La Russia lascia il Consiglio d'Europa. Lavrov: "Non sopporteremo le azioni sovversive dell'Occidente"

Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha annunciato l'addio al Consiglio d'Europa da parte della Russia: "Il corso degli eventi è diventato irreversibile"

Con una nota ufficiale la Russia ha annunciato giovedì il suo addio al Consiglio d'Europa. La decisione è stata comunicata dal ministro degli Esteri Sergei Lavrov, citato successivamente dall'agenzia Tass. Secondo Mosca, l'attuale corso degli eventi sarebbe "diventato irreversibile". La Federazione Russa non ha pertanto intenzione "di sopportare le azioni sovversive intraprese dall'Occidente, che spinge per un ordine basato sulle regole e sulla sostituzione del diritto internazionale calpestato dagli Stati Uniti e dai suoi satelliti".

La Russia lascia il Consiglio d'Europa

Come spiegato dal ministro degli Esteri, la presa di posizione russa arriva a seguito del comportamento tenuto dall'Europa e dalla Nato. Un atteggiamento che segue il "solco della distruzione del Consiglio d'Europa e dello spazio giuridico e umanitario in Europa". "I membri dell'Unione Europea e della Nato, che sono ostili nei confronti della Russia stanno abusando della loro assoluta maggioranza nel comitato dei ministri del Consiglio d'Europa". La Russia era entrata a far parte del Consiglio d'Europa nel 1996 e all'epoca la notizia era stata salutata come una manifestazione della volontà del paese di democratizzarsi dopo la fine dell'era sovietica.

Nella nota prosegue poi l'attacco all'Occidente: "La Russia non prenderà parte al tentativo di Nato e Ue nel trasformare la più antica organizzazione europea in un altro luogo dove vengono esaltati i mantra della supremazia e del narcisismo dell'Occidente. Lasciamo che si divertano tra loro senza la compagnia della Russia". Nella giornata del 25 febbraio, all'indomani dell'invasione russa dell'Ucraina, il Comitato dei Ministri aveva deciso di sospendere, con effetto immediato, la Russia dai suoi diritti di rappresentanza nel Comitato dei Ministri e nell'Assemblea Parlamentare. La Russia aveva peraltro già perso il diritto di voto in Consiglio nel 2014, a seguito dell'annessione della penisola di Crimea, riottenendolo però nel 2019, con grande sdegno del governo ucraino.