Patto segreto tra Russia e Cina per il dominio del mondo
Ancora un passo e apparirà chiaro che la Cina è d’accordo con Putin
D. Professore, nella precedente intervista ha dichiarato che esiste un accordo tra Cina e Russia per il controllo del pianeta Terra. Potrebbe fornire ulteriori spiegazioni?
R. Nelle analisi dei politologi sulla guerra in Ucraina, la Cina è il “convitato di pietra”: c’è ma se ne parla solo di sfuggita. Il “New York Times” ha fatto uno scoop: ha dimostrato che la Cina sapeva dell’attacco all’Ucraina e ha chiesto a Putin di attendere la fine delle Olimpiadi. Si ammette, quindi, che la Cina è coinvolta. Ancora un passo e apparirà chiaro che la Cina è d’accordo con Putin. La guerra di Ucraina potrà essere compresa solo se si partirà dal punto di vista di un patto tra Cina e Russia per il dominio mondiale.
D. Quali probabilità ha la Cina di diventare il Controllore del pianeta?
R. Tante. La ragione più importante risiede nella sua forma di governo che è la dittatura. L’attuale Presidente a vita può decidere senza il condizionamento di altri poteri dello Stato. Indubbiamente, è un vantaggio rispetto agli Stati democratici, ma non basta. Il potere assoluto del Presidente è rafforzato dal confucianesimo, che non è una religione come in occidente si crede. E’ proprio il confucianesimo che educa l’individuo subordinandolo all’autorità dello Stato. Dittatura e confucianesimo insieme fanno della Cina un pretendente importante per il dominio del mondo. Anche la Russia di Putin è su questa strada ma ha un sostegno più debole dalla Chiesa ortodossa.
D. Cina e Russia, quindi, sono alleate nella sfida geopolitica per il dominio del mondo. Sarà sempre così?
R. Al momento è così. Cina e Russia sono schierate contro Stati Uniti ed Europa. Se il blocco orientale dovesse vincere la guerra mondiale, ci sarebbe la partita finale tra Cina e Russia. Il vincitore governerà il mondo.
D. Ci sarà una guerra mondiale?
R. Sì, ma solo quando uno dei competitori avrà la certezza matematica di struggere senza essere distrutto. Prima di allora è pura propaganda. Che senso avrebbe distruggere il nemico per essere da esso distrutto? Sarebbe pura follia, che però non escluderei completamente.
D. Ritorniamo all’Ucraina. Come valuta le difficoltà dell’esercito russo per la conquista di Kiev?
R. L’esercito russo è, allo stato attuale, il più preparato e meglio equipaggiato del mondo. La Russia dispone di missili capaci di intercettare e abbattere i più potenti missili degli Stati Uniti. E’ possibile che un tale esercito sia fermato dalla resistenza ucraina? E’ bello pensarlo ma non è così. Se Kiev non è stata ancora conquistata, è solo perché Putin non lo ha voluto, per ragioni che riguardano la sua strategia. E’ strano come non si comprenda che il gioco è nelle mani di Putin.
D. Come giudica l’invio dell’Europa all’Ucraina di armi leggere e pesanti?
R: Un errore, per diverse ragioni. Innanzitutto, se si vuole la pace, non si inviano armi per rendere il conflitto più violento e duraturo. In secondo luogo, perché le armi devono arrivare a destinazione e i confini dell’Ucraina sono sempre più controllati dai russi. Infine, anche se arrivassero a destinazione, sarebbero distrutte dall’esercito russo.
D. Quindi lei pensa che il governo italiano abbia commesso un errore nell’inviare armi pesanti all’Ucraina?
R. Proprio così. Non ne vedo alcun vantaggio né economico né strategico, a meno che non sia il contentino dato al Presidente ucraino che accusa i suoi sostenitori Statunitensi ed Europei di averlo lasciato solo. Ma con le sole armi non si va da nessuna parte. Armi contro armi è l’Ucraina a perdere.
D. Da quel che dice, sembra che lei non creda nei valori del mondo occidentale. E’ così?
R. Certamente no. I valori dell’occidente sono esattamente i miei valori, che ho portato nel profondo della mia coscienza e li ho fatti assurgere a guida della mia condotta pratica. Ciò che voglio sostenere è che anche altri popoli, diversi da noi, hanno i loro specifici valori in cui credono, come noi crediamo nei nostri. Nei confronti di queste altre concezioni dell’uomo e della vita, noi dobbiamo assumere un atteggiamento di rispetto, come il principio di tolleranza ci ha insegnato da quando Locke ha scritto la “Lettera sulla tolleranza”. Dal giorno in cui sono entrato in Massoneria 60 anni fa, il principio di tolleranza è diventato un faro che ha sempre illuminato la mia vita. Di conseguenza, io riconosco alla Cina e alla Russia il diritto di avere la propria concezione del mondo, della vita e dell’uomo, nei confronti della quale io assumo il più assoluto rispetto. Per questo, io vedo nell’allargamento della NATO ad Est dell’Europa un pericoloso tentativo di violazione dei valori di altri popoli, con conseguenze che potrebbero essere disastrose.
D. Sì, ma noi abbiamo il diritto-dovere di esportare i nostri valori a popoli che non li conoscono.
R. E’ questa la tesi sostenuta alcuni giorni fa da un rinomato editorialista di “Il Corriere della sera”. E’ mai possibile che non si vedano le pericolose e inique conseguenza di tale affermazione? In primo luogo, dichiariamo che i nostri valori sono migliori degli altri. Su quale base e con quale giustificazione? Chi conosce la storia delle civiltà umane sa che, ogni volta che ci si arroga il diritto di possedere i valori migliori, si sono avute guerre sanguinose che tanto affanno hanno procurato all’umanità. Si pensi alla dichiarazione della Chiesa cattolica: “extra ecclesia nulla salus” (al di fuori della Chiesa non c’è salvezza) o al principio di purezza della razza proclamato da Hitler. I nostri valori li dobbiamo difendere fino all’estremo sacrificio della vita, ma non li dobbiamo mai usare come strumento per sottomettere popoli diversi da noi. Con loro, dobbiamo avere invece un reciproco rispetto che è condizione per una collaborazione sui progetti dell’umanità.
D. Se questi popoli, però, vogliono andare verso la NATO, hanno il diritto di farlo.
R. Sì, è vero ma non per l’Ucraina. L’Ucraina è un paese che frequento da circa 30 anni. La conosco in molti suoi aspetti ai massimi livelli. Sono stato amico dei primi due presidenti dello Stato: Leonid Kravciuk e Leonid Kuchma. Ho rifondato la Massoneria in Ucraina con il consenso entusiasta di Kuchma. Ho avuto alla mia obbedienza le massime figure della cultura, economia, politica, religione, comunicazione e servizi segreti. Fino al 2014, con la presidenza di Viktor Janukovich, i rapporti con la Russia sono stati di reciproco rispetto e di feconda collaborazione. In quel tempo, nessun ucraino pensava all’Europa e alla NATO. Questo stato di cose è stato violentemente infranto dall’ingerenza degli Stati Uniti negli affari interni dell’Ucraina. Per confermare quanto sto affermando, vi narro una mia esperienza personale. Era in corso la campagna elettorale per l’elezione del presidente dello Stato (si dava per certa la conferma di Janukovich). Il caso ha voluto che Henry Kissinger alloggiasse nel mio stesso albergo a Kiev. Trascorreva tutto il tempo a fare discorsi, incontri e dibattiti. Concludeva sempre allo stesso modo: liberativi dei russi e noi risolveremo tutti i vostri problemi e vi apriremo le porte del nostro mondo. Lo hanno preso in parola. Janukovich fu eletto ma si fece la rivoluzione “arancione” per detronizzarlo e cacciarlo. Da quel giorno in Ucraina ha avuto inizio uno stato di crisi politica, economica e sociale di cui oggi stiamo vivendo una fase di violenza e di distruzione.
D. Parlando di tolleranza, ha fatto riferimento alla Massoneria. Qual è il ruolo della Massoneria nel mondo in cui viviamo? E’ presente in Ucraina?
R. Sul ruolo della Massoneria nella società odierna, parlerò in altra occasione. Per quanto riguarda la Massoneria in Ucraina, ritengo opportuno informare che sono stato io a rifondarla nel 1998. In quell’anno, ho costituito la “Gran Loggia di Ucraina” e la “Gran Loggia di Moldova”, che erano fiori all’occhiello dei rispettivi governi. Si guardava alla Massoneria con fiducia e speranza. La narrazione massonica dell’Ucraina e della Crimea si trova nel libro “La mia vita in Massoneria” (Amazon, 2021) che spiega e giustifica le mie dichiarazioni sull’Ucraina.