Stellantis, nuovo piano di investimenti da € 13 mld negli USA, previsti 2000 nuovi ingressi di colletti bianchi entro i prossimi quattro anni
Ristabilito il baricentro operativo negli Stati Uniti con il rilancio del Chrysler Tech Center in Michigan; previsto ripensamento del portafoglio prodotti con la combinazione di motori Hemi di nuova generazione e un sistema ibrido a estensione di autonomia
Stellantis mette in campo una strategia di forte rafforzamento negli Stati Uniti, annunciando un piano di investimenti da 13 miliardi di dollari per i prossimi quattro anni. La manovra, pensata per consolidare la presenza industriale del gruppo, include anche l’assunzione di circa 2.000 nuovi colletti bianchi.
2 mila nuovi impiegati nel Chrysler Tech Center
Dopo il progressivo svuotamento del Chrysler Tech Center, avvenuto sotto la gestione dell’ex CEO Carlos Tavares, che aveva puntato fortemente sullo smart working lasciando intere aree del complesso quasi deserte, la struttura è tornata a vivere: parcheggi pieni, traffico agli ingressi e corridoi nuovamente animati. Il Chrysler Tech Center resta uno dei più grandi complessi aziendali degli Stati Uniti, secondo per estensione solo al Pentagono.
Stellantis ha iniziato il processo di ingresso di circa 2 mila nuovi colletti bianchi, dopo le centinaia di assunzioni di personale già concluse. I nuovi impiegati ricopriranno diverse funzioni come ingegneria, qualità, sviluppo prodotto, produzione e controllo operativo. Questo rappresenta uno dei segnali più evidenti della svolta portata dal nuovo ceo italiano Antonio Filosa, il quale ha individuato negli Stati Uniti una sorta di baricentro operativo, stabilendo la propria base proprio ad Auburn Hills, a Detroit. Come confermato da un portavoce di Stellantis, “Stiamo aggiungendo circa 2 mila posti in aree critiche, tra cui produzione, qualità e ingegneria, per migliorare ulteriormente l’esperienza dei clienti con la nostra azienda”.
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Il piano industriale da 13 miliardi di euro negli Usa
Alla forte crescita degli organici si affianca il corposo programma industriale già annunciato per gli Stati Uniti. Filosa, senza attendere il nuovo piano industriale previsto entro giugno 2026, ha infatti illustrato nei dettagli il maxi-investimento.
Stellantis investirà 13 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni per rafforzare e modernizzare le proprie attività produttive negli USA. Una quota importante di queste risorse sarà destinata al Michigan: 100 milioni serviranno a potenziare il Warren Truck Assembly e altri 130 milioni alla riconversione del Detroit Assembly Complex–Jefferson. Nuove iniziative coinvolgeranno anche Illinois, Indiana e Ohio.
L’obiettivo sarebbe quello di creare 5.000 nuovi posti di lavoro nelle fabbriche statunitensi del gruppo guidato dal presidente John Elkann, segnando un’ inversione di rotta rispetto ai tagli degli anni passati. Il sindacato Uaw ha definito il piano «un game changer», evidenziando come interrompa la precedente tendenza alla delocalizzazione, che aveva alimentato forti tensioni sotto la gestione precedente.
I rapporti con la supply chain
Altra novità sul fronte delle relazioni con la supply chain: Crain’s Detroit Business ha sottolineato che, dopo gli anni più duri delle politiche di contenimento dei costi adottate da Tavares, che avevano generato anche contenziosi con alcuni partner, la nuova gestione ha impresso un cambio di direzione. Stellantis ha infatti varato un piano per mitigare l’impatto dei dazi sui fornitori più esposti e ha alleggerito le restrizioni su inviti, eventi e attività di relazione, ripristinando pratiche considerate normali nell’industria automobilistica americana. Anche il dialogo operativo è tornato più fluido, con incontri regolari che segnano la volontà di ricostruire un clima di fiducia dopo una fase di forte tensione.
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La nuova strategia di Stellantis
Il nuovo piano di rilancio Statunitense ha previsto anche un ripensamento del portafoglio prodotti. Dopo una fase iniziale fortemente orientata verso il full electric, Stellantis ha adottato una strategia più graduale, basata su una combinazione di motori Hemi di nuova generazione, da sempre molto apprezzati nel mercato americano, e su un sistema ibrido a estensione di autonomia, ritenuto più coerente con l’attuale domanda.
A questa impostazione si affiancano modelli che simbolizzano la nuova rotta, come la Jeep Cherokee di ultima generazione e la Dodge Charger Sixpack, con cui il gruppo punta a rafforzare identità e competitività nei segmenti chiave. È una scelta che potrebbe comportare anche dei rischi, soprattutto in un contesto regolatorio incerto e in un mercato elettrico rallentato ma ancora strategico per gli obiettivi di lungo periodo.
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Le sfide che permangono sul mercato nordamericano
Tuttavia, Stellantis deve ancora confrontarsi con criticità rilevanti che riguardano la qualità dei veicoli e i costi di garanzia. Anche l’impatto dei dazi resta elevato e continua a comprimere la marginalità di alcune linee di prodotto e componenti importati. Dunque, in questo scenario, la strategia di riequilibrio tra elettrico e motori termici potrebbe rivelarsi difficile da gestire nel medio periodo, soprattutto se le politiche federali dovessero cambiare in modo brusco e imprevedibile.