Donald Trump nomina Stephen Miran nel Board della FED: l'emissione di moneta affidata a privati, veri e propri detentori della pietra filosofale

Non è una sorpresa che la politica italiana non soltanto non parli di questo tema, ma neppure abbia ancora compreso che l'emissione di moneta è uno dei cardini della sovranità, irrinunciabile

Nel mio articolo pubblicato da questo quotidiano il 26 luglio scorso, dal titolo

“Silicon Valley contro Wall Street: lo scontro destinato a plasmare il nostro futuro”, ho accennato alla centralità del tema dell'emissione di moneta, vero e proprio strumento di potere che consente, a 12 banchieri americani, di esercitare un'enorme influenza sulla politica non soltanto americana ma mondiale.

I 12 banchieri sono quelli che dirigono la FED. All'inizio del 2025 erano:

Lisa Cook, membro del Board of Governors

Austan Goolsbee, Presidente della Fed di Chicago

Jerome Powell, Presidente della Fed

Patrick Harker, Presidente della Fed di Philadelphia

Raphael Bostic, Presidente della Fed di Atlanta

Christopher Waller, membro del Board of Governors

John Williams, Presidente della Fed di New York

Philip Jefferson, Vicepresidente della Fed

Adriana Kugler, membro del Board of Governors (dimissionaria, sostituita da Stephen Miran)

Michael Barr, Vicepresidente della Supervisione

Mary Daly, Presidente della Fed di San Francisco

Susan Collins, Presidente della Fed di Boston

La FED, come del resto le banche centrali (ad esempio la Banca d'Italia e la BCE), è un'istituzione privata incaricata di una funzione pubblica. A titolo di esempio, i primi 10 soci di Banca d'Italia sono:

1 UniCredit S.p.A.

2 Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti – INARCASSA

3 Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Medici e degli Odontoiatri – Fondazione ENPAM

4 Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense

5 Intesa Sanpaolo S.p.A.

6 Cassa Naz. Previdenza Assistenza Dottori Commercialisti – CNPADC

7 BPER Banca S.p.A.

8 ICCREA Banca S.p.A.

9 Generali Italia S.p.A.

10 Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.

Il mese scorso, Donald Trump ha nominato Stephen Miran, uno dei suoi più importanti consulenti in materia finanziaria, in sostituzione della dimissionaria Adriana Kugler.

Tra i motivi per i quali il Presidente americano ha voluto un suo fidato collaboratore nel Consiglio della FED, vi è non soltanto la volontà di proseguire nella politica di mantenimento di bassi interessi, ma soprattutto quella di avere voce in capitolo nello scontro epocale in atto tra Silicon Valley e banchieri per il controllo delle valute digitali.

Il potere di emettere moneta fiat (=il cui valore non ha alcuna relazione con quello dell'oro o di altre commodities) è la pietra filosofale della nostra epoca. Non stupisce che il processo di emissione di moneta sia saldamente nelle mani di privati: più si è vicini a quei privati “uomini d'oro”, più ci si arricchisce.

Questa è la spiegazione più chiara che ho trovato in rete:

“Il Bitcoin ha senza dubbio avuto un impatto enorme sul sistema finanziario tradizionale, un impatto capace addirittura di contrastare uno degli effetti finanziari ed economici più conosciuti al mondo: l’effetto Cantillon.

Cos'è l'effetto Cantillon?

L’effetto Cantillon è una teoria economica che descrive come l’inflazione dell’offerta di moneta colpisce diversi gruppi dell’economia, generando disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza. Questa teoria, proposta dall’economista Richard Cantillon nel XVIII secolo (e oggi comunemente chiamata Humme-Cantillon), spiega che quando nuova moneta viene introdotta nell’economia, questa nuova moneta non viene distribuita in modo uniforme. Le banche che ricevono la nuova moneta e la immettono nell'economia traggono il massimo vantaggio dall’avere un maggiore potere d’acquisto prima che i prezzi aumentino. Ad esempio, se una banca riceve un nuovo prestito dalla banca centrale, può utilizzare quel denaro per investire in attività finanziarie prima che i prezzi si adeguino all’aumento dell’offerta di moneta. Di conseguenza, questi primi destinatari del nuovo denaro possono farlo ottenere notevoli benefici attraverso investimenti valutati in termini valutari prima che l’inflazione influenzi i prezzi.

