Manovra, Capobianco (Conflavoro): “Bene il Governo: premiare i rinnovi va nella giusta direzione”
“La previsione dei nuovi rinnovi contrattuali dal 2026 è un incentivo al dialogo e alla responsabilità a tutela di milioni di lavoratori del commercio e del terziario che per anni sono rimasti senza aumenti perché i contratti non venivano rinnovati. Il CCNL Confcommercio del terziario, ad esempio, è rimasto scaduto per oltre tre anni, dal 31 dicembre 2019 fino al 1° aprile 2023. Tre anni e tre mesi di silenzio, durante i quali il potere d’acquisto dei lavoratori si è eroso mese dopo mese. La misura sulla detassazione è un punto di partenza importante, ma va affiancata da una riforma strutturale della rappresentanza. Noi abbiamo presentato una proposta chiara: certificare la qualità dei contratti collettivi, in modo da distinguere quelli veri da quelli pirata. È l’articolo 4 del nostro progetto di legge del 2023. Significa che solo i CCNL coerenti con i contratti più applicati – quelli rilevati e certificati dal CNEL con un lavoro serio e trasparente – potranno beneficiare degli sgravi. È il modo più efficace per combattere il dumping contrattuale e per assicurare che le agevolazioni vadano a chi rispetta davvero i lavoratori, non a chi usa i contratti come strumento di concorrenza sleale. Le imprese e i lavoratori chiedono risposte come: salari giusti, tempi rapidi, regole chiare. Ringraziamo il Governo per aver aperto la strada. Ora tocca a noi, parti sociali, dimostrare che la contrattazione può essere moderna, meritocratica e trasparente”. Lo ha dichiarato Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro, Associazione che rappresenta 90mila piccole e medie imprese, in merito all’introduzione della detassazione dei rinnovi contrattuali dal 2026, prevista in Manovra.