Povertà assoluta in Italia stabile all’8,4% nel 2024 (5,7 mln di persone e 2,2 mln di famiglie), tra le fasce più colpite i minori (13,8%) e gli stranieri (35,1%)

I dati Istat sulla povertà assoluta nel 2024 in Italia confermano una situazione sostanzialmente stabile rispetto al 2023, con bambini e stranieri tra le fasce più vulnerabili della popolazione

L’Istat ha diffuso i dati sulla povertà assoluta in Italia nel 2024, rilevando una sostanziale stabilità rispetto al 2023. Le famiglie povere sono circa 2,2 milioni, 5,7 milioni gli individui, con un tasso attorno all8,4%. Si tratta dello stesso dato dell’anno precedente, con simili variazioni territoriali e demografiche.

La povertà assoluta colpisce 5,7 milioni di persone in Italia nel 2024, l’8,4% della popolazione, dato stabile sul 2023

Si conferma stabile la povertà assoluta in Italia. L8,4% delle persone spende meno del valore del carrello della spesa minimo nel loro territorio di residenza, un dato praticamente identico a quello del 2023. Ci sono però differenze significative tra le aree del Paese:

  • famiglie in povertà assoluta al Nord-Est, 7,6%;
  • famiglie in povertà assoluta al Nord-Ovest, 8,1%;
  • famiglie in povertà assoluta al Centro, 6,5%;
  • famiglie in povertà assoluta al Sud, 10,5%.

A fare la differenza, rivela l’Istat, sono due elementi: le famiglie povere sono quelle che non vivono in una casa di loro proprietà e i cui membri hanno un basso livello di istruzione. La povertà assoluta ha un’incidenza maggiore anche tra chi ha figli, soprattutto nei nuclei più numerosi.

Bambini e stranieri tra i più colpiti dalla povertà

Le fasce di popolazione più colpite da questa condizione sono i bambini (tasso di povertà assoluta al 13,8%) e gli stranieri (al 35,1%). La ragione di queste anomalie nelle statistiche sta proprio negli elementi che causano la povertà. Le famiglie con figli sono tra le più esposte e, di conseguenza, i bambini si trovano più spesso in una condizione di povertà.

Gli stranieri, invece, hanno un tasso di istruzione molto inferiore rispetto agli italiani e quasi la metà di loro (il 48,9%) non ha il diploma, che è il titolo di studio che fa la maggiore differenza per quanto riguarda la povertà assoluta. Inoltre, trovandosi nel nostro Paese da poco tempo, spesso vivono in affitto e non in una casa di proprietà, altro fattore determinante che causa l’indigenza dei nuclei nel nostro Paese.