Bain & Company e Altagamma, mercato globale del lusso 2025 stabile a €1.440 miliardi, prevista crescita annua compresa tra il 4% e il 6%
mercato è destinato a vivere cambiamenti strutturali, con i consumatori che continuano a privilegiare le esperienze rispetto ai beni personali; persistente appetito per il lusso
Il mercato globale del lusso 2025 è stabile rispetto allo scorso anno, nonostante le turbolenze legate al clima di incertezze economica e geopolitica, così come ai cambiamenti nelle preferenze dei consumatori. È quanto emerge dalla nuova edizione del “Luxury Goods Worldwide Market Study” di Bain & Company, in collaborazione con Altagamma.
La spesa globale dei consumatori nei diversi segmenti dell’industria del lusso è destinata a raggiungere circa 1.440 miliardi di euro nel 2025, rimanendo sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente (con una variazione compresa tra +1% e -1% a tassi di cambio costanti). Si è assistito tuttavia a un miglioramento graduale durante i diversi trimestri, miglioramento che dovrebbe proseguire nel corso del prossimo anno.
La stabilità e resilienza complessive nascondono in realtà profondi cambiamenti strutturali. I consumatori globali stanno infatti spostando le proprie preferenze dai beni personali alle esperienze, privilegiando momenti di valore e autenticità rispetto all’acquisto di nuovi prodotti di lusso. Lo studio evidenzia una tendenza secolare: il passaggio da un “consumo ostentato” - tipico degli anni passati - a una forma di “indulgenza esperienziale”, in cui il lusso si esprime attraverso il benessere personale, la connessione e l’auto-ricompensa. È quello che viene definito un vero e proprio “spostamento tettonico”: un movimento profondo che orienta la crescita verso le esperienze di lusso — come ospitalità, crociere e alta ristorazione — a scapito dei beni di lusso tradizionali, tra cui le automobili, ridefinendo le dinamiche dell’intera industria.
Le previsioni indicano che, rispetto all’anno precedente, il mercato globale dei beni personali di lusso dovrebbe mantenersi sostanzialmente stabile, attestandosi intorno ai €358 miliardi (a fronte dei €369 miliardi nel 2023 e dei €364 miliardi nel 2024). Si prevede dunque una lieve contrazione, pari a circa il 2% ai tassi di cambio correnti, e una stabilità a cambi costanti – un segnale di maturità del mercato. Se i consumatori altospendenti continuano a trainare la domanda di beni di lusso di fascia alta, il segmento aspirazionale mostra segnali di rallentamento.
“Dopo l’era dello shopping sfrenato, sono le esperienze e le emozioni a rappresentare oggi il vero motore di crescita del lusso”, spiega Claudia D’Arpizio, Senior Partner, responsabile globale Moda e Lusso di Bain & Company e autrice principale dello studio. “Il mercato continua a dimostrarsi resiliente, ma non è immune dalle sfide macroeconomiche e si trova a navigare in un equilibrio globale delicato. Per continuare a crescere, i brand dovranno adottare una strategia fondata sulla qualità, sostenuta da disciplina, etica e innovazione. Dovranno puntare su un numero più ristretto di location ad alto impatto, segnando la transizione verso un modello più selettivo e incentrato sull’esperienza.”
Nei diversi segmenti del lusso, l’automotive mostra una contrazione dei volumi in tutte le fasce di prezzo, con un’eccezione di resilienza rappresentata dai veicoli sportivi di alta gamma. Yacht e jet privati continuano invece a registrare una crescita solida, mentre il mercato dell’arte attraversa una fase di stallo e l’arredamento di design tende a stabilizzarsi. Vini e liquori evidenziano performance deludenti, fatta eccezione per le bollicine premium e i grandi rossi italiani. La cucina gourmet, al contrario, vive un’espansione significativa in Asia, Medio Oriente e nelle destinazioni resort, trainata da viaggiatori giovani e desiderosi di esperienze autentiche. Nel frattempo, nuove frontiere come safari esclusivi e sport d’élite stanno contribuendo a ridefinire il concetto stesso di lusso, spostandolo verso forme di esclusività immediata e personalizzata.
La spesa per fascia di prezzo mostra una crescente polarizzazione. Il segmento più alto — che rappresenta circa il 40% del mercato — ha registrato una lieve contrazione tra il 2023 e il 2025, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) compreso tra -1% e -3%. Il segmento accessibile, invece, si è mantenuto sostanzialmente stabile, con una leggera flessione e un CAGR tra 0% e -2% nello stesso periodo. Nonostante la fascia alta continui a guadagnare terreno in settori come automotive, ospitalità, vini, liquori, gastronomia e alta cucina, è il segmento accessibile a espandere la propria presenza nei beni personali di lusso — una dinamica trainata dalla Generazione Z e dai consumatori più attenti al valore.
