Variante indiana in Gran Bretagna: "Segnali di una terza ondata". E i vaccini?
Il monito è stato lanciato dal professor Ravi Gupta dell'Università di Cambridge
Il Regno Unito, il paese europeo che per altro è più avanti nella distribuzione dei vaccini, sta combattendo contro la variante indiana del Covid. Secondo il professor Ravi Gupta dell'Università di Cambridge, consulente del governo nella lotta alla pandemia, ci sarebbero infatti "i segnali di una terza ondata del Covid". Per Gupta, sebbene il numero dei nuovi casi di contagio sia "relativamente basso", la variante indiana ha provocato una "crescita esponenziale" delle nuove infezioni.
Variante indiana del Covid in Gran Bretagna: "Segnali di una terza ondata"
Subito l'esperto, parlando ai microfoni della Bbc, è arrivato al punto in cui voleva arrivare. Ha infatti proposto che lo stop a tutte le restrizioni anti Covid, previsto per il 21 giugno, dovrebbe essere rinviato "di poche settimane, mentre raccogliamo più informazioni". Se così fosse, sarebbe facile capire cosa succederà dopo. Le "nuove informazioni" potrebbero dare sponda a nuove chiusure e nuove restrizioni - termine, quest'ultimo, che significa, lo ricordiamo, "perdita di libertà e di diritti fondamentali dell'uomo. A parte questo, è bello pensare come anche al di là della Manica, e non solo da noi, ci siano professori e professoroni sempre più malati di protagonismo.
In ogni caso, il rinvio della data del 21 giugno non è più un tabù nemmeno per gli esponenti del governo Johnson. Il ministro dell'Ambiente George Eustice ha affermato infatti che la possibilità non può essere esclusa, dopo che ieri, domenica 30 maggio, sono stati registrati 3mila nuovi casi di contagio, una soglia che non veniva superata dallo scorso 12 aprile. Tuttavia, Eustice ha detto che il governo deve agire "un passo alla volta".
Variante indiana del Covid in Gran Bretagna, è boom di contagi anche tra i vaccinati
La variante indiana del Covid sta flagellando l'Inghilterra e ha fatto salire il numero dei contagi, anche tra i vaccinati con una sola dose. L'allarme, a proposito di medici malati di protagonismo, è stato lanciato anche in Italia da Roberto Burioni in un post su Twitter. "La situazione in Uk sta peggiorando, a causa della variante 'indiana' che si diffonde con particolare intensità tra i non vaccinati e i vaccinati con una sola dose (pessima idea)", ha affermato. "Fortunatamente l'efficacia della vaccinazione completa (mRna) sembra mantenuta".
La preoccupazione di Burioni è condivisa da altri esperti in Italia. Tra loro c'è Maria Rita Gismondo. "Attenzione a quello che sta succedendo in Inghilterra, dove stanno nuovamente aumentando i contagi dovuti alla variante indiana", dice all'Adnkronos Salute la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano, secondo cui questa è la riprova del fatto che "il nostro futuro è ancora incerto".
"Con gli attuali vaccini non si può parlare di immunità di gregge", dice la scienziata. "Confidiamo nell'attività dei vaccini - precisa - perché grazie ai vaccini saremo certi di poter proteggere da forme gravi di Covid-19 grave i fragili: l'obiettivo è questo", ma "il virus continuerà a circolare. Ovviamente, più si vaccina, meno circola e meno muta".
Variante indiana del Covid, caratteristiche e tutti sintomi: cosa sappiano
La variante è stata scoperta per la prima volta a ottobre nel Maharashtra, stato dell'India Centro-occidentale, conosciuto per la capitale Mumbai, la variante è identificata come B.1.617. La sua caratteristica principale è che presenta due mutazioni già note (E484Q e L452R), unione che sarebbe responsabile della drammatica ondata che sta stravolgendo l’India. La mutazione identificata come L452R corrisponde a una modifica individuata anche nella variante californiana (B.1.427) che interessa la proteina spike e potrebbe aumentare la contagiosità del coronavirus.
Per il momento non si conoscono tutti i dettagli su questa nuova variante. In ogni caso, le sue caratteristiche e i sintomi per riconoscerla dovrebbero essere simili a quelli delle altre varianti. La variante scoppiata in India, dunque, si presenta molto più aggressiva rispetto al Covid come lo conosciamo, con una maggiore capacità di contagio e di impatto sul corpo umano. Non si sa ancora se i vaccini siano in grado di tenerla sotto controllo, anche se in questo senso, dalla comunità scientifica, continua a filtrare ottimismo.
In ogni caso, a livello di sintomi la variante indiana parrebbe essere più impattante sull'organismo. I sintomi però sono i soliti: tosse, raffreddore, mal di testa e mal di gola, febbre, dolori muscolari, diarrea, stanchezza e spossatezza. In pratica gli stessi segnali della presenza del coronavirus nelle persone, anche se più forti.