Mps prepara lista CdA in vista rinnovo 2026, prenotata cedola da €250 mln da Mediobanca, utile trimestrale a €291 mln (-12%)

Il board dell’8 novembre esamina trimestrale e cantieri di integrazione; Mediobanca chiude il trimestre giugno-settembre con 291 milioni di utile (-12%) e ricavi stabili a 867,6 milioni, mentre Montepaschi prenota oltre 250 milioni di cedole

Montepaschi potrebbe diventare il primo gruppo finanziario italiano a utilizzare la lista del cda con le nuove regole previste dalla Legge Capitali. Il board senese di giovedì 8 novembre, oltre a esaminare i numeri della trimestrale e i cantieri di integrazione, dovrebbe iniziare a discutere della presentazione di una rosa di candidati per il rinnovo della primavera. Il comitato nomine ha già avviato i lavori per aggiornare lo statuto della banca guidata da Luigi Lovaglio e presieduta da Nicola Maione, includendo procedure rafforzate per la lista del cda e maggiore flessibilità nella politica dei dividendi dopo l’uscita dal regime degli aiuti di Stato.

Vincoli dei grandi azionisti e situazione dell’azionariato

Da un lato, Delfin e Caltagirone, entrambi con quote superiori al 10%, sono soggetti alle limitazioni della Bce che li classifica come investitori finanziari, impedendo loro di presentare una lista di maggioranza. Dall’altro, né il Banco – diretto competitor di Rocca Salimbeni – né lo Stato in via di disimpegno sembrano intenzionati a candidare presidente o ceo. Gli attuali grandi azionisti ritengono che la lista del cda sia efficace solo di fronte a un azionariato coeso come quello di Montepaschi, in netto contrasto con la situazione di Generali nel 2022, dove la lista del board generò tensioni tra Mediobanca, Caltagirone e Delfin.

Verso l’assemblea straordinaria e la strategia post-opas

Per integrare lo strumento nello statuto sarà necessaria un’assemblea straordinaria, che secondo fonti interne potrebbe svolgersi all’inizio del 2026, dopo il via libera della Bce. Nei primi mesi del nuovo anno il cda presenterà anche la strategia industriale post-opas su Mediobanca, elaborata con il supporto di McKinsey. Il piano – che potrebbe essere svelato entro marzo – dovrebbe delineare le fasi di integrazione tra le due banche, dal delisting fino a una possibile fusione, pur non essendo ancora stata definita una tabella di marcia. L’appuntamento coinciderà con il rinnovo della governance, facilitando la riconferma del tandem Lovaglio-Maione.

Risultati trimestrali e distribuzione degli utili

Mediobanca ha presentato i primi risultati dopo l’opas, con Montepaschi già impegnata nella prenotazione di oltre 250 milioni di euro di cedole. L’istituto prevede di distribuire il 100% degli utili di fine anno. Nel trimestre giugno-settembre l’utile è stato di 291 milioni di euro, in calo del 12% rispetto all’anno precedente, principalmente a causa di costi straordinari per 45,3 milioni legati a spese dirette e consulenze connesse alle operazioni su Mediobanca e Banca Generali. I ricavi totali sono rimasti stabili a 867,6 milioni.

Sfide nel gestito e dinamiche del personale

Nel comparto Private, alcune limitate uscite di bankers hanno impattato sul segmento, mentre Premier ha continuato a crescere, seppur a ritmi più lenti, nella rete di distribuzione. Si ipotizzano nuove uscite nelle prossime settimane, complicate dalle politiche aggressive di reclutamento dei competitor.