Turchia, espulsi dieci ambasciatori occidentali: ora l'Europa trema

Tra gli ambasciatori espulsi ci sono rappresentanti di Stati Uniti, Francia e Germania. La loro colpa? Aver firmato un appello in favore del dissidente Osman Kavala

In Turchia sono stati espulsi 10 ambasciatori occidentali, tutti "colpevoli", secondo il Governo, di aver firmato un appello per la liberazione del filantropo anti-Erdogan Osman Kavala, detenuto da oltre 4 anni. Tali ambasciatori sono stati dichiarati "persona non grata". L'annuncio porta la firma dello stesso presidente turco. I diplomatici espulsi sono i rappresentanti di Stati Uniti, Francia, Germania, Canada, Finlandia, Danimarca, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia e Svezia. "Ho ordinato al nostro ministro degli Esteri di dichiarare al più presto questi 10 ambasciatori come persona non grata", ha detto il leader di Ankara.

Poi Erdogan ha continuato con parole che sanno di minaccia: "Vanno a coricarsi, si svegliano e pensano a Kavala. Kavala è il rappresentante turco di Soros. Dieci ambasciatori si recano al ministero degli Esteri per lui: che impudenza! Impareranno a conoscere e capire la Turchia o dovranno andarsene".

Turchia, espulsi dieci ambasciatori occidentali

Come ricorda La Repubblica, Kavala - fondatore dell'organizzazione Anadolu Kultur, da sempre impegnato nella promozione di arte, cultura e nella lotta alla violazione dei diritti dell'uomo - è in prigione dal 2017, accusato di aver finanziato proteste e di aver partecipato al tentato golpe del 2016. Kavala fu arrestato all'aeroporto di Istanbul, appena aveva messo piede nella sua nazione dopo da un viaggio nel sudest a maggioranza curda di Turchia dove curava diversi progetti legati alla difesa delle minoranze e dei diritti umani.

Kavala è stato assolto dalle accuse relative alle proteste anti governative del 2013 a febbraio dello scorso anno. Tuttavia, poco dopo l'assoluzione, è stato raggiunto da nuove accuse relative a un presunto ruolo nel tentato colpo di Stato ed è quindi rimasto nel carcere di Silivri alla periferia di Istanbul dove si trova da quattro anni. 

Nel 2019 la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo aveva chiesto la scarcerazione di Kavala e il Consiglio d'Europa, a cui la Turchia ha aderito nel 1950, ha fatto sapere che se entro la fine del mese Kavala non verrà liberato potrebbe aprire una procedura per infrazione contro Ankara. Ora, dopo la decisione di Erdogan, c'è preoccupazione nella Ue, che teme che dietro l'espulsione degli ambasciatori ci sia qualcosa di più del "mostrare i muscoli".