Generali, nei 6 anni dell'era Donnet risultato operativo a € 6 mld (+25% dal 2015). Il Group CEO al GdI: “Frutto dell’impegno di tutti i manager, dipendenti e agenti”
Philippe Donnet a Il Giornale d’Italia: “Questo percorso di trasformazione, riconosciuto dal mercato, è il risultato del lavoro e dell’impegno dei manager, e di tutti i dipendenti e agenti delle Generali". I numeri del Group CEO: risultato operativo a € 6 miliardi (4,8 miliardi nel 2015), utile netto € 2,8 miliardi (€ 2 miliardi nel 2015)
Sono trascorsi quasi sei anni e due piani industriali da quando, il 17 marzo 2016, Philippe Donnet è stato nominato Group Ceo di Assicurazioni Generali. Da allora il Gruppo si è trasformato profondamente ed è oggi la compagnia leader in Europa e un asset manager integrato, con una consolidata presenza nei mercati a elevata crescita. Questo cambiamento è avvenuto grazie all’efficace implementazione di due piani industriali (2016-2018 e 2019-2021) e alla ridefinizione sia del perimetro del business sia della presenza geografica. Il 2022 è il primo anno del terzo piano industriale, Lifetime Partner 24: Driving Growth, lanciato dal Group Ceo, fondato sulla crescita sostenibile, sul miglioramento del profilo degli utili e sull’innovazione.
Donnet a Il Giornale d'Italia: "Risultati importanti frutto del lavoro e l'impegno dei managers e di tutti i dipendenti e agenti delle Generali"
Philippe Donnet, raggiunto da Il Giornale d'Italia ha così commentato: “Questo percorso di trasformazione, riconosciuto dal mercato, è il risultato del lavoro e dell’impegno dei managers, e di tutti i dipendenti e agenti delle Generali". Il CEO in questi sei anni ha infatti lavorato per il consolidamento del team e delle persone del Gruppo, che, come sottolinea a questo giornale, hanno permesso di raggiungere i risultati attuali.
Crescita e la diversificazione del business: risultato operativo a € 6 miliardi (4,8 miliardi nel 2015), utile netto € 2,8 miliardi (€ 2 miliardi nel 2015)
In particolare dal 2015 a oggi è aumentata costantemente la diversificazione delle fonti