UniCredit verso l’uscita totale dalla Russia entro il 2026, -94% di esposizione e filiali ridotte da 14 a 9, personale sceso a 2.355 unità
Orcel accelera sul derisking: la controllata russa sarà “praticamente eliminata” entro due anni. Ricavi da Mosca crollati dal 5% del totale pre-guerra a livelli marginali. In parallelo, UniCredit punta su crescita organica, 9,5 miliardi di distribuzioni agli azionisti e titolo in rialzo del 650% dal 2021
Il Ceo di UniCredit, Andrea Orcel, ha dichiarato che la controllata russa del gruppo sarà «praticamente eliminata» entro la fine del 2026. L’annuncio, rilasciato in un’intervista al Financial Times il 3 novembre, segna un passo decisivo nel percorso di riduzione dell’esposizione del gruppo in Russia, in linea con le richieste della Bce e con le indicazioni del governo italiano, che nel Dpcm Golden Power aveva sollevato dubbi sulla presenza di UniCredit a Mosca.
Orcel, che da mesi aggiorna il mercato sui progressi del derisking russo, ha rafforzato ulteriormente la stretta: a ottobre UniCredit ha introdotto nuove restrizioni sui servizi alla clientela corporate locale, rendendo «di fatto non conveniente per le imprese russe appoggiarsi al gruppo italiano». Le commissioni bancarie aumenteranno progressivamente fino a raddoppiare dal 1° dicembre, mentre non saranno più accettate nuove richieste di apertura di conti correnti, come già avviene nel segmento retail.
Prima dell’invasione dell’Ucraina, nel febbraio 2022, la filiale russa rappresentava circa il 5% dei ricavi e l’1% dei depositi del gruppo, con una quota di mercato dello 0,5% e 13 filiali operative. Da allora, UniCredit ha quasi azzerato l’esposizione cross-border verso Mosca (-94% a fine primo semestre 2025), riducendo del 60% la clientela retail, il numero di filiali da 14 a 9 e il personale da 3.500 a 2.355 unità.
Unicredit, utile netto nel 3° trimestre 2025 a €2,6 mld (+4,7%), nei 9 mesi a 8.7 mld (+12,9%); acconto dividendi a 2,2 miliardi
Ambizioni europee e ostacoli alle acquisizioni
Nonostante le difficoltà in Russia, Orcel mantiene una visione chiara per il gruppo: fare di UniCredit una banca paneuropea di riferimento. Già in passato, in occasione della partnership con Ferrari in Formula 1, aveva dichiarato che «UniCredit e Ferrari sono due marchi italiani con il sogno di costruire qualcosa di più globale: nel nostro caso, paneuropeo».
Tuttavia, il manager ha dovuto mettere in pausa i piani di M&A. L’ipotesi di acquisizione di Commerzbank si è arenata di fronte alle resistenze politiche tedesche, mentre la prospettiva di un’operazione su Banco Bpm è sfumata dopo le prescrizioni del Golden Power italiano, ora al vaglio di Bruxelles. «Quando si parla del sogno di un’Europa con grandi banche paneuropee – ha spiegato Orcel al FT – noi saremmo i primi a realizzarlo».
Crescita organica e nuove fonti di ricavo
Con le opzioni di M&A per ora congelate, UniCredit punta sulla crescita organica. Dalla nomina di Orcel, nell’aprile 2021, il titolo in Borsa è salito di quasi il 650%, una delle migliori performance tra le banche europee. Secondo gli analisti di Citigroup, la banca ha «notevolmente migliorato le proprie performance» grazie a disciplina sui costi, basse rettifiche su crediti, maggiori commissioni e uso efficiente del capitale.
Ora il gruppo intende ampliare i ricavi tramite asset management e private banking, potenziando le competenze interne e ampliando la clientela mass affluent. UniCredit mira anche a riattivare la crescita in mercati finora trascurati, inclusa l’Europa orientale, con un focus su tecnologia, digitalizzazione e sostenibilità.
Capitale, disciplina e strategia prudente
Sul fronte del capitale, Orcel continua a mantenere una gestione estremamente rigorosa. UniCredit prevede di distribuire almeno 9,5 miliardi di euro agli azionisti tramite dividendi e buyback, con un capitale in eccesso stimato tra 10 e 11,5 miliardi.
Secondo Cole Smead, Ceo di Smead Capital Management, «Orcel è stato il migliore nella gestione del capitale tra le banche europee. Se non è rotto, non aggiustarlo».
Il Ceo non esclude future operazioni di crescita esterna, ma conferma che, per ora, la priorità resta «battere i concorrenti in crescita redditizia e distribuzioni generose». Una strategia prudente che punta a rafforzare le basi operative, ridurre i rischi e consolidare la posizione di UniCredit come una delle banche più solide e profittevoli d’Europa.