Stellantis, governo cede sull'automotive, Piano Italia con incentivi per €1,6 mld nel triennio 2025-27, dopo 1 mld del 2024, Urso: "Un successo"
Alcune forze politiche vedono nei finanziamenti pubblici una necessità per il rilancio del settore, altre sollevano preoccupazioni sull’opportunità di continuare a finanziare una multinazionale che non ha alcuna intenzione di "fare sistema" con l’Italia
ll governo italiano ha deciso di elargire un altro ingente aiuto a Stellantis: €1,6 miliardi di euro che si aggiunge al miliardo già stanziato nel 2024. Un investimento che dovrebbe aiutare a sostenere la transizione del settore automobilistico verso l'elettrico e preservare migliaia di posti di lavoro. Tuttavia, la notizia arriva in un contesto tutt’altro che favorevole per l’immagine del colosso automobilistico italo-francese. Stellantis, infatti, ha trasferito la propria sede legale in Olanda, un passo che non solo ha sollevato polemiche per l’allontanamento fiscale dal nostro paese, ma che getta anche un’ombra sulla generosità con cui lo Stato italiano continua a finanziare un’azienda che sembra più interessata a sfruttare i vantaggi fiscali olandesi che a reinvestire in Italia. Il trasferimento della sede legale a Rotterdam, nel cuore di uno dei più importanti paradisi fiscali europei, è un segnale inequivocabile che la multinazionale non vede più l'Italia come un centro di comando strategico.
Ingiustizia fiscale
L’idea che un colosso come Stellantis, che beneficia di fondi pubblici, non faccia ritorni tangibili in termini di investimenti sul suolo italiano, alimenta un senso di ingiustizia fiscale che comincia a diffondersi. Stellantis ha deciso di "sfruttare" il sistema fiscale olandese, che consente di ridurre le imposte sui profitti, allontanandosi dal paese che, purtroppo, sta ancora cercando di superare gli effetti devastanti della pandemia e di recuperare competitività.
Il braccio di ferro per il ritorno della sede in Italia
Non mancano le voci che chiedono una reazione forte da parte del governo. Sarebbe il momento, forse, di stabilire delle condizioni chiare per i finanziamenti pubblici: l’azienda può continuare a beneficiare degli aiuti, ma solo se si impegna a rispettare un piano di investimenti in Italia. Un vero e proprio "braccio di ferro" che potrebbe vedere il governo impegnato a mettere sotto pressione Stellantis per un ritorno della sede legale nel nostro paese. La sfida è ardua, ma non impossibile. Il governo italiano potrebbe anche decidere di legare l'accesso ai fondi a una serie di impegni concreti, come il potenziamento della produzione locale, l’ampliamento delle fabbriche italiane e la creazione di nuovi posti di lavoro nel settore automobilistico.
Il dibattito pubblico
Il dibattito non è solo politico, ma anche sociale. Da una parte, i sindacati denunciano il rischio di perdere altri posti di lavoro e chiedono a Stellantis di farsi carico della transizione industriale in Italia, sfruttando appieno il potenziale delle fabbriche nazionali. Dall'altra, il mondo politico è diviso. Mentre alcune forze politiche vedono nei finanziamenti pubblici una necessità per il rilancio del settore, altre sollevano preoccupazioni sull’opportunità di continuare a finanziare una multinazionale che non ha alcuna intenzione di "fare sistema" con l’Italia.