Bankitalia, debito pubblico italiano segna nuovo record a marzo 2023: 2.789,8 mld, +17,8 mld vs febbraio
Nuovo record per il debito pubblico italiano a marzo. Bankitalia ha infatti reso noto che, rispetto a febbraio, il debito pubblico italiano è aumentato di 17,8 miliardi di euro attestandosi a 2.789,8 miliardi
Nel mese di marzo del 2023 il debito pubblico italiano, rispetto al mese precedente, è aumentato di 17,8 miliardi di euro. Passando da 2.772 miliardi di euro a 2.789,8 miliardi di euro, e segnando così un nuovo livello record.
Bankitalia, a marzo 2023 netto aumento del debito per le amministrazioni centrali
Nel passaggio dal mese di febbraio al mese di marzo del 2023, Bankitalia ha rilevato per le amministrazioni centrali un aumento del debito pari a 18 miliardi di euro. Il debito degli enti di previdenza è rimasto invece sostanzialmente stabile, mentre per il debito delle Amministrazioni locali c'è stata una riduzione marginale pari all'incirca a 0,1 miliardi di euro. Stabile inoltre, a 7,7 anni, la vita media residua del debito italiano. Ovverosia il numero degli anni che mancano per la scadenza delle emissioni dei titoli di Stato in essere.
Debito pubblico italiano, 2.789,8 mld corrispondono a 47 mila e 405 euro a carico di ogni cittadino
In base ai calcoli che sono stati effettuati dall’UNC - Unione Nazionale Consumatori, 2.789,8 miliardi di euro di debito pubblico corrispondono, in rapporto alla popolazione, a 47 mila e 405 euro di debito virtualmente a carico di ogni cittadino italiano. Così come virtualmente a carico di ogni famiglia il debito pubblico italiano corrisponde a ben 106 mila e 446 euro sulle spalle di ogni nucleo familiare.
In più, sempre secondo l'UNC - Unione Nazionale Consumatori, la crescita del debito pubblico italiano in questa fase è preoccupante considerando l'aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE). Un aumento che può a sua volta incidere sul Tesoro nel rifinanziamento del debito pubblico attraverso una maggiore spesa per interessi sui titoli di Stato. Considerando anche il fatto che la pausa della BCE, in merito all'aumento dei tassi di interesse, non è ancora alle porte.