Dagli Usa nuove sanzioni alla Russia: nel mirino di Biden oltre 300 membri della Duma
Secondo i media Usa il presidente Biden sarebbe pronto a disporre nuove sanzioni contro la Russia. Ad essere colpiti oltre 300 membri della Duma, la camera bassa del parlamento russo
Nuove sanzioni in arrivo per la Russia da parte degli Usa di Joe Biden. Lo hanno riferito al New York Times alcune fonti informate, secondo le quali il presidente degli Stati Uniti potrebbe entro poche ore disporre nuove sanzioni per centinaia di membri della Duma, la camera bassa del parlamento russo. La decisione ufficiale dovrebbe essere presa nella giornata di giovedì 24 marzo, a margine degli incontri di Bruxelles a cui Biden parteciperà. Su tutti il vertice dei paesi Nato, l'incontro con i leader del G7 e al Consiglio europeo sull'Ucraina.
Usa, Biden pronto a nuove sanzioni contro la Russia
Secondo quanto riferito dalle stesse fonti, le sanzioni saranno annunciate in coordinamento con l'Unione Europea e i leader del G7. La stessa Ue che nel frattempo sta ragionando sulla possibilità di varare un altro pacchetto di sanzioni nei confronti di Mosca. Nella bozza di documento che sarà presentato al tavolo del vertice europeo, si legge infatti che l'Unione "resta pronta a muoversi rapidamente per l’adozione di nuove sanzioni coordinate". Nello stesso documento si è inoltre parlato dei piani per fare fronte ai flussi dei profughi e alle loro necessità nel medio e lungo termine. Il Consiglio europeo si è mostrato inoltre d'accordo circa la costituzione di un Fondo di solidarietà per l’Ucraina e chiede che la sua preparazione venga avviata subito, continua la bozza
Sul tema delle sanzioni è tornato anche il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, ribadendo la visione di Mosca secondo cui quello che sta accadendo "ora non riguarda l'Ucraina, ma il desiderio degli Stati Uniti di dominare il mondo". Per Lavrov le sanzioni sarebbero dunque soltanto un metodo per "rimuovere l'ostacolo rappresentato dalla Russia sulla strada della costruzione di un mondo unipolare". Il problema dunque per il ministro "non è l'Ucraina", bensì "l'ordine mondiale in cui gli Stati Uniti vogliono essere l'unico stato sovrano e dominare". In questo contesto, l'invio "di forze di pace della Nato in Ucraina provocherebbe uno scontro diretto tra le forze armate della Federazione Russa e quelle dell'Alleanza atlantica".