Censis-Assogestioni: bolla del risparmio cash si sgonfia con l'inflazione, educazione finanziaria resta scarsa
Presentato, nell'ultima giornata del Salone del Risparmio, il quarto rapporto Censis-Assogestioni dal titolo 'I risparmiatori oltre la crisi'. I dati tra la liquidità delle famiglie che scende, e la scarsa educazione finanziaria
In concomitanza con l'ultima giornata del Salone del Risparmio 2023, sono stati resi noti i dati relativi al quarto rapporto Censis-Assogestioni dal titolo 'I risparmiatori oltre la crisi'. Da cui è emerso che nel nostro Paese, a causa dell'inflazione elevata, la cosiddetta bolla del risparmio cash ha iniziato a sgonfiarsi. Dato che è scesa sia la liquidità nel portafoglio delle attività delle famiglie italiane, sia il valore dei depositi sui conti correnti bancari.
Quarto rapporto Censis-Assogestioni, in calo liquidità di portafoglio e depositi sui conti correnti
Precisamente, nel 2022 anno su anno in Italia per il contante, nel portafoglio delle attività finanziarie delle famiglie, c'è stata una diminuzione in termini reali pari all'1,6%. Così come nel mese di marzo del 2023, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, sui conti correnti bancari il valore dei depositi ha fatto registrare una discesa del 6,1%.
Cresce la tendenza delle famiglie italiane a ridurre la liquidità precedentemente accumulata
Questo calo si spiega non solo con la maggiore propensione a finanziare i consumi con i risparmi accumulati, ma anche ad una maggiore tendenza, da parte delle famiglie italiane, ad investire al fine di ridurre la liquidità accumulata proprio perché l'inflazione tende ad erodere il potere d'acquisto dei depositi infruttiferi. Al riguardo, infatti, è bene ricordare che in Italia l'inflazione nel 2022 si è attestata a +8,7%. Rispetto al +1,9% del 2021.
Per fare scelte di investimento adeguate, i livelli medi di educazione finanziaria restano scarsi
Nello stesso tempo, dal quarto rapporto Censis-Assogestioni emerge anche che da un lato è vero che il contante accumulato sta tendendo a ridursi, ma dall'altro i livelli medi dell'educazione finanziaria restano scarsi. Con il conseguente rischio che, per l'allocazione del risparmio e degli investimenti, si facciano poi delle scelte sbagliate. O comunque delle scelte che non in linea con le proprie esigenze e con i propri obiettivi di rendimento.