Efficientamento Termico 3.0
La svolta per il miglioramento energetico di edifici pubblici e privati con 900 milioni di euro annui di incentivi e procedure semplificate
Il 26 settembre 2025 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto ministeriale che inaugura una nuova era per il miglioramento energetico degli edifici in Italia: il Conto Termico 3.0. Un provvedimento atteso e fondamentale, firmato il 7 agosto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che introduce una dotazione di 900 milioni di euro all’anno per sostenere interventi di efficienza energetica su edifici pubblici, del settore terziario e residenziali. Questa misura si inserisce coerentemente nel quadro degli obiettivi delineati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), con l’obiettivo di accelerare la transizione energetica e il rispetto degli impegni ambientali assunti dall’Italia.
Un panorama più ampio e accessibile: la novità del Conto Termico 3.0
La prima novità di rilievo riguarda l’ampliamento della platea di beneficiari e delle tipologie di interventi finanziabili. Se le versioni precedenti del Conto Termico erano limitate a specifiche categorie, ora anche gli edifici privati appartenenti al settore terziario e le pubbliche amministrazioni – con particolare attenzione ai piccoli comuni sotto i 15.000 abitanti – possono accedere a contributi a fondo perduto fino al 100% delle spese ammissibili. Per i privati, invece, il bonus arriva fino al 65%. Va sottolineato che non si tratta di un’agevolazione fiscale, ma di un incentivo diretto erogato dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) a seguito della presentazione di una domanda online, accompagnata da rigorosi controlli.
Tra le spese ammissibili rientrano non solo la fornitura e posa in opera degli impianti, ma anche l’IVA, i costi per smontaggio di vecchi apparecchi, opere murarie e idrauliche, oltre ai compensi professionali per diagnosi energetiche e certificazioni APE. Questa attenzione alle spese accessorie rappresenta un passo avanti verso una semplificazione concreta e un supporto più efficace per chi intende investire nel miglioramento energetico.
Procedure più snelle e dilazioni per i privati
L’accesso al Conto Termico 3.0 è interamente telematico tramite il Portale del GSE, che rappresenta uno snodo cruciale per la gestione delle domande. I privati potranno presentare la domanda solo a lavori conclusi, entro 90 giorni dalla fine degli interventi, mentre le amministrazioni pubbliche e le ESCO (Energy Service Companies) possono prenotare l’incentivo prima dell’inizio dei lavori, con un saldo previsto entro 120 giorni dalla conclusione.
Per agevolare ulteriormente le famiglie e i piccoli interventi, è prevista la possibilità di dilazionare i pagamenti, purché l’ultima rata superi il 10% del totale. Questo è un elemento di novità importante per favorire l’accesso a tecnologie più efficienti anche a chi non dispone di liquidità immediata.
Interventi incentivati: dal solare termico alla microcogenerazione
Il decreto abbraccia una vasta gamma di interventi: dalla sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore (elettriche o a gas), all’installazione di sistemi ibridi o bivalenti, passando per generatori a biomassa e impianti solari termici, inclusi quelli con tecnologia solar cooling. Non mancano le novità per il settore pubblico, come la possibilità di demolire e ricostruire edifici NZEB (Nearly Zero Energy Building) con un aumento volumetrico fino al 25%, purché nell’ambito di un progetto integrato e nel medesimo Comune.
Significativa anche l’estensione degli incentivi agli impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo e alle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, ma solo se associati alla sostituzione dell’impianto termico con pompe di calore elettriche. Viene inoltre riconosciuta la partecipazione delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e delle configurazioni di autoconsumo collettivo, una mossa strategica per favorire la diffusione di modelli energetici condivisi e sostenibili.
Un sostegno concreto per i piccoli comuni e le strutture pubbliche essenziali
Il decreto riserva un’attenzione particolare agli enti locali con popolazione inferiore ai 15.000 abitanti, prevedendo il contributo totale sulle spese per la riqualificazione energetica di edifici pubblici, scuole e strutture sanitarie. Questa scelta risponde a un’esigenza di equità territoriale, riconoscendo che la transizione ecologica deve coinvolgere e supportare anche le realtà più piccole e meno attrezzate sotto il profilo finanziario.
Semplificare, ma senza perdere il rigore
Dal punto di vista amministrativo, il Conto Termico 3.0 punta a semplificare le procedure di accesso agli incentivi, ma senza sacrificare il rigore nella verifica delle domande e nell’erogazione delle risorse. La gestione tramite portale telematico e l’introduzione di schede di domanda semplificate per interventi di piccola entità rappresentano un passo avanti verso una pubblica amministrazione più efficiente e meno burocratizzata.
Tuttavia, è indispensabile che questa semplificazione sia accompagnata da una adeguata assistenza tecnica e informativa, soprattutto per i privati meno esperti e per le piccole amministrazioni comunali. Solo così si potrà garantire un’effettiva accessibilità all’incentivo e un’efficace accelerazione della riqualificazione energetica.
Il Conto Termico 3.0 si presenta come uno strumento strategico per la promozione dell’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni, in linea con le politiche europee e nazionali. Con una dotazione robusta, una platea ampliata di beneficiari e una gamma più ampia di interventi ammessi, questa nuova edizione offre un’occasione concreta per rilanciare il settore delle costruzioni e dell’energia pulita.
Resta ora da monitorare con attenzione l’implementazione pratica del decreto, a partire dall’aggiornamento della piattaforma GSE entro febbraio 2026, affinché le promesse di semplificazione e efficacia si traducano in risultati tangibili per cittadini, imprese e amministrazioni pubbliche. Nel frattempo, il messaggio è chiaro: investire nell’efficienza energetica non è più solo un dovere ambientale, ma un’opportunità reale e accessibile per migliorare la qualità della vita e la competitività del nostro Paese.