Il governo inglese congela i beni di Roman Abramovich: stop alla vendita del Chelsea
Il proprietario dei Blues è tra i 7 oligarchi russi sanzionati Oltremanica. Nei giorni scorsi Abramovich aveva annunciato la decisione di vendere il Chelsea. Ora la brusca frenata
Roman Abramovich è stato sanzionato e tutti i suoi beni, incluso il Chelsea, sono stati congelati. La decisione arriva dal governo inglese che oltre al 55enne russo ha messo nel mirino anche Igor Sechin, Oleg Deripaska e Dmitri Lebedev. Il club londinese grazie ad una particolare licenza potrà continuare a disputare le partite ma sono congelate qualsiasi vendita legata a biglietti e merchandising. Potranno assistere alle partite soltanto gli abbonati.
Sanzioni, Abramovich impossibilitato a vendere il club
Tale provvedimento impedisce anche al magnate di vendere il club. Abramovich aveva annunciato la cessione della società tramite un comunicato nei giorni scorsi. La decisione scaturita da cause di forza maggiori come lo scoppio della guerra in Ucraina. L'oligarca vicino a Putin è già da tempo nel mirino nel Regno Unito tant'è che non può più metterci piede per vedere le partite, una delle cause che lo hanno portato alla decisione della vendita del club. Ma con il conflitto in atto, il rischio sanzioni era alto e così oggi, giovedì 10 marzo, la decisione del governo inglese prima che il Chelsea possa trovare un nuovo compratore. Nei giorni passati si era parlato di interessamenti da parte di magnati turchi. Molti ci avevano visto un tentativo di rafforzare l'amicizia tra Mosca ed Erdogan. Il provvedimento assunto impedirà al Chelsea anche di fare mercato in estate (entrata e uscita) e di rinnovare i contratti in scadenza.
Nelle motivazioni indicate all'interno del documento ufficiale c'è un passaggio cruciale che definisce Abramovich "associato a una persona che è o è stata coinvolta nella destabilizzazione dell'Ucraina e nell'indebolimento e minaccia dell'integrità territoriale, sovranità e indipendenza dell'Ucraina, vale a dire Vladimir Putin, con cui Abramovich ha avuto stretti rapporti per decenni. Questa relazione d'interessi gli ha permesso di ottenere benefici finanziari o altre agevolazioni materiali da Putin e dal governo della Russia".
Ad Abramovich in pratica, si attribuisce la vendita dell'acciaio servito per costruire carrarmati russi impegnati nell'invasione del territorio ucraino. L'oligarca è azionista di maggioranza di Evraz, multinazionale che gestisce la vendita dell'acciaio con sede a Londra. Il premier Boris Johnson ha commentato: "Non ci possono essere più posti tranquilli per chi supporta i crimini di Putin. Queste sanzioni sono l'ennesima dimostrazione del nostro sostegno al popolo ucraino".