Impeachment Trump: non ci sono voti per condanna al Senato
L'ex presidente Usa salvato dai repubblicani: in pochi pronti a votargli contro
Donald Trump si salverà dall’impeachment grazie ai senatori repubblicani in pochi pronti, nonostante tutto, a voltargli le spalle. Non ci sono i voti necessari, quella maggioranza qualificata dei due terzi utile a condannare Trump nel processo che il Senato dovrà avviare quando la Camera trasferirà l'articolo di impeachment per istigazione all'insurrezione approvato la scorsa settimana. Ai democratici servirebbero, infatti, i voti di almeno 17 senatori repubblicani ma, al momento, secondo fonti repubblicane, solo cinque, massimo sei membri del partito sembrano disposti a votare per la condanna ex presidente.
Nonostante non sia ancora sopita la rabbia ed il risentimento tra i repubblicani per i comportamenti di Donald Trump che hanno portato all'assalto al Congresso, diversi senatori ora sottolineano come, nelle ultime ore, si siano registrati elementi che li spingono a non considerare l'impeachment.
Innanzitutto il fatto che abbia deciso di non concedere la grazia richiesta da molti arrestati per la rivolta del 6 gennaio a Capitol Hill. "Penso che se avesse graziato queste persone, il numero dei senatori pronti a votare sì sarebbe salito, perché avrebbe detto 'queste sono persone mie' ha spiegato a The Hill un repubblicano.
In molti non mancano di ammettere che sia ancora molto forte il timore di rappresaglie da parte dei sostenitori di Trump, come, in realtà, quello di perdere il consenso elettorale
Si fa difficile anche la posizione di Liz Cheney, la numero 3 della leadership alla Camera che ha guidato la fronda anti Trump: ora deve fronteggiare richieste di dimissioni dall'incarico per aver votato per l'impeachment. Insomma, gli stessi repubblicani che sperano di riprendere il mano il partito completamente occupato da Trump, temono che una presa di posizione in favore dell'impeachment possa avere effetti estremamente negativi con la base elettorale.
Proprio per questo l'ormai leader della minoranza al Senato, Mitch McConnell, propone di rinviare a metà febbraio il processo di impeachment, chiedendo alla Camera di aspettare fino al 28 gennaio per la presentazione delle accuse e dando al team legale dell'ex presidente fino all'11 febbraio per prepararsi.