Manovra 2026, Governo accelera verso voto in Senato il 23 dicembre: sul tavolo maxi-emendamento da €3,5mld presentato da Giorgetti

Il cuore della manovra è rappresentato da un maxi-emendamento da 3,5 miliardi di euro, presentato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il testo introduce una serie di modifiche che toccano settori chiave come gli investimenti produttivi, la fiscalità, la previdenza e le grandi opere

A pochi giorni dal Natale, il governo Meloni si prepara a portare in aula la Legge di Bilancio 2026. La conferenza dei capigruppo del Senato ha fissato l’inizio dell’esame per il 22 dicembre, con il voto finale previsto per il giorno successivo. Per evitare l’esercizio provvisorio e garantire l’entrata in vigore della manovra dal primo gennaio, l’esecutivo ha deciso di porre la questione di fiducia, comprimendo i tempi del dibattito parlamentare.

Il cuore della manovra è rappresentato da un maxi-emendamento da 3,5 miliardi di euro, presentato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il testo introduce una serie di modifiche che toccano settori chiave come gli investimenti produttivi, la fiscalità, la previdenza e le grandi opere. Tra le misure più discusse figurano la proroga degli incentivi per l’acquisto di beni strumentali da parte delle imprese, il rafforzamento del piano Transizione 5.0 e della ZES Unica, la revisione del regime fiscale sugli affitti brevi, l’introduzione dell’adesione automatica alla previdenza complementare per i nuovi assunti e nuovi stanziamenti per il Ponte sullo Stretto di Messina. Non mancano interventi su tassazioni specifiche, come la Tobin Tax e le imposte sui dividendi bancari, oltre a una nuova tassa di due euro sui pacchi postali provenienti da Paesi extra-UE.

Le opposizioni hanno criticato duramente la gestione dei tempi e la compressione del confronto parlamentare, definendo “vergognosa” la corsa contro il tempo. Il governo, dal canto suo, difende la manovra come necessaria per garantire stabilità economica e continuità amministrativa, sottolineando l’urgenza di approvare il testo prima della fine dell’anno.

Sul piano sociale, le misure contenute nella manovra avranno ricadute dirette su cittadini e imprese. Le aziende potranno contare su incentivi più stabili per pianificare investimenti, mentre i lavoratori vedranno facilitato l’accesso alla previdenza integrativa. I proprietari di immobili destinati agli affitti brevi dovranno invece confrontarsi con nuove regole fiscali, e i consumatori potrebbero subire rincari sulle spedizioni internazionali.

La Manovra 2026 arriva in Senato tra promesse e urgenze, ma lascia fuori temi fondamentali. Nessuna vera riforma sulle pensioni, nessun aumento degli stipendi, e ancora troppo poco per creare lavoro stabile per i giovani. Si parla di futuro, ma si dimenticano le persone.

Di Nico Combattelli Popoli (Pe)