UniCredit, Orcel prende tempo su Banco BPM: "Condizioni da rivedere, altrimenti potremmo fare un passo indietro"
Nonostante l’ok UE, il golden power pesa sull’operazione; Orcel mantiene un profilo prudente: "Scenario difficile, agiamo per tutelare società e CdA, ma nulla è deciso"
In un’intervista rilasciata a la Repubblica, l’amministratore delegato di UniCredit Andrea Orcel ha lasciato intendere che le probabilità di portare a termine l’operazione si stanno assottigliando. Una posizione prudente, che non chiude del tutto le porte.
Pur avendo ottenuto il via libera della Direzione Generale Concorrenza della Commissione europea, l’operazione si è complicata per via delle condizioni imposte dal governo italiano attraverso il golden power. «Se non si riuscirà a risolvere, come sembra probabile, ci ritireremo», ha dichiarato Orcel. Il ricorso al TAR – ha spiegato – è un atto necessario a tutela della società e del suo consiglio di amministrazione, più che un segnale di battaglia aperta.
Il ruolo di Crédit Agricole
In caso di rinuncia da parte di UniCredit, il principale azionista di Banco Bpm resterebbe Crédit Agricole, che detiene già una partecipazione vicina al 20% e potrebbe considerare un ulteriore rafforzamento. Orcel ha osservato che, in questo scenario, spetterebbe al gruppo guidato da Piazza Meda garantire agli azionisti una remunerazione comparabile a quella ipotizzata in caso di integrazione.
Strategia prudente e focalizzazione sul valore
Il CEO di UniCredit ha rivendicato coerenza e disciplina nelle scelte strategiche. Ha sottolineato come, nella sua esperienza, molte operazioni di fusione siano state avviate nonostante non fossero sostenibili dal punto di vista del valore. A suo avviso, la decisione di non procedere con l’acquisizione di Mps fu corretta, come dimostrerebbe l’andamento in Borsa di entrambi i gruppi: Mps ha più che raddoppiato il proprio valore, UniCredit lo ha quintuplicato.
Ipotesi Commerzbank e posizione su Generali
Orcel ha affermato che l'operazione su Commerzbank è coerente con la strategia del gruppo. L’acquisizione, ha spiegato, permetterebbe di rafforzare la presenza nei mercati tedesco e austriaco, con clientela complementare a quella già servita da Unicredit.
Quanto alla partecipazione del 6,7% in Generali, il manager ha chiarito che si è trattato di un investimento finanziario e che la dismissione avverrà gradualmente. Ha però lasciato spazio a eventuali collaborazioni industriali con la compagnia assicurativa, indipendentemente dalla presenza azionaria.
Fonte: Milano Finanza