La Nuova Zelanda imita il Canada, proteste anti restrizioni a Wellington: auto circondano il parlamento
Dopo il Canada anche in Nuova Zelanda montano le proteste contro le restrizioni anti Covid: centinaia di auto hanno circondato il parlamento nella capitale Wellington
Sulla scia del Canada, anche in Nuova Zelanda aumentano le proteste dei cittadini contro le restrizioni governative anti Covid. Nelle ultime ore, centinaia di autoveicoli, camper e camion hanno bloccato le strade che circondano il parlamento della capitale Wellington. Anche in questo caso gli slogan sono indirizzati in prevalenza contro la campagna vaccinale e le limitazioni per la popolazione: "Ridateci la nostra libertà. La coercizione non è consenso". Al momento tuttavia, la protesta non sembra preoccupare il governo, che ha già dichiarato di non avere intenzione di incontrare i manifestanti.
Nuova Zelanda, proteste anti restrizioni a Wellington
Secondo quanto appreso, oltre ai veicoli intorno al parlamento ve ne sarebbero altre centinaia in corteo lungo il centro della capitale, mentre circa un migliaio di persone hanno assistito a comizi organizzati nel corso dell'evento. Attualmente in Nuova Zelanda la vaccinazione è obbligatoria soltanto per alcune categorie di lavoratori. Tra questi gli operatori sanitari, le forze dell'ordine, gli insegnanti e i militari. Nelle manifestazioni canadesi invece, il focus iniziale della proteste era sull'obbligo vaccinale per i camionisti che valicavano il confine dello stato.
Kiwis join global protests against COVID tyranny, apartheid & mandates in Wellington, New Zealand. pic.twitter.com/32JrhwVz7Q
— Prodigal Son (@ThePr0diga1S0n) February 8, 2022
Nonostante l'entità delle proteste neozelandesi tuttavia, la prima ministra Jacinda Ardern ha dichiarato di non avere alcuna intenzione di incontrare i manifestanti. Dal suo punto di vista si tratterebbe infatti di una protesta minoritaria, dato che la maggioranza dei cittadini ha scelto di aderire alla campagna vaccinale: "Il 96% dei neozelandesi è stato vaccinato, il che ci permette di vivere oggi con meno restrizioni grazie alla protezione che ci ha dato". Nel paese è inoltre in vigore un sistema di certificazione analogo al Green pass italiano obbligatorio per poter avere accesso a ristoranti, eventi sportivi e servizi religiosi, ma non per scuole, supermercati, mezzi pubblici e servizi sanitari.