Poste e CDP verso il doppio CdA per scambio di azioni in Tim e Nexi; 9,8% del gruppo tlc a Del Fante,3,8% della società dei pagamenti a Scannapieco
Lo scambio tra Poste e CDP libererebbe capitali da TIM, garantendo comunque un presidio, e rafforzerebbe la posizione di CDP in Nexi per un’eventuale operazione con Worldline
Poste e CDP verso il doppio CdA per scambio di azioni in Tim e Nexi; 9,8% del gruppo tlc a Dal Fante, il 3,8% della società dei pagamenti a Scannapieco.
La doppia convocazione non sarebbe ancora arrivata, ma l’ipotesi emersa non è stata smentita dalle parti in causa. L’operazione potrebbe prendere corpo nel weekend, anche perché in settimana, insieme ai conti e al piano industriale di Tim, è stata anche conclusa l’operazione Sparkle, con il board del gruppo TLC che ha approvato l’offerta da 700 milioni di MEF e Retelit.
Scambio di posizioni tra Poste e CDP
Lo scambio di posizioni tra Poste e CDP avrebbe un duplice significato strategico. Per la Cassa guidata da Dario Scannapieco significherebbe liberare capitali importanti impegnati in una società meno strategica di prima, come Tim senza la rete, ma senza perdere un presidio cedendo la quota a Poste. Inoltre, la Cassa aumenterebbe il presidio diretto in Nexi (dove ha già il 14,5% del capitale) in ottica di un’eventuale operazione con la francese Wordline.
L'avvicinamento di Poste a Tim
Per Poste, invece, si tratterebbe di un primo passo di avvicinamento concreto a Tim. L’operazione sarebbe puramente finanziaria, in attesa del probabile accordo tra PosteMobile e Tim per l’utilizzo della rete a partire dal 2026. Eventuali ragionamenti su un possibile ampliamento delle alleanze con Poste o un’apertura del governo a operazioni da parte di Iliad verrebbero fatti solo in un secondo momento.
Le dichiarazioni di Labriola, CEO di Tim
Labriola non si è sbilanciato tra Iliad e Poste, dichiarando solo che "il consolidamento è fondamentale per il mercato TLC in Italia". Il CEO di Tim ha aggiunto di "dover studiare i dossier anche sotto i profili di Antitrust, anche se è evidente che con Iliad ci sarebbero più sinergie industriali, mentre con Poste potrebbero esserci più vantaggi commerciali".
Ma qualsiasi operazione che passi dal management di Tim dovrà essere fatta "pensando anche al meglio per il mercato". Labriola ha anche aperto di nuovo a Vivendi: "Le relazioni sono positive, auspico maggior dialogo anche sui numeri del gruppo".
Il piano finanziario di TIM
Per quanto riguarda il piano strategico della società TLC, è prevista una riduzione della leva finanziaria fino a 1,3 entro il 2027 (escludendo il miliardo del canone concessorio) e la distribuzione agli azionisti di circa 1,5 miliardi di euro nel triennio 2026-2028. I primi 350 milioni arriveranno nel 2026 grazie a Sparkle, mentre nel 2027 e 2028 si prevede di distribuire rispettivamente 500 e 600 milioni, attingendo al flusso di cassa generato.
"Le modalità di distribuzione saranno definite nel 2026" ha dichiarato l’amministratore delegato Pietro Labriola, sottolineando che inizialmente potrebbe essere privilegiato il buyback, per poi valutare l’eventuale pagamento di dividendi, mantenendo sempre un approccio market friendly.
Il diritto di trascinamento del dividendo privilegiato
Un nodo chiave riguarda il diritto di trascinamento del dividendo privilegiato per le azioni di risparmio. Considerando gli arretrati accumulati, prima di distribuire dividendi alle azioni ordinarie sarà necessario destinare circa 500 milioni a quelle di risparmio. Tuttavia, tale privilegio si attiva solo se la capogruppo (TIM S.p.A.) chiude l’anno in utile, e per il 2025 si prevede un risultato vicino alla parità.
Labriola ha inoltre anticipato che il Consiglio di Amministrazione valuterà la possibilità di proporre all’assemblea straordinaria, già nel maggio prossimo, l’approvazione di una riduzione del capitale sociale per ricostituire la riserva legale.