Tassazione extraprofitti banche, Ue contro Spagna e Italia e di conseguenza prona verso i potenti

L'Unione Europea con ciò rivela una volta di più la propria essenza e il proprio posizionamento nel diagramma dei rapporti di forza, manifestandosi come una forza totalmente a beneficio dei gruppi dominanti e del sistema bancario e, per converso, contro i lavoratori e i ceti medi

Come prevedibile, all'Unione Europea non è piaciuta affatto la scelta del governo spagnolo di tassare le banche. Si tratta di una decisione presa qualche tempo addietro, allorché Sanchez, usualmente molto allineato al verbo unico della globalizzazione neoliberale, scelse di trasgredirlo e di optare per una misura drastica, la tassazione a nocumento delle banche. Per una volta tanto non venivano tassati i ceti medi e le classi lavoratrici ma direttamente le banche, ossia gli enti che più beneficiano della globalizzazione turbocapitalistica e che, pur producendo continuamente danni, non ne subiscono mai gli effetti. Ebbene, adesso l'Unione Europea fa sapere di non apprezzare affatto quella scelta e con ciò rivela una volta di più la propria essenza e il proprio posizionamento nel diagramma dei rapporti di forza, manifestandosi come una forza totalmente a beneficio dei gruppi dominanti e del sistema bancario e, per converso, contro i lavoratori e i ceti medi. Come più volte abbiamo evidenziato, l'Unione Europea è un progetto di classe di riorganizzazione del capitalismo nel vecchio continente nell'epoca post1989. I giornali italiani, tra cui "il foglio", segnalano che quello della Unione Europea potrebbe essere anche un avvertimento all’Italia, il cui governo nei giorni scorsi ha scelto di tassare gli extraprofitti delle banche. A quanto pare anche i giornali sono dalla parte dell'Unione Europea e delle banche, ma anche questa non è poi una novità.

Di Diego Fusaro.