Ops Mps-Mediobanca, Gruppo Caltagirone conferisce pacchetto dell'1% oltre al 10% della holding: adesioni salite al 30%, 35% già raggiunto considerando UniCredit, Amundi, Anima e Tages

Il Cda di Caltagirone conferma convenienza e correttezza dell’offerta, mentre le controllate del gruppo partecipano, avvicinando la soglia minima richiesta per il successo dell’Ops

Il Cda di Caltagirone, presieduto da Francesco Gaetano Caltagirone, "ha esaminato preventivamente, in via volontaria e prudenziale, l’eventuale adesione da parte di alcune società controllate all’offerta pubblica di scambio lanciata da Banca Mps su Mediobanca". Lo rende noto la società, precisando che l’operazione è stata valutata nell’ambito della procedura aziendale sulle operazioni con parti correlate, con il supporto di un esperto indipendente. Al termine dell’istruttoria, il CdA ha ritenuto “sussistente la convenienza e la correttezza sostanziale delle relative condizioni”, fermo restando che la decisione finale spetterà alle singole controllate titolari delle partecipazioni in Mediobanca.

Intanto, per effetto dei conferimenti del 1° settembre, le adesioni all’ops sono salite al 28,8% del capitale, apportato principalmente da Delfin e dallo stesso gruppo Caltagirone, primi due azionisti di Mediobanca e sostenitori dell’offerta di Siena, di cui sono anche grandi soci. Le società quotate del gruppo romano – Caltagirone e Caltagirone Editore – hanno infatti confermato “la convenienza e la correttezza sostanziale” dell’operazione ai fini dell’adesione delle controllate che detengono azioni Mediobanca, mettendo sul piatto un pacchetto aggiuntivo di poco superiore all’1% oltre al 10% della holding. In questo modo il fronte del sì sfiora ormai il 30% del capitale. L’obiettivo del 35%, soglia minima irrinunciabile a cui è subordinata l’offerta, appare dunque a portata di mano, anche in considerazione della presenza di investitori istituzionali – tra cui casse di previdenza, la famiglia Benetton, Unicredit, Anima, Amundi e Tages – che insieme rappresentano circa il 12% di Mediobanca e che hanno già contribuito alla bocciatura dell’offerta difensiva di Piazzetta Cuccia su Banca Generali, oltre ad aver sostenuto in più casi la scalata di Mps.