Economia, Finanza

FTSEMib positivo (+1,9%) nell'ottava dei maxi rialzi sui tassi. In luce Unicredit, Tim e Amplifon

FTSEMib positivo (+1,9%) nell'ottava dei maxi rialzi sui tassi, con luce alcuni titoli come Unicredit, Tim e Amplifon. Si è chiusa senza sconti l'ennesima tornata sui tassi di interesse da parte della FED, della BCE e della Bank of England. La BCE ha innalzato di 50 punti al 3% il livello base del costo del denaro e la BOE al 4%. Mercoledì un altro ritocco da un quarto di punto, annunciato dal Presidente FED Jerome Powell. Che ha usato però un tono più morbido del solito. Anche la BOE ha usato parole più concilianti del passato. La presidente BCE Christine Lagarde ha anticipato che a marzo arriverà un altro ‘cazzotto’ da mezzo punto. Salvo poi compiacersi sulla resilienza economica che pervade l’ Eurozona. Ha ribadito che la BCE vuole completare il percorso restrittivo e poi fermarsi per un po’ ad osservare se l’inflazione scenderà ai livelli desiderati.

Quelli che il gioco si fa duro, cominciano a investire

Tutti questi mezzi sorrisi hanno illuso molti sulla possibilità che si avveri la desiderata pausa nei rialzi. I ritocchi appena attuati potrebbero dunque essere gli ultimi, se nei prossimi mesi proseguiranno i segnali di attenuazione dell’inflazione? Ebbene, ci hanno creduto subito gli investitori ottimisti, senza dare troppo peso alle parole scritte e quelle solo dette. I fiduciosi ritengono che lo stop ai rialzi da parte della BCE potrebbe arrivare già fra un mese, quando saremo arrivati a pagare un interesse del 3,5%. Le mosse anticipatorie degli ottimisti sui vari mercati hanno scatenato il finimondo, generato un calo impressionante dei rendimenti sui bond europei. Si va dai 20 punti base del bond tedesco a 2 anni, 25 punti sul bond a 5 anni e 26 sul decennale. Da noi il ribasso è stato di 40 punti sul BTP a 5 anni e 43 sul BPT a 10 anni.

Ma i pessimisti non sono rimasti a guardare: e tuonano a gran voce c’è qualcosa che non torna. Il denaro non ci costa meno da questa settimana. Bensì più caro. Perchè così tanti non se ne preoccupano? Bastano davvero un mezzo sorriso, una strizzata d’occhio, senza nessuna dichiarazione ufficiale, perché sia opportuno correre a scommettere a capofitto sul prossimo stop alla corsa dei tassi? La verità è che nessuno sa come andrà a finire.

Un tranquillo week end di euforia da Francoforte a Wall Street

FTSEMib positivo (+1,9%) nell'ottava dei maxi rialzi sui tassi. Speriamo che l’euforia scatenatasi sull’Eurostoxx 50 (che ha superato la resistenza 4.197 punti e sta puntando verso i massimi 2022 (a 4396) sia ben motivata. Per non parlare di quello che è successo a Francoforte: il Dax ha guadagnato il 2,2% in cinque sedute e il CAC francese ha eguagliato il rally di Milano. Dove l’indice FTSE Mib ha superato il 3 febbraio l'atteso tetto 27.000, anche se poi ha terminato a 26.649. Piazza Affari ha festeggiato nelle ultime sedute il rally di Unicredit (+13,4%), Tim (+11,6%) a cui si aggiunge Amplifon (+8,2%). Mentre hanno perso terreno Eni (-3,1%) ma soprattutto Tenaris (-7,3%) e Cnh (-8%) che ha annunciato il delisting.

Ma vediamo ora cosa è successo a Wall Street. Si è verificato un subitaneo rialzo dei titoli compresi nell’ SP500 (+1,47%) e un rally col botto sul listino Nasdaq100 (+3,56), trainato dalla performance di Meta Platform, schizzata in rialzo del +23% dopo l’ottima trimestrale. Chi ha investito i risparmi su un Etf che replica l’andamento dell’SP500, comincia a respirare. L’indice ha recuperato metà dello scivolone che ha segnato il 2022, con minimo al 13 ottobre scorso. La risalita della china deve superare quota 4.200 punti e poi si potrà proseguire più agevolmente verso 4.325.

Focus sui numeri dell'inflazione

Il partito dei pessimisti sostiene però che è presto per fidarsi ed esultare. Che è meglio coprirsi le spalle, diversificare gli investimenti con qualche carta sicura nell'immobiliare o sulle materie prime per non ritrovarsi senza ombrello in caso di temporale. Vediamo perché. A gennaio il tasso di inflazione a livello europeo è sceso dal 9,2% all’8,5%, a seguito di un aumento più contenuto dei prezzi dell’energia. Però l’inflazione di base (senza energia e senza prodotti alimentari) è rimasta ferma al 5,25%. Questo vuol dire che sono diventati più costosi molti altri prodotti. E per qualcuno non c’è fine al peggio: in Spagna l’inflazione è salita in un mese dal 4,8% al 5,8%.

A causa dei prezzi alti, la situazione si fa difficile per tante piccole imprese di casa nostra, comprese quelle del settore agroalimentare. Per il quale bisogna fare squadra, non si stanca mai di ripeterlo il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio. E ha ragione. Attenzione alla calata dei ‘falchi’, in questi giorni, con in tasca la liquidità pronta: se Bill Gates compra terra ovunque, le famiglie blasonate di Dubai sono a caccia di produttori di conserve, gelato e cioccolato.

Chi ha vinto la scommessa sui dividendi

In conclusione, a poter festeggiare davvero, sono soltanto in pochi. Quelli che hanno scommesso su una parte delle 200 aziende che hanno presentato i risultati in Usa.  Il 70% ha superato l’esame degli analisti. Ma altre, anche tra le big, stanno tremando. Apple, Amazon e Alphabet hanno già deluso a proposito di previsioni sugli utili e la mela multicolore ha deluso pure sulle previsioni di ricavo. General Motors passa l’esame ma il 2023 sarà più debole del 2022. Anche McDonald’s ha chiuso il 2022 superando le stime del mercato, ma si prepara a diminuire i margini quest’anno.

Forse era meglio dare un’occhiata a cosa offrivano alcuni colossi di qua dall’oceano. Ora che si fanno i conti, scopriamo che Ubs ha superato le aspettative del mercato, aumentai i dividendi e si prepara a riacquistare azioni proprie per 5 miliardi di dollari entro Natale. Anche Novartis ha superato le aspettative del mercato e ritocca al rialzo i dividendi. Stessa mossa per Roche, che festeggia la sua performance per la 36° volta consecutiva.