Manovra 2025, in pensione a 64 anni con l'integrativa, i fondi complementari e 20 anni di contributi

La soglia di contributi richiesti salirà dal primo gennaio, da 20 anni a 25 nel 2025 per poi lievitare ulteriormente a 30 anni di versamenti nel 2030

Approvato emendamento leghista alla manovra 2025 che prevede di andare in pensione a 64 anni con l'integrativa, i fondi complementari e 20 anni di contributi. Sarà possibile andare in pensione a 64 anni, cumulando gli importi del fondo complementare, ma solo se si hanno già 20 anni di contributi e se si è pienamente nel regime contributivo: la somma dei contributi previdenziali con l'aggiunta di quelli complementari vale ai fini del raggiungimento dell'importo richiesto per accedere alla pensione. La soglia di contributi richiesti salirà dal primo gennaio, da 20 anni a 25 nel 2025 per poi lievitare ulteriormente a 30 anni di versamenti nel 2030.

Manovra 2025, in pensione a 64 anni con l'integrativa, i fondi complementari e 20 anni di contributi

La manovra 2025 cambia. È stato approvato un emendamento che permette di andare in pensione a 64 anni con l'integrativa, i fondi complementari e 20 anni di contributi. "L’emendamento presentato dalla deputata della Lega Tiziana Nisini premia la flessibilità in uscita. Per la prima volta nella previdenza italiana si potranno cumulare la previdenza obbligatoria e quella complementare per raggiungere un assegno pensionistico pari a tre volte il minimo, riuscendo ad anticipare la pensione a 64 anni. Con il provvedimento si interviene in tema pensionistico affrontando concretamente il problema delle pensioni povere, destinate ad aumentare a fronte di un sistema contributivo che sarà più prevalente", ha spiegato il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon.

Tuttavia la norma dovrebbe comprendere una platea molto ristretta di lavoratori, visto che interessa lavoratori che sono nel pieno regime contributivo e quindi assunti successivamente al primo gennaio 1996, che quindi hanno al massimo 28 anni di contributi. Un effetto significativo potrebbe esserci dal 2030.

Cosa sono i fondi complementari

Da tempo oggetto di potenziamento da parte di governo e maggioranza, i fondi complementari rientrano tra gli strumenti di risparmio privati che i lavoratori possono attivare per integrare l’assegno obbligatorio del sistema pubblico, quindi dell’Inps. Di fatto, spostando una determinata cifra, come per esempio il Trattamento di fine rapporto (Tfr), si crea una rendita che al momento dell’uscita dal lavoro si aggiungerà all’importo percepito mensilmente come pensione