Messina (Intesa Sanpaolo), "Su BancoBpm decide il mercato, su Generali non c'è un tema di sicurezza nazionale non serve un 'cavaliere bianco', nè noi ne CDP"
Carlo Messina ha aperto i dibattiti affrontando temi centrali per l’economia europea, come il risiko bancario, l’Unione bancaria e il ruolo cruciale degli Eurobond
Si è tenuta nella sede di Intesa Sanpaolo l’ultima tappa del progetto "L’Alfabeto del futuro", organizzato dal gruppo GEDI. Carlo Messina, CEO e consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, ha aperto i dibattiti affrontando temi centrali per l’economia europea, come il risiko bancario, l’Unione bancaria e il ruolo cruciale degli Eurobond.
Messina, intervistato dal direttore de La Stampa, Andrea Malaguti, ha tracciato una visione per il futuro economico e geopolitico, analizzando le sfide e le opportunità per il 2025.
Il risiko bancario: UniCredit e Banco BPM
Sul recente lancio dell’offerta pubblica di scambio (OPS) di UniCredit su Banco BPM, Messina ha delineato le dinamiche in atto: "In Italia ormai è partito un percorso che porterà a integrazioni successive”, ha spiegato, evidenziando il ruolo strategico delle fusioni.
"In questi anni abbiamo integrato molte banche. Ho sempre dato atto che il ruolo dei sindacati bancari nel nostro Paese è un ruolo eccellente nella tutela delle persone e dell'occupazione. Abbiamo sempre trovato dei punti di incontro. Credo che sia molto importante il ruolo che può svolgere il sindacato, qualunque sia l'esisto di questa operazione o di altre che arriveranno". Precisando che eventuali mosse future dipenderanno dalla supervisione della BCE e dal consenso degli azionisti. Su Generali non c'è un tema di sicurezza nazionale. Messina esclude la possibilità di entrare in gioco in questa operazione, dato che “abbiamo una quota di mercato talmente elevata che non possiamo fare nessuna operazione in Italia” nessun cavaliere bianco.
Il significato strategico dell’operazione Commerzbank
Riflettendo sull’operazione UniCredit-Commerzbank, Messina ha paragonato l’acquisizione a quella di UBI Banca da parte di Intesa nel 2020: "Può portare all’istituto un abbattimento dei costi e benefici operativi, ma non è un’operazione cross-border come viene spesso descritta". Su Generali nessun cavaliere bianco
Eurobond: la chiave dell’integrazione europea
Per Messina, il vero strumento per costruire un’Europa forte è l’introduzione degli Eurobond: "Se vogliamo un’Unione solida, servono strumenti comuni per finanziare progetti europei in difesa, energia, infrastrutture e sociale". Ha definito “una fesseria” l’eccessiva enfasi sulla Capital Market Union, sottolineando che senza Eurobond si rischia di perdere tempo.
Le prospettive per fine 2024 e 2025
Guardando al futuro, Messina prevede un 2024 di crescita globale, seguito da un 2025 che darà continuità differenziandosi da Paese e Paese. "Servono strumenti unitari, senza Eurobond, l’Europa resta debole nelle negoziazioni globali", per competere con dazi e il dollaro.