Mediobanca, caccia al nuovo dg, ruolo affidato ad interim a Melzi d’Eril; il gruppo tratta con Nagel sul patto di non concorrenza, Cda a lavoro sul retention plan
Sul tavolo del cda del 25 novembre l’uscita del dg Vinci, il complesso negoziato sul non compete di Nagel da oltre 60 milioni, insieme al nuovo statuto che sarà sottoposto all’assemblea del 1° dicembre per l’allineamento dell’esercizio e la revisione della governance
Mediobanca torna a riunire il consiglio di amministrazione alla vigilia dell’assemblea del 1° dicembre, chiamata a modificare lo statuto per allineare la chiusura dell’esercizio a quella del Monte dei Paschi e spostare l’assise primaverile dalla tradizionale data del 28 ottobre.
Al board del 25 novembre approderanno diversi temi interni, in larga parte legati alla governance. In primo piano c’è l’uscita del direttore generale Francesco Saverio Vinci, che sta negoziando la buonuscita dopo 38 anni nella banca, dove risulta tuttora dipendente, come anche l’ex amministratore delegato Alberto Nagel. L’incarico operativo di dg potrebbe essere affidato ad interim al ceo Alessandro Melzi d’Eril.
Mediobanca, Francesco Saverio Vinci in uscita dopo 15 anni come Direttore generale, eventuale liquidazione di almeno 5 milioni di euro
Il dossier Nagel e nuovi progetti a Londra
Dimessosi dalla carica di ceo il 18 settembre, Nagel ha già incassato oltre 60 milioni di euro dalla vendita della maggior parte delle sue azioni Mediobanca in seguito all’opa di Mps. Per l’ultimo esercizio percepirà inoltre 4,49 milioni tra parte fissa e variabile. Resta però ancora aperta la trattativa con la nuova proprietà sul patto di non concorrenza, su cui un accordo appare distante.
Secondo fonti interne, una parte dei proventi legati al non compete potrebbe essere reinvestita nella nuova iniziativa professionale che Nagel starebbe progettando – un veicolo che potrebbe nascere a Londra. All’interno della merchant non si escludono ulteriori uscite tra i manager storicamente più vicini all’ex ceo, come già avvenuto con l’ex general counsel Stefano Vincenzi. Per alcune figure, riferiscono fonti interne, potrebbe essere applicata una “moral suasion” finalizzata a un ricambio fisiologico.
Retention plan in fase di definizione
Sul fronte operativo, il cda lavora alla strutturazione di un retention plan per trattenere i banker chiave ed evitare defezioni verso la concorrenza. Il progetto, però, necessita di ulteriori aggiustamenti e non verrà ancora sottoposto al board nella riunione odierna. Le attese interne restano comunque elevate e improntate alla collaborazione tra rete e struttura.
Integrazione con Mps e lavori dei comitati
Il board analizzerà inoltre il perimetro del nascente gruppo Mps-Mediobanca e lo stato di avanzamento dei cantieri di integrazione. Prima della plenaria è probabile la riunione di alcuni comitati endoconsiliari.
La prossima settimana toccherà all’assemblea, che formalizzerà il ruolo di direzione e coordinamento di Mps sulla controllata con il nuovo allineamento contabile. Il tema della governance resta al centro dell’agenda della capogruppo: la bozza del nuovo statuto è appena stata inviata alla Bce. Il documento interviene su dividendi, remunerazioni del top management e mandati consiliari, recependo le norme della legge Capitali sulla lista del board e mettendo definitivamente fine all’era del controllo pubblico.