Borse in altalena dopo dazi Usa del 104% alla Cina, Pechino +0.2%, Nikkei -4.86%, Taiwan -5.8%, Wall Street chiude in rosso, -0.84% Dow Jones, -2.15% Nasdaq
Donald Trump ha imposto dazi alla Cina del 104%, facendo oscillare gli indici asiatici. In calo anche Wall Street. Il tycoon annuncia anche “nuovi dazi contro il settore farmaceutico”
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha imposto nuovi dazi alla Cina. Da oggi in vigore tariffe del 104%, come risultato del 20% imposto a marzo, 34% imposto a inizio aprile e 50% imposto oggi. Dopo la nuova stretta Usa, sono crollate alcune borse asiatiche, con Nikkei che fa registrare un significativo -4.86% e Taiex (Borsa Taiwanese) -5.8%, mentre sono in ripresa i titoli cinesi, con Pechino a +0.2%. Chiusura in rosso anche per Wall Steet: -0.84% per Dow Jones e -2.15% per Nasdaq. Il tycoon ha inoltre annunciato che presto entreranno in vigore nuove tariffe sul settore farmaceutico.
Trump impone dazi alla Cina del 104%, borse asiatiche oscillano, in rosso Wall Street
L’annuncio dell’amministrazione Trump di imporre dazi doganali fino al 104% sulle merci cinesi ha avuto immediate ripercussioni sui mercati finanziari asiatici. L’indice giapponese Nikkei ha registrato un tonfo del 4,86% subito dopo l’entrata in vigore dei nuovi dazi. Parallelamente, lo yen si è rafforzato dell’1,1% rispetto al dollaro statunitense, segno di un volgersi degli investitori verso beni rifugio. A Taiwan, il Taiex ha subito una perdita del 5,8% nel corso degli scambi pomeridiani.
Unica eccezione nel panorama asiatico è stata la Borsa di Shanghai, che ha chiuso con un marginale +0,2%, probabilmente sostenuta da interventi interni o misure di contenimento messe in atto da Pechino.
Anche Wall Street ha risentito del clima d’incertezza: il Dow Jones ha chiuso in ribasso dello 0,84%, mentre il Nasdaq ha perso il 2,15%, zavorrato soprattutto dai titoli del settore tecnologico, particolarmente esposto agli scambi con la Cina.
Il presidente Usa annuncia “nuovi dazi sul settore farmaceutico”
Nel mirino del presidente americano non c’è solo l’industria pesante. Dopo acciaio, automobili e tecnologia, ora l’offensiva protezionista si estende anche al settore farmaceutico.
“Annunceremo presto dazi pesanti sui prodotti farmaceutici importati. Gli Stati Uniti devono ricominciare a fabbricare le proprie medicine”, ha dichiarato Donald Trump durante la cena di gala del National Republican Congressional Committee, tenutasi al National Building Museum. Il suo tono, come di consueto, è stato diretto e privo di diplomazia, lasciando intravedere un chiaro intento: colpire l’industria europea e rilanciare la produzione statunitense anche nel settore della salute.
“Gli altri Paesi pagano molto meno per i farmaci, mentre noi ci facciamo fregare. Ma adesso le cose cambiano. Voglio che le pillole siano fatte in Ohio, non in Italia o in Germania”, ha incalzato il presidente, accolto dagli applausi convinti della platea repubblicana.