La Cina punta a raddoppiare il PIL pro capite a +100% in 10 anni, dai 13.400 dollari del 2024 ad almeno 30.000 dollari nel 2034

La Cina vuole raddoppiare il proprio PIL pro capite in 10 anni attraverso enormi investimenti nelle cosiddette “nuove forze produttive di qualità”, ma è un piano non privo di rischi

La Cina punta a raddoppiare il PIL pro capite a +100% in 10 anni. Il presidente cinese Xi Jinping ha dettato la linea della prossima riunione plenaria del Comitato centrale, che dovrà approvare il piano quinquennale economico 2026-2030. Lobiettivo primario è portare il prodotto interno lordo pro capite dai 13.400 dollari del 2024 ad almeno 30.000 dollari in dieci anni. La strategia è quella delle "nuove forze produttive di qualità".

La Cina punta a raddoppiare il PIL pro capite a +100% in 10 anni

Per raggiungere gli obiettivi fissati da Xi Jinping, la Cina dovrà crescere del 4,5% ogni anno da qui al 2034. Un traguardo che il governo di Pechino vuole conseguire con la stessa strategia che ha portato il Paese a crescere a ritmi superiori al 10% annuo negli ultimi ventanni.

Al centro ci sono gli investimenti. Come quelli nel mercato immobiliare e nellindustrializzazione hanno portato la Cina dove è ora, saranno quelli nelle nuove forze produttive di qualità” a condurla verso il raggiungimento di questi obiettivi, secondo il Comitato centrale.

I settori coinvolti saranno quello della mobilità elettrica, dei semiconduttori, dellintelligenza artificiale, della transizione energetica (pannelli solari e pale eoliche, oltre alle batterie) e delle biotecnologie.

I rischi della strategia di Xi

Secondo molti esperti, tuttavia, questo modello di sviluppo non è sostenibile e da anni sta mostrando i suoi limiti. Basandosi principalmente sulle esportazioni e non sulla domanda interna, come invece fa leconomia statunitense, la Cina rimane suscettibile a qualsiasi sconvolgimento dellordine mondiale, come accaduto durante il Covid. Inoltre, la produzione di un gran numero di beni non richiesti dai consumatori rischia di portare a crisi deflazionistiche come quella che sta colpendo il Paese in questi anni. Il rafforzamento dei consumi interni non sembra però essere una priorità per la Cina. Negli ultimi anni il Paese ha smesso di comunicare, nellordine, i dati sulla disoccupazione giovanile, sul valore dei terreni e sugli investimenti esteri.