Dazi, crollo borse asiatiche in apertura, Nikkei -7,6%, Hong Kong -13,7%, Shanghai -7,3%, Trump: "Medicina per curarsi"

Male le borse asiatiche in apertura. Indici in ribasso per Tokyo, Hong Kong, Shanghai e Taiwan. Male anche Shenzhen, -11,7%, Alibaba, con il -9,8% e Tencent, -12,4%

Crollo delle borse asiatiche in apertura di giornata a causa dei dazi. Indici delle principali borse in forte ribasso: il Nikkei perde il 7,6%, Hong Kong l'13,7% e Shanghai il 7,3%. Male anche la borsa di Taiwan, -6,7%. C'è attesa per tutte le altre borse europee, che hanno affrontato una due giorni complicata lo scorso fine settimana dopo che Trump ha imposto dazi al 20% per l'Unione europea. Male anche Wall Street, anche se il tycoon sembra intenzionato a continuare così. 

Dazi, crollo borse asiatiche in apertura, Nikkei -7,6%, Hong Kong -13,7%, Shanghai -7,3%

Male le borse asiatiche in apertura. Indici in ribasso per Tokyo, Hong Kong, Shanghai e per la borsa di Taiwan. Male anche la borsa di Shenzhen, -11,7%, Alibaba, con il -9,8% e Tencent, -12,4%.

Come detto, il presidente americano non sembra intenzionato a tornare indietro: "Abbiamo un deficit commerciale di 1.000 miliardi di dollari con la Cina. Perdiamo centinaia di miliardi di dollari all'anno a causa della Cina e, a meno che non risolviamo questo problema, non concluderò alcun accordo. Sono disposto a concludere un accordo con la Cina, ma devono risolvere questo surplus. Abbiamo un enorme problema di deficit con la Cina... Voglio che venga risolto".

Il presidente ha anche dichiarato che i dazi sono come "una cura" e "a volte è necessario assumere farmaci per curarsi".

La Cina è il Paese più colpito dai dazi, con il 54% complessivo. Ai dazi americani, Pechino ha risposto con dei controdazi al 34%, ma adesso si valutano ulteriori misure a tutela dell'economia, come l'ipotesi di accelerare i piani di stimoli ai consumi. Nell'iniziativa sono stati coinvolti dirigenti e funzionari senior di enti governativi, compresi quelli delle autorità di regolamentazione finanziaria. Il portavoce del ministero degli Esteri: "Il mercato ha parlato. Adesso è il momento che gli Stati Uniti smettano di fare cose sbagliate e risolvano le divergenze con i partner commerciali attraverso consultazioni paritarie".