Russia-Ucraina, il portavoce del Cremlino: "Dialogo tra Mosca e USA a un livello bassissimo"

Sale la tensione tra Russia e Ucraina. Sul dialogo tra Mosca e Washington, Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino afferma che esistono canali di dialogo, ma "siamo ad un punto molto, molto basso"

Sulla crisi Russia-Ucraina, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov afferma che esistono alcuni canali di dialogo tra Mosca e gli USA, ma a un "livello bassissimo". La Bbc riporta alcune dichiarazioni del portavoce del Cremlino rilasciate ai media russi, in cui afferma che, quando si tratta di "rapporti bilaterali, si può parlare solo in negativo. Siamo a un punto molto, molto basso", dichiara Peskov. Il portavoce, però, sottolinea anche un aspetto miglioramento, poiché i presidenti dei due Paesi "parlano, c'è un dialogo su altri fronti", mentre "solo un paio di anni fa non c'era dialogo e contatti di questo tipo".

Ucraina, il presidente invita Biden a visitare Kiev

Nonostante tutti i campanellini d'allarme che portano a pensare ad un probabile attacco russo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è sempre mostrato calmo e rassicurante verso il suo popolo. I suoi sostenitori affermano che si tratta dell'unica strategia possibile per evitare che gli ucraini si scagliano contro banche o negozi di alimentari. Zelensky ha ringraziato Biden per il sostegno, commentando: "Ci auguriamo che, tra le altre cose, aiuterà a prevenire la diffusione del panico". Inoltre, domenica, durante una telefonata, ha invitato il presidente americano a visitare Kiev. Secondo un resoconto ufficiale ucraino della conversazione, Zelensky avrebbe detto: "Sono convinto che il tuo arrivo a Kiev nei prossimi giorni, che sono cruciali per stabilizzare la situazione, sarà un segnale potente". Considerano che gli Stati Uniti hanno già ordinato alla maggior parte dei diplomatici americani di andarsene, è improbabile che avvenga una visita presidenziale in Ucraina.

USA trasferisce il personale di ambasciata a Kiev

Intanto gli USA stanno preparando il trasferimento di tutto il personale dell'ambasciata a Kiev, previsto nelle prossime 48 ore. A riportarlo è il Cbs news. Le fonti degli Stati Uniti riferiscono che, del personale rimasto esterno all'ambasciata rimasto in Ucraina, alcuni si stanno spostando a Lviv, perché "più vicini alle sedi diplomatiche e consolari degli Stati Uniti nei Paesi confinanti".

G7: "Pronti a imporre su Mosca sanzioni economiche e finanziarie"

I ministri delle Finanze dei Sette Grandi, in una dichiarazione congiunta, si sono detti pronti a mettere in campo "una risposta rapida, coordinata e forte" contro Mosca. Nel caso di invasione, i Paesi del G7 sono "preparati ad imporre congiuntamente sanzioni economiche e finanziarie che avrebbero conseguenze massicce e immediate sull'economia russa", affermano i ministri. Inoltre, promette di mantenere un "significativo sostegno finanziario" nei confronti dell'Ucraina. Insieme al Fondo monetario internazionale, si legge nel comunicato, il G7 ha fornito a Kiev 4 miliardi di dollari a partire dal 2014.

Il cancelliere tedesco Scholz in visita a Kiev

Oggi, 14 febbraio 2022, il cancelliere tedesco Olaf Scholz sbarcherà a Kiev prima di visitare Mosca per cercare di scongiurare la minaccia di un'invasione russa che potrebbe innescare la peggiore crisi dalla Guerra Fredda. Il leader tedesco visiterà le due capitali in ordine inverso rispetto a quello del presidente francese Emmanuel Macron, che settimana scorsa ha presenziato nel tentativo di calmare gli animi in Europa orientale. Durante l'incontro di oggi con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy, Scholz dovrebbe discutere di come la Germania possa aiutare l'economia ucraina.

La Germania e la Francia, infatti, svolgono un ruolo centrale negli sforzi di mediazione intorno alla crisi che vede protagoniste la Russia e l'Ucraina, ma gli stretti rapporti commerciali della Germania con Mosca e la forte dipendenza dalle importazioni russe di gas naturale sono stati fonte di preoccupazione per i leader filo-occidentali di Kiev.

Crisi Russia-Ucraina: le radici

Il risentimento di Mosca in Ucraina ha profonde radici storiche. Durante la grande carestia degli anni '30, ben quattro milioni di ucraini morirono durante la collettivizzazione forzata delle fattorie da parte del dittatore sovietico Joseph Stalin. Oggi, con 130.000 soldati russi posizionati ai confini dell'Ucraina cresce il timore di un'azione militare che sconvolgerebbe l'intera struttura di sicurezza dell'Europa e del mondo.

Il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov ha spiegato che per la Russia "è assolutamente obbligatorio garantire che l'Ucraina non diventi mai e poi mai membro della Nato", seguito da Putin che specifica che se l'Ucraina si unisse alla Nato, l'alleanza potrebbe tentare di riconquistare la Crimea.

Nonostante la Russia affermi di non avere nei piani l'attacco militare contro l'Ucraina, la minaccia viene presa sul serio perché la Russia ha invaso l'Ucraina nel 2014, in quella che viene conosciuta a livello internazionale come “crisi di Crimea”. Mentre la NATO avverte che il rischio di un conflitto è molto reale e gli Stati Uniti confermano che potrebbe verificarsi da un giorno all'altro, Sergei Naryshkin - capo dell'intelligence russa - accusa gli USA di aver diffuso "menzogne ​​pericolose".