Superbonus, l’impatto sui conti pubblici: nel 2022 salgono deficit (+8%) e pressione fiscale (+43%)

Nel 2022 la cessione dei crediti fiscali dei bonus edilizi ha fatto lievitare il deficit e ha aumentato la pressione fiscale

È l’effetto del Superbonus sui conti pubblici. La cessione dei crediti fiscali dei bonus edilizi, a partire dalla misura in questione, fa lievitare il deficit nel 2022, ricalcolato sulla base delle nuove regole dell’Eurostat. Lo scorso anno, certifica l'Istat, l'indebitamento si è attestato all'8% del Pil, superando l'obiettivo del 5,6% indicato dal governo Meloni nella Nota di aggiornamento al Def rivista e integrata a novembre. E questo è avvenuto perché l'indebitamento, in miglioramento rispetto al 9% registrato nel 2021, è stato rivisto a seguito del cambiamento introdotto nel trattamento contabile dei crediti di imposta, che ha portato a una revisione peggiorativa nel rapporto deficit/Pil per gli anni 2020 e 2021 pari rispettivamente a -0,2 e -1,8 punti percentuali. La pressione fiscale è risultata pari al 43,5%, in aumento rispetto all'anno precedente per effetto della crescita delle entrate fiscali e contributive superiore rispetto a quella del Pil a prezzi correnti.

L’impatto del Superbonus dovrebbe essere limitato sul deficit del 2023

Si tratta comunque di un livello di deficit ben superiore a quello che sarebbe stato generato da una crescita del Pil certificata oggi dall'Istat al 3,7%, una “crescita decisa” ma inferiore rispetto a quella del 2021 e più bassa rispetto al 3,9% delle stime preliminari. Alla luce delle nuove regole Eurostat e dei rilievi introdotti con la pubblicazione del Manuale sul disavanzo e sul debito pubblico, secondo il nuovo sistema dei conti nazionali, e a seguito dell'esito degli approfondimenti metodologici condotti congiuntamente da Istat e Eurostat, spiega l'istituto di statistica, è mutato il trattamento contabile del Superbonus 110% e del cosiddetto Bonus facciate a partire dall'anno di stima 2020. Entrambe le agevolazioni erano state classificate come crediti di imposta di tipo non pagabili. Ed erano quindi registrate come minor gettito nell'anno di utilizzo del credito (quindi, come minore entrata tributaria). Ma se il superbonus ha avuto un impatto importante sui conti del 2022, da una prima analisi condotta dai tecnici del Tesoro, questo impatto dovrebbe invece essere limitato sul deficit del 2023, stimato al 4,5% dal governo.

Speziani Testa (Confedilizia): “La maggiore urgenza è lo sblocco dei crediti incagliati”

Intanto continua a far discutere la scelta del governo sui bonus edilizi (“se lasciassimo il superbonus così com’è, non avremmo i soldi per fare la finanziaria”, ha sottolineato il premier Giorgia Meloni) che ha mandato in subbuglio il mondo delle imprese creando anche significative fibrillazioni nella maggioranza di centrodestra. La commissione bilancio della Camera ha deliberato un’indagine conoscitiva sulle ricadute per crescita economica e finanze pubbliche del Superbonus e altri incentivi per l’edilizia. Nella giornata di ieri, martedì 28 febbraio, sono proseguite le audizioni parlamentari dei rappresentanti dei settori coinvolti dallo stop alla cessione dei crediti fiscali. "La maggiore urgenza è lo sblocco dei crediti incagliati, sappiamo che il governo sta lavorando su questi temi. Questo è necessario per salvare non solo le imprese ed i professionisti ma anche i proprietetari di case ed immobili in grandi difficoltà che si sono affidati allo Stato ed hanno rispettato delle leggi”, ha detto il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa. “La prima proposta è di spostare avanti, ad esempio al 30 aprile, l’inizio del divieto di sconto in fattura e di cessione dei crediti per consentire di usarli a chi ha sostenuto spese ed iniziato gli interventi”.