Equalize, assemblea dei soci approva bilancio 2024, utile di 133mila € nonostante l'inchiesta e il sequestro delle quote di capitale

Il profitto è in calo rispetto a quello di 648mila euro del precedente esercizio, ma nonostante ciò il fatturato ha “tenuto” ad oltre 1,7 milioni dagli 1,8 milioni del 2023

La maxi inchiesta su Equalize della Dda di Milano e della Dna, iniziata con gli arresti dello scorso ottobre e il cui primo filone s’è chiuso a luglio scorso, non. ha impedito alla “società degli spioni” di generare ancora buoni ricavi e di conservare un utile. Equalize, com’è noto, è presieduta e controllata al 95% da Enrico Pazzali, ex presidente di Fondazione Fiera Milano mentre il 5% faceva capo a Carmine gallo, il superpoliziotto defunto a marzo scorso e anche lui coinvolto nell’inchiesta. Tutte le quote di capitale a ottobre scorso furono poste sotto sequestro affidate all’amministratore giudiziario Claudio Ferrario. E proprio lui lo scorso 5 agosto era presente a Milano all’assemblea dei soci che ha approvato il bilancio del 2024 alla quale era presente anche Pazzali, mandando a nuovo tutto l’utile di 133mila euro. Il profitto è in calo rispetto a quello di 648mila euro del precedente esercizio, ma nonostante ciò il fatturato ha “tenuto” ad oltre 1,7 milioni dagli 1,8 milioni del 2023. Equalize, poi, conta su 1,3 milioni di liquidità e un patrimonio netto di 978mila euro. Il minor utile si deve, come dice la nota integrativa, alle conseguenze del sequestro che ha imposto la svalutazione del costo residuo di tutte le immobilizzazioni immateriali e materiali “ritenute non più utilizzabili e prive di concreto valore di mercato”, oltre alla svalutazione del “valore di taluni crediti, la cui esigibilità deve essere considerata improbabile”, il tutto per 627mila euro. Tra i crediti svalutati, spiega ancora la nota, ne compare uno di 354mila euro “verso Fenice srl”, che però non è la società di Chiara Ferragni. L’inchiesta sulle presunte cyber-spie di Equalize e su dossieraggi con accessi abusivi in banche dati, a luglio ha visto concludersi il primo filone dell indagini dei pm Francesco De Tommasi e Antonello Ardituro, che prelude alla richiesta di processo e con 202 capi di imputazione. L’inchiesta è a carico di 15 persone, tra cui Pazzali ed esperti informatici come Nunzio Samuele Calamucci e l'imprenditore Lorenzo Sbraccia.

Di Andrea Giacobino