoltata. I nostri governanti hanno il dovere di far cessare la guerra, se vogliono evitare di ridurre in una povertà insostenibile molte regioni dell’Africa, se vogliono impedire il tracollo economico dell’Europa, se vogliono fermare migrazioni di masse e se vogliono allontanare l’incubo di una terza guerra mondiale che turba i nostri sogni. Tutti dichiarano che non vogliono una guerra totale ma nessuno può garantire che non si verifichi quell’assurdo incidente che la scatenerà. Questa guerra si poteva evitare se il presidente dell’Ucraina avesse accettato la richiesta di Putin di rinviare la sua ammissione nell’Unione Europea. L’attore, divenuto eroe per caso, ha rifiutato e l’occidente unito lo ha sostenuto. Adesso che la guerra sta producendo atrocità, soprattutto al popolo ucraino, egli è disposto a fare quella dichiarazione che prima aveva rifiutato. Ma Putin ovviamente non è più d’accordo e ha alzato il tiro. Io penso che Putin voglia porre, come condizione per far finire la guerra, la divisione dell’Ucraina in due parti, annettendo alla Russia quella orientale. Ma questa soluzione richiede la partecipazione non solo del presidente ucraino ma anche dell’Unione europea e degli Stati Uniti. Intanto, continua una guerra strisciante che produrrà terribili affanni. E’ tempo che la ragione prevalga.