Meloni contro Agnelli-Elkann: "Su privatizzazioni accuse da chi diede Fiat ai francesi", dopo titolo "Italia in vendita"

La premier ha risposto alle accuse del quotidiano "La Repubblica", edito dalla famiglia Agnelli-Elkann, a seguito di un articolo riguardante le privatizzazione di alcune aziende statali

Giorgia Meloni ha risposto alle accuse di Repubblica, giornale edito dalla famiglia Agnelli-Elkann, in merito al discorso delle privatizzazioni di alcune aziende statali dopo il titolo "L’Italia in vendita" pubblicato tre giorni fa. Meloni ha criticato l'accusa, sostenendo che proviene da una posizione non adatta, considerando la proprietà del giornale, i suoi azionisti e i piani industriali, e non si allinea esattamente a un profilo patriottico.

"Mi ha fatto un po’ sorridere l’accusa arrivata da Repubblica, con una prima pagina sull’Italia “in vendita”. Che quest’accusa venga dal giornale di proprietà di quelli che hanno preso la Fiat e l’hanno ceduta ai francesi", ha detto Giorgia Meloni a Quarta Repubblica "hanno trasferito all’estero sede legale e sede fiscale, hanno messo in vendita i siti delle nostre storiche aziende italiane… Non so se il titolo fosse un’autobiografia però, francamente, lezioni di tutela di italianità da questi pulpiti, anche no", era stata l’accusa del presidente del Consiglio, con ovvio riferimento alla famiglia Agnelli ed Elkann che controlla la proprietà editoriale del quotidiano fondato da Scalfaro.

Meloni contro Elkann: "Meloni contro Elkann: "Su privatizzazioni accuse da chi diede Fiat ai francesi"

La Repubblica del 20 gennaio, aveva infatti aperto con il titolo "L’Italia in vendita" e nel catenaccio: "Il governo punta a fare cassa vendendo quote delle aziende di Stato: Eni, Poste, Mps, Ferrovie. Obiettivo 20 miliardi. Il piano di privatizzazioni per far fronte a calo del Pil e tagli delle tasse. Giorgetti a Davos: investitori molto interessati". 

Il titolo in questione faceva quindi riferimento a diverse operazioni di alcune quote di aziende statali come Eni, Poste Italiane, Banca Montepaschi di Siena e Ferrovie dello Stato, con l'obiettivo di racimolare 20 miliardi di euro per combattere il calo del Pil e far fronte ai tagli delle tasse. Nei piani di Meloni ci sarebbero le cessioni di piccole quota statali, attraverso una privatizzazione soft che non influenzerebbe il controllo dei piani industriali dei colossi dello Stato.

L'accusa di Meloni, "Fiat in mano ai francesi, non accetto lezioni di italianità"

Meloni ha scagliato una freccia molto pungente ai direttivi di Fiat (gli stessi che controllano il gruppo GEDI di cui fa parte Repubblica). Il marchio Fiat è infatti di proprietà di Stellantis, holding multinazionale con sede ad Amsterdam. Ma come si è arrivati a questo punto?

La crisi dell'automotive nel periodo del Covid e l'imposizione degli obblighi europei con la scadenza del 2035 per l'abbandono dei motori termici avevano infatti rappresentato un colpo significativo per i vertici di FCA, suscitando nuovi dibattiti e molte incertezze. La Fiat, pur attendendo fino a quando possibile, si è inevitabilmente trovata costretta ad adeguarsi alle circostanze economiche e alla rivoluzione green. A questo punto , nel 2021, la Fiat ha optato per una fusione con i francesi di PSA: più che una relazione alla pari, si è trattata di un'incorporazione da parte dei francesi, che ora hanno il numero più alto di consiglieri nel nuovo cda, l'ad, il portoghese Carlos Tavares, che proviene da PSA e la modalità di produzione prescelta per i veicoli del segmento B, che è quella scelta da PSA.

L'accusa di Meloni: perché Fiat è "francese"

L'unione della italo-americana FCA (Fiat Chrysler Automobiles) e della francese PSA (Peugeot Société Anonyme) ha dato vita quindi al potente Gruppo Stellantis, una holding multinazionale con sede nei Paesi Bassi. Quest'ultima si è posizionato come il quarto costruttore automobilistico al mondo, con oltre 8 milioni di auto vendute, seguendo Toyota, Volkswagen e l'alleanza Renault-Nissan-Mitsubishi. Il nuovo gruppo vanta un fatturato di 180 miliardi di euro e oltre 400.000 dipendenti.

All'interno del Gruppo Stellantis figurano marchi come Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Citroen, Dodge, DS, Fiat, Jeep, Lancia, Maserati, Opel, Peugeot e RAM. Nel 2011, Olivier Francois è stato nominato CMO del Gruppo FCA e responsabile del brand FIAT. Da allora, come chief marketing officer, François ha diviso il suo tempo tra Auburn Hills e la sede torinese. Con la fusione tra FCA e PSA, è diventato una figura chiave nelle strategie del Gruppo Stellantis. Naturalmente, la famiglia Agnelli, rappresentata da John Elkann, continua a giocare un ruolo di primo piano, ma ora Fiat non può più decisamente considerarsi "italiana".