Kering brusca frenata nel terzo trimestre con ricavi giù del 13%, un chiaro segnale del rallentamento nel settore lusso

Calano a doppia cifra Gucci, Saint Laurent e Bottega Veneta mentre si salva Brioni

Momento di riflessione nel mondo del lusso con risultati contrastanti tra le varie maison, ma comunque è in atto un diffuso rallentamento. Terzo trimestre in deciso calo per Kering. Il gruppo francese ha chiuso il periodo con una flessione dei ricavi pari al 9% su base comparabile (-6% le previsioni degli analisti) e del 13% a cambi correnti, raggiungendo quota 4,5 miliardi di euro. Le vendite retail (pari al 78% del totale, incluso l’e-commerce) sono arretrate del 6%, mentre quelle wholesale (22% del totale) hanno subito un crollo del 20%. Nei primi nove mesi dell'anno, il fatturato si mantiene abbastanza stabile (-3% a tassi correnti) a 14,6 miliardi di euro. «Al di là delle difficili condizioni macroeconomiche e dell'indebolimento della domanda nel settore del lusso – ha commentato il presidente e ceo François-Henri Pinault - il cambiamento nel terzo trimestre riflette l'impatto delle nostre decisioni di elevare ulteriormente i nostri marchi e la loro distribuzione». Certo, sulle performance negative del trimestre (chiuso a fine settembre) ha influito l'attuale scenario geopolitico, ma forse a impattare sulla domanda è anche un cambio di prospettiva della clientela del lusso, sempre più elitaria e ristretta. A pesare sui conti trimestrali sono state le performance negative dei brand di punta del colosso d’Oltralpe, in primis Gucci, che rappresenta oltre la metà delle entrate annuali di Kering: il brand ha inaugurato la nuova era sotto l’egida creativa di Sabato De Sarno con vendite in calo del 14% (-7% su base comparabile) a quota 2,2 miliardi di euro, nonostante il consenso ottenuto dal cluster borse e valigeria. A fare peggio della griffe della doppia G è stato Yves Saint Laurent, nelle ultime stagioni protagonista di risultati record, che invece ha fatto un balzo indietro del 16%, fermandosi a 768 milioni di euro di ricavi, con vendite del wholesale giù del 38%. L’andamento negativo non ha risparmiato Bottega Veneta, nonostante i feedback positivi ottenuti con l’ultima sfilata: i ricavi hanno perso il 13%, scivolando a 381 milioni. Le altre maison del gruppo hanno messo a segno ricavi pari a 805 milioni di euro nel terzo quarter, in flessione del 19% (-15% su base comparabile). In chiaroscuro la performance di Balenciaga: eccellente in Asia-Pacific e Giappone, debole nei mercati occidentali. In frenata Alexander McQueen. Si distingue Brioni con vendite in crescita, grazie al mix riuscito di abbigliamento sartoriale e per il tempo libero. Tutt’altra storia la divisione gioielleria, che continua la sua corsa con i marchi Boucheron, Pomellato e Qeelin.