Al contrario, coloro che alla fine ricevono la nuova moneta, come lavoratori e risparmiatori, sperimentano una diminuzione del loro potere d’acquisto a causa dell’aumento dei prezzi derivante dall’inflazione. Ciò significa che quando i prezzi aumentano a causa dell’espansione dell’offerta di moneta, il denaro che questi individui hanno nei loro conti bancari o sotto forma di risparmi o stipendi perde valore in termini di beni e servizi. Ciò può comportare difficoltà nel mantenimento del potere d’acquisto e della capacità di risparmio, con conseguenti ripercussioni negative sulla qualità della vita di questi individui.

Il processo attraverso il quale si manifesta l’effetto Humme-Cantillon è il seguente:

Espansione monetaria: Le banche centrali (partecipate a loro volta da banche private) aumentano la quantità di moneta in circolazione, solitamente attraverso la stampa di moneta.
Profitto iniziale: Le banche private che partecipano al capitale delle banche centrali, ricevono (di norma) per prime il nuovo denaro.
Acquisto di beni: I primi a ricevere il denaro possono acquistare asset come azioni, immobili o qualsiasi altro bene prezioso (ad esempio Bitcoin) prima che l’inflazione ne aumenti i prezzi.
Aumento di prezzo: Man mano che nuova moneta circola nell’economia, i prezzi di beni e servizi aumentano.
Perdita di potere d’acquisto: lavoratori e risparmiatori, che alla fine ricevono la nuova moneta, vedono diminuire il loro potere d’acquisto a causa dell’inflazione.
Pensiamo ora a una nuova moneta digitale che bypassi completamente il sistema bancario: l'effetto sarebbe dirompente.

Oggi le banche private che partecipano al capitale delle banche centrali e ricevono per prime il denaro di nuova emissione lo prestano a soggetti solvibili come l'industria farmaceutica o militare, settori in cui la domanda può essere imposta dalla politica. La politica è controllata dalla finanza e ne esegue gli ordini: la continua emissione di dollari viene assorbita dagli enormi prestiti concessi a quei soggetti solvibili. Nel gradino appena sottostante vi sono i grandi fondi di investimento che hanno via via acquisito un potere enorme grazie alle loro partecipazioni in tutti i settori chiave dell'economia dei Paesi satelliti dell'Impero americano: dispongono di una riserva di capitale illimitata, grazie alla “pietra filosofale” saldamente nelle mani di banchieri privati (naturalmente il Presidente e il Congresso - che dovrà ratificare la nomina di Stephen Miran - hanno voce in capitolo, ma lì si gioca la partita dei lobbisti).

Oggi sembra che si sia aperta una sfida epocale per il controllo delle valute digitali. Per chi – come il sottoscritto – punta il dito contro la perdita di sovranità monetaria (rubata da banchieri privati agli Stati nazionali), non è una sorpresa che la politica italiana non soltanto non parli di questo tema, ma neppure abbia ancora compreso che l'emissione di moneta è uno dei cardini della sovranità, irrinunciabile.

Eppure, già Thomas Jefferson (1743 - 1826) aveva scritto: "Se il monopolio della emissione di denaro dovesse cadere in mano ai banchieri privati, otterremmo un male persino peggiore dell'esistenza di eserciti in armi, ovvero la schiavizzazione della popolazione, che perderebbe ogni libertà di fatto". 

di Alfredo Tocchi, Il Giornale d'Italia, 15 agosto 2025