Partite Iva, concordato preventivo biennale esteso a tutti: 2 anni senza verifiche a chi accetta l'accordo, ok dal Cdm
Svolta nel Rapporto tra Contribuenti e Fisco: Approvato il Concordato Biennale Preventivo per Autonomi e Piccole Imprese
Il Consiglio dei ministri approva la versione definitiva del decreto legislativo che introduce il concordato preventivo biennale tra il Fisco, gli autonomi e le piccole imprese. La decisione rappresenta una pietra miliare nell'ambito delle riforme fiscali in corso e genera importanti implicazioni per le categorie coinvolte: il Concordato Biennale Preventivo che permetterà, per chi lo accetta, di non ricevere accertamenti per un biennio. Un accordo che ridefinisce i rapporti tra le Partite Iva e il Fisco, il cui testo definitivo, curato dal viceministro dell'Economia Maurizio Leo, è stato al centro del dibattito odierno in Consiglio dei ministri.
Partite Iva, concordato preventivo biennale esteso a tutti: 2 anni senza verifiche a chi accetta l'accordo
Tra le novità più rilevanti, spicca l'estensione del patto con il Fisco a tutte le Partite Iva, coinvolgendo 2,5 milioni già nel regime Isa, gli indici sintetici di affidabilità fiscale, e 1,7 milioni nel regime forfettario con aliquota fissa al 15%. Nel nuovo testo, risulta eliminata la clausola che richiedeva un voto minimo nelle pagelle fiscali per aderire al concordato, pur mantenendo il requisito di non avere debiti tributari non pagati superiori a cinque mila euro.
Bocciate le richieste di modifica avanzate dalle Commissioni parlamentari, affinché la determinazione del reddito proposto dall’Agenzia delle entrate alle imprese e alle Partite Iva non fosse superiore di oltre il 10 per cento di quanto dichiarato nell’anno precedente. L'approccio invece prevede un calcolo del reddito attraverso l'incrocio delle banche dati e l'utilizzo degli algoritmi dell'Agenzia delle Entrate.
Accertamento tributario e dialogo preventivo
Un focus importante è dedicato all'accertamento tributario in generale, finalizzato a promuovere un dialogo preventivo tra l'amministrazione e il contribuente. Prima di emettere un accertamento, l'Agenzia delle Entrate dovrà confrontarsi con il contribuente, offrendogli la possibilità di aderire e dialogare immediatamente. In caso di adesione, le sanzioni saranno dimezzate.
Il decreto introduce un maggiore ricorso alla tecnologia per contrastare l'evasione fiscale, con nuove norme per l'analisi preventiva dei comportamenti a rischio. In particolare, si fa riferimento all'utilizzo dell'intelligenza artificiale per individuare preventivamente possibili evasioni, nel rispetto delle norme sulla privacy.
Nonostante lo scudo fornito dal concordato, l'adempimento fiscale rimane un obbligo, con l'Iva esclusa dagli accordi e la possibilità di accertamenti automatici. Inoltre, se celato oltre il 30% delle entrate da parte del contribuente, il concordato decade. Allo stesso modo, se gli affari registrano un crollo del 60% del fatturato, il contribuente può rescindere il patto.
Dopo l'approvazione di questo decreto, il viceministro ha annunciato che nel mese di febbraio saranno presentati altri due schemi di decreti legislativi sulle sanzioni e sulla riscossione, confermando l'impegno del governo verso una riforma fiscale completa e attenta alle esigenze dei contribuenti.