Ucraina, Macron chiama Putin e Zelensky: "Sosteniamo cessate il fuoco immediato"

Il presidente francese Emmanuel Macron ha sentito il suo collega russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky: ecco cosa hanno deciso. Ma gli Usa non sono convinti

Vladimir Putin e Emmanuel Macron, dopo una chiamata durata un'ora e 45 minuti, si sono detti "d'accordo sulla necessità di lavorare ad un cessate il fuoco nell'Ucraina Orientale". Lo ha reso noto l'Eliseo. Domenica 20 febbraio 2022 il presidente francese ha avuto un colloquio telefonico anche con il suo collega ucraino, Volodymyr Zelensky. Quest'ultimo, sul proprio profilo Twitter, ha ribadito il medesimo concetto. D'altra parte però il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha commentato: "Da quanto vediamo, tutto sembra suggerire che siamo sull'orlo di un'invasione. Noi crediamo infatti che Putin abbia preso la sua decisione, ma fino a quando i tank non si muovono davvero e gli aerei sono in volo, Joe Biden ha deciso che utilizzeremo tutte le opportunità e ogni istante a nostra disposizione per verificare se la diplomazia può ancora dissuadere il presidente russo dall'andare avanti".

Ucraina, sale la tensione: bombardamenti nella notte 

Le forze armate ucraine hanno bombardato per tutta la notte sei aree popolate nell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. Lo afferma - riferisce la Tass - la missione della DPR presso il Centro congiunto per il controllo e il coordinamento (JCCC). "La Russia può lanciare un attacco contro l'Ucraina in qualunque momento". Lo fa sapere la Casa Bianca, sulla base degli aggiornamenti che riceve dagli esperti del team per la sicurezza nazionale presenti sul territorio. Il presidente Joe Biden, in contatto con la vice Kamala Harris a Monaco, ha convocato una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale. Gli osservatori hanno registrato oltre 1.500 violazioni del cessate il fuoco. Uccisi due soldati di Kiev nel Donbass

Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky a Monaco: "Noi siamo lo scudo dell'Europa contro l'esercito russo. Difendeteci o faremo da soli". I separatisti filo-russi nell'est dell'Ucraina chiamano la popolazione alla 'mobilitazione generale', denunciando che le forze di Kiev sono "in piena allerta da combattimento", mentre nella notte, scrive la Tass, numerosi attacchi con artiglieria pesante avrebbero raggiunto Donetsk e altre città dell' autoproclamata Repubblica popolare filorussa.

La Russia sta preparando "la più grande guerra europea dal 1945": è quanto suggeriscono i fatti di questi giorni secondo il primo ministro britannico Boris Johnson, che lo ha detto in un'intervista alla BBC. "Tutto prova che il piano è già in qualche modo iniziato". Secondo quanto risulta all'intelligence, l'intenzione della Russia, ha aggiunto il capo del governo del Regno Unito, parlando da Monaco dove partecipa alla conferenza sulla sicurezza, è di invadere il Paese per circondare la capitale Kiev. "La gente ha bisogno di capire quanto questo potrebbe costare in termini di vite umane", ha osservato. 

Charles Michel: sanzioni per Mosca

Nel caso di un attacco russo all'Ucraina, il presidente europeo Charles Michel vuole convocare immediatamente un consiglio dei capi di stato e di governo dell'Ue. Lo ha detto lui stesso intervenendo alla conferenza di sicurezza di Monaco. In questa sede, ha spiegato Michel, si accerterà che si sia tutti concordi sulle sanzioni da comminare a Mosca. "Crediamo che Putin abbia preso la sua decisione. Punto", ha ribadito la vicepresidente Usa, Kamala Harris, durante un briefing con la stampa sulla conferenza sulla Sicurezza di Monaco. Secondo Harris, l'Europa è sull'orlo di una possibile "guerra". 

Non si è fatta attendere la risposta del Cremlino: la Russia non ha alcun piano per l'invasione dell'Ucraina e ''non ha mai attaccato nessuno nella sua storia'', ha detto il portavoce Dmitrij Peskov, affermando che, essendo ''sopravvissuta a tante guerre, la Russia è l'ultimo Paese in Europa che ha anche solo voglia di parlare, di pronunciare la parola 'guerra'''.

Attacco a Donetsk

Secondo il rapporto, pubblicato sul canale Telegram della missione, le città di Dokuchayevsk, Oktyabr, Sosnovskoye, Aleksandrovka e Spartak sono state bombardate tra le 21:04 e le 23:52 ora di Mosca. Donetsk è stata bombardata alle 00:03 di domenica e i colpi hanno preso di mira la fabbrica di prodotti chimici. La situazione lungo la linea di contatto nell'Ucraina orientale è peggiorata la mattina del 17 febbraio. La DPR e la LPR hanno riportato alcuni dei bombardamenti più intensi degli ultimi mesi da parte delle forze di Kiev. Il bombardamento ha danneggiato alcune strutture civili.

Ieri sono state inoltre segnalate almeno 49 violazioni del cessate il fuoco da parte delle forze armate ucraine nel territorio della repubblica separatista di Lugansk. "In alcune di esse ono state utilizzate armi pesanti", ha affermato la missione nel suo canale sTelegram. Gli attacchi hanno preso di mira 27 aree residenziali della repubblica. Venerdì, i leader delle Repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk, Leonid Pasechnik e Denis Pushilin, hanno annunciato l'evacuazione degli abitanti delle repubbliche in Russia, adducendo la crescente minaccia di ostilità. Mentre ieri hanno chiamano la popolazione alla 'mobilitazione generale' nelle repubbliche.

L'Unione europea, intanto, insiste con la Russia perché riduca l'escalation in Ucraina con un ritiro "sostanziale" delle truppe dai confini fra i due Paesi. È quanto si legge in una nota diramata in tarda serata dall'alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Josep Borrell. La presenza di cospicue truppe è per il capo della diplomazia europea "motivo di grave preoccupazione", "aggravata dall'aumento delle violazioni del cessate il fuoco lungo la linea di contatto in Ucraina orientale negli ultimi giorni".

NATO: "Russia pianifica attacco su larga scala"

Secondo la Nato "tutti i segnali indicano che la Russia stia pianificando un attacco all'Ucraina su larga scala". "Le truppe non vengono ritirate come dice la Russia e nuove truppe si aggiungono", ha affermato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, aggiungendo che vi sono indicazioni di tentativi russi di creare un pretesto per l'attacco. Stoltenberg si è detto comunque sempre a favore di una soluzione negoziata. "Vogliamo che la Russia cambi direzione e si sieda al tavolo con noi", ha sottolineato.