Cina, nel 2025 le e-car supereranno le auto a motore termico (12 mln vs 11) dopo limitazioni alla circolazione e divieto dei diesel

La Cina anticipa al 2025 il target del 50% di vendite elettriche fissato entro il 2035 dal governo cinese; Trump prepara nuovi dazi, Musk avverte: "Solo il protezionismo può arginare Pechino"

Nel 2025, le e-car in Cina supereranno per la prima volta le vendite delle vetture tradizionali superando i 12 milioni di unità contro gli 11 milioni delle auto a combustione, anche a causa delle limitazioni governative alla circolazione e ai divieti sui motori diesel. Al contrario, le vendite di auto tradizionali sono previste in calo del 10% con una contrazione di quasi il 30% rispetto al 2022. La rapida espansione del mercato ha permesso al Paese di raggiungere il 50% con un decennio di anticipo. La Cina è ormai il leader globale nel settore, mentre la Norvegia, con oltre il 90% delle nuove immatricolazioni già elettriche, continua a mantenere il primato in termini di quota di mercato.

Incentivi governativi e limiti alla circolazione

Questo sorpasso è dovuto però a incentivi governativi per l’acquisto di auto elettriche introdotti nel 2020, che hanno dato un forte impulso alla transizione. Città come Pechino e Shanghai hanno imposto restrizioni basate sul numero di targa e sull'anno di immatricolazione, limitando l'uso quotidiano di auto tradizionali. Inoltre, i veicoli diesel più vecchi e inquinanti sono vietati in molte zone urbane. Alcune città hanno creato aree simili alle Low Emission Zones europee, permettendo l'accesso solo a veicoli elettrici o ibridi e vietando progressivamente quelli a benzina o diesel non conformi agli standard moderni. Le autorità offrono vantaggi, come agevolazioni per il parcheggio e l'accesso illimitato a zone centrali, per chi utilizza veicoli a basse emissioni. Queste politiche hanno permesso alla Cina di accelerare il proprio percorso verso l’elettrificazione, avvicinandosi sempre di più agli obiettivi prefissati.

Saturazione del mercato domestico e la spinta all'export

Nonostante i successi ottenuti, il mercato cinese delle auto elettriche rischia di saturarsi. Gli impianti di produzione, inizialmente pensati per il mercato interno, potrebbero presto trovarsi a corto di acquirenti locali. Questo scenario spinge i produttori cinesi a cercare nuovi mercati, mirando a una massiccia espansione all’estero. L'Europa e gli Stati Uniti sono le principali destinazioni per le esportazioni cinesi, ma la strada potrebbe non essere facile.

Sfide globali: concorrenza e protezionismo

La crescente espansione delle auto elettriche cinesi sta suscitando preoccupazioni in Europa e negli Stati Uniti. Le industrie automobilistiche di Germania, Giappone e Stati Uniti, infatti, vedono la Cina come una minaccia diretta. In risposta, l'Unione Europea ha imposto dazi aggiuntivi fino al 35,3% sulle auto elettriche cinesi, accusando Pechino di praticare il dumping, vendendo i suoi veicoli a prezzi inferiori rispetto a quelli di mercato. A causa di questi dazi, l'Unione sta considerando la possibilità di un accordo sui prezzi per evitare una guerra commerciale con la Cina, proteggendo al contempo il proprio settore automotive.

La crescente tensione commerciale con gli Stati Uniti

Negli Stati Uniti, le tensioni commerciali con la Cina sono destinate ad aumentare. Il presidente eletto Donald Trump ha già annunciato nuovi dazi sulle importazioni cinesi, in un contesto di crescente pressione politica. Anche Elon Musk, CEO di Tesla, ha espresso preoccupazione, ammettendo che il protezionismo è probabilmente l’unica misura in grado di arginare il dominio cinese nel settore.

La sfida tra Tesla e BYD per la leadership mondiale

Nel contesto di questa crescente competizione, emergono due colossi: BYD, la rivale cinese di Tesla, ha recentemente conquistato la leadership globale nel settore dei veicoli elettrici, superando Tesla di Elon Musk. La battaglia tra le due aziende non si limita all’aspetto industriale ma coinvolge anche una dimensione politica, con Musk che potrebbe presto trovarsi a fronteggiare l’ascesa delle case automobilistiche cinesi, che puntano a dominare il mercato mondiale.