Russia, Sangiuliano: “In Ucraina prove generali per Taiwan: la Cina sta esaminando la capacità di reazione dell’Occidente”
Gennaro Sangiuliano sulla guerra in Ucraina a Il Giornale d’Italia: “Tra Cina e Russia ci sono sei mila chilometri di condivisione: questo porta Putin ad agire sapendo di avere le spalle coperte, mentre il paese del Dragone ne approfitta per saggiare fino a dove è disposto a spingersi l’Occidente”
La guerra in Ucraina continua e con essa cresce la paura di una tregua più lontana del previsto. Supportato dalla Cina, non è chiaro fino a dove sarà disposto a spingersi Putin in questo conflitto, che Gennaro Sangiuliano definisce “una grande tragedia, fatta di tante piccole tragedie”. Marco Antonellis ha parlato di tutto questo con Sangiuliano, giornalista e direttore del TG2, in un’intervista per Il Giornale d’Italia.
La Cina rappresenta il vero convitato di pietra del conflitto tra Russia e Ucraina, eppure pochi finora l’hanno studiata attentamente. Cosa pensi a riguardo?
«Il secolo che stiamo vivendo sarà quello del confronto tra l’Occidente e la Cina. Il XX secolo ha visto le democrazie occidentali confrontarsi e vincere contro il nazifascismo e il comunismo. Oggi, invece, stiamo vivendo un’epoca in cui l’Occidente sarà chiamato a confrontarsi con la Cina, un paese fortemente comunista, ma anche un impero confuciano e ibrido tra comunismo e capitalismo di Stato».
«Rispetto a quello che sta accadendo in questi giorni, è importante sottolineare che Putin ha fatto un atto violento e inammissibile, perché è stata una palese violazione del diritto internazionale. Evidentemente, ha potuto farlo perché Pechino gli ha fornito una serie di garanzie, soprattutto in termini economici. Tra le righe delle ultime notizie, apprendiamo che la Cina compra il gas che Putin non vende più all’occidente. Tra Cina e Russia ci sono sei mila chilometri di condivisione: basta pensare che nel paese del Dragone sussiste una forte mancanza di donne, e per questo molti cinesi stanno sposando cittadine delle Federazioni Russe, creando una commistione anche sotto questo punto di vista. Putin agisce sapendo di avere le spalle coperte dalla Cina».
«Ciò che sta accadendo in queste ore in Ucraina è una sorta di prova generale di quello che potrebbe succedere a Taiwan: la Cina ha interesse a esaminare la capacità di reazione dell’Occidente. Biden è un presidente molto debole che i cinesi stanno osservano con attenzione, per capire in che modo reagirebbero gli americani se invadessero Taiwan. Biden certamente attacca Putin a parole, ma fa davvero pochi atti concreti. Nel frattempo, la Cina ne approfitta per fare una sorta di esame generale e saggiare fino a dove è disposto a spingersi l’Occidente».
La Russia in passato ha provato diverse volte a spaccare l’Europa cavalcando la Brexit e finanziando sovranismi e populismi. Qual è l’attuale rapporto tra i sovranisti, i populisti europei e la Russia? Potrebbe essere cambiare qualcosa oppure, terminato il conflitto, tornerà tutto come prima?
«Credo che i partiti conservatori europei siano allineati sulla linea europeista e atlantista a tutto tondo».
É vicina la tregua o il conflitto è destinato a continuare ancora a lungo?
«Una tregua è auspicabilissima, perché parliamo spesso di grandi aspetti geopolitici, ma prima di tutto in questa guerra sono in ballo delle vite umane. È in atto una grande tragedia, fatta di tante piccole tragedie. Ogni vita umana rappresenta il tutto dell’universo: quando muore una persona, muore un pezzo di noi stessi. Prima di ogni altra cosa, la tregua è auspicabile per evitare diciamo inutili spargimenti di sangue».
Prima dell’invasione, l’Ucraina era reduce da lotte intestine che le hanno consentito di avere un esercito molto ben addestrato. Tenendo conto di questo, cosa ha spinto veramente Putin a prendere una decisione così drastica e quasi avventata per uno stratega come lui?
«Putin è passato attraverso una sorta di regressione culturale e politica, non è più quello di vent’anni, ma è diventato un uomo chiuso in se stesso, che credo abbia una percezione errata della realtà. Viene spontaneo chiedersi che vuole fare dell’Ucraina. Sarebbe impossibile e sanguinoso pensare di controllare un paese che è due volte e mezzo Italia e ha 40 milioni di abitanti».
La Russia sta subendo pesanti sanzioni. Ad oggi il paese è squalificato agli occhi di tutto il mondo; emblematica da questo punto di vista la decisione di Abramovich di vendere il Chelsea in poche ore.
«Per comprendere meglio il quadro della situazione, basta osservare quali paesi hanno votato a favore della Russia: sono la Corea del Nord, Bielorussia, Siria e l’Eritrea, le nazioni dell’assolutismo per eccellenza».