Il mercato dei beni personali di lusso affronta sfide e incertezze
Sebbene il mercato globale dei beni personali di lusso mostri nel 2025 una tendenza complessivamente stabile, il settore continua a muoversi in un contesto di incertezza macroeconomica e geopolitica. Il quarto trimestre si conferma un momento cruciale per determinare la performance complessiva dell’anno.
In questo scenario, la gioielleria si distingue come principale motore di crescita, con un’espansione attesa tra il 4% e il 6%, sostenuta da una domanda resiliente, dal fascino intrinseco del prodotto e dal crescente interesse verso design personalizzabili. L’eyewear continua a registrare una performance solida (+2%-4%), trainato da innovazione di design, versatilità e integrazione digitale. Nel beauty, il mercato resta stabile ma le fragranze si confermano la categoria più dinamica. La personalizzazione basata su intelligenza artificiale guadagna trazione, mentre la skincare premium e il make-up riflettono una crescente polarizzazione tra i diversi player.
Il mercato degli orologi evidenzia una segmentazione sempre più marcata: i modelli di fascia alta continuano a brillare, mentre dazi e pressione sui prezzi spingono la crescita del canale resale. L’abbigliamento mostra stabilità, sostenuto dalla performance dei marchi più accessibili. La pelletteria rallenta, penalizzata dall’assenza di nuovi “hero bags”, ma trova supporto in proposte più giocose e aspirazionali. Le calzature risentono della sensibilità al prezzo e della competizione con lo sportswear, sebbene i modelli statement inizino a segnalare una ripresa.
Nel complesso, il lusso accessibile torna in crescita, trainato dalla capacità dei brand di intercettare i consumatori in fase di downtrading, riattivare la clientela storica e attrarre acquirenti Gen Z sempre più attenti al valore e all’esperienza del marchio.
Pressione scontistica su diversi canali di vendita, mentre l’ecosistema distributivo si riduce a favore di ambienti più curati
Nel retail fisico, gli outlet continuano a registrare performance superiori, trainati da consumatori sempre più orientati al valore e alla ricerca di un lusso accessibile. Il canale online si mantiene stabile, mentre i negozi monobrand mostrano una lieve flessione, in parte impattata anche da una riduzione complessiva di circa 25.000 m² di superficie negli ultimi sei mesi. I department store statunitensi, invece, hanno ridotto di circa il 10% il proprio network nell’ultimo anno. Secondo lo studio Bain–Altagamma, i brand sono chiamati a ripensare in profondità il ruolo del retail fisico: meno negozi, ma di dimensioni maggiori e capaci di offrire esperienze immersive, emozionali e fortemente personalizzate, in grado di rafforzare la connessione con il cliente.
In uno scenario regionale frammentato, nuovi mercati alimentano il futuro del lusso
Nel 2025, il mercato globale del lusso entra in una fase cruciale di ricalibrazione, caratterizzata da traiettorie regionali divergenti e da comportamenti dei consumatori in rapida evoluzione. In Cina, la spesa per beni di lusso è attesa in contrazione, tra il -3% e il -5% (a cambi costanti), con un progressivo spostamento verso brand locali e più accessibili, oltre che verso categorie esperienziali. Il Giappone, dopo un 2024 solido, mostra segnali di decelerazione, principalmente a causa del rallentamento del turismo internazionale. In Europa si prevede una lieve flessione compresa tra il -1% e il -3%, riflesso di un turismo in calo, penalizzato dal rafforzamento dell’euro e dalle tensioni geopolitiche. Il continente americano dovrebbe invece mantenersi stabile, con una crescita compresa tra 0% e 2%, sostenuta dal rimbalzo della domanda interna negli Stati Uniti e dall’ampliamento della presenza dei brand del lusso in Messico e Brasile, pur in un contesto di crescente volatilità. Il Medio Oriente emerge come il mercato più dinamico, con una crescita prevista tra il +4% e il +6%, trainata da un turismo robusto – in particolare a Dubai e Abu Dhabi – e da una domanda domestica in espansione in Arabia Saudita.
Oltre agli hub tradizionali, nuove geografie stanno ridisegnando la mappa del lusso globale. Medio Oriente, America Latina, Sud-Est Asiatico, India e Africa rappresentano complessivamente un valore di circa €40-45 miliardi nel 2025. Dall’interesse della Gen Z per il lusso accessibile nel Sud-Est asiatico, alla crescita della classe media in India, fino all’ascesa di brand locali in Africa, queste regioni esprimono un potenziale crescente e strutturale per il settore.
La base clienti si contrae (ancora) e la spesa si stabilizza
Lo studio evidenzia come la base dei clienti del lusso stia progressivamente restringendosi e polarizzandosi. Il numero complessivo di consumatori è passato dai 400 milioni del 2022 a circa 330 milioni nel 2025, segnando una contrazione significativa. Tra il 2024 e il 2025, l’acquisizione di nuovi clienti da parte dei brand del lusso è diminuita di circa 5%, mentre si osserva un calo della fedeltà: la quota di clienti ricorrenti è scesa dal 60% del 2022 a un intervallo compreso tra 40% e 45% nel 2025. Parallelamente, i modelli di spesa si stanno frammentando. I consumatori acquistano meno spesso, preferendo piccole indulgenze, offerte promozionali e categorie più accessibili. La spesa si sta inoltre spostando verso esperienze, alternative più economiche e canali di resale, delineando un reset strutturale nel modo in cui i clienti si relazionano con l’universo del lusso. In questo scenario, i consumatori altospendenti restano l’unico segmento stabile: la loro incidenza sul mercato è passata dal 30% (pari a €88 miliardi nel 2019) al 45% (€165 miliardi nel 2024), per poi mantenersi sostanzialmente invariata nel 2025, attestandosi intorno al 46–47% (€165 miliardi).
I margini tornano ai livelli del 2009
L’industria del lusso sta attraversando una fase di pressione sui margini che ha riportato la profittabilità dei brand ai livelli del 2009, complice l’aumento dei costi operativi e le difficoltà nel sostenere la crescita dei ricavi. I margini EBIT delle principali aziende di beni personali di lusso, dopo aver raggiunto un picco del 23% nel 2012, sono oggi stimati tra il 15% e il 16% per il 2025 — in linea con i livelli di oltre un decennio fa, e che rappresenta una perdita di circa il 20% del margine operativo complessivo di questo settore.
“Di fronte a questo scenario, i brand di lusso stanno ridefinendo il proprio perimetro, spingendosi verso categorie adiacenti e di più immediato accesso. Dalle sneakers e dai piccoli articoli di pelletteria, l’espansione si estende oggi al food, alla ristorazione e al benessere,” commenta Federica Levato, Senior Partner e responsabile EMEA Moda e Lusso di Bain & Company, nonché co-autrice dello studio. “Con strutture di prezzo elevate e un rinnovato interesse dei consumatori, i brand devono affrontare due sfide cruciali: riconquistare il pubblico aspirazionale e legittimare la propria espansione mantenendo coerenza e autenticità. Per rendere il modello resiliente nel tempo, le aziende devono evolvere dalla portata alla precisione, dall’adattamento alle tendenze alla loro creazione. La longevità premierà i brand capaci di integrare l’etica nella propria value proposition e di coltivare un dialogo profondo e genuino con i consumatori.”
La traiettoria del lusso al 2035
Guardando al futuro, una crescita annuale compresa tra il 4% e il 6% per il mercato dei beni personali di lusso appare un’ipotesi realistica, sostenuta dall’ampliamento della base di consumatori globali e da una domanda strutturalmente solida e resiliente. Entro il 2035, il valore del mercato dovrebbe collocarsi tra €525 e €625 miliardi, mentre la spesa complessiva nel segmento del lusso nel suo insieme è destinata a raggiungere un livello compreso tra €2.200 e €2.700 miliardi. “Il lusso si trova oggi a un bivio cruciale”, osserva D’Arpizio. “Traiettorie regionali divergenti, pressioni sui prezzi e una crescente frammentazione dei profili dei consumatori stanno ridisegnando gli equilibri del mercato. La creatività sta progressivamente tornando al centro, ma l’equazione (interrotta) tra prezzo e valore richiede integrità e un rinnovato patto di fiducia con il consumatore. È il momento della verità per il lusso: crescere puntando su etica, inclusività e autenticità, oppure ripiegare in una dimensione elitaria e autoreferenziale. La nuova formula è chiara: intrattenimento, emozione ed etica rappresentano il valore. I leader sapranno bilanciare profitto e purpose, coniugando creatività, coscienza, e trasformando la fase di ricalibrazione in un’autentica reinvenzione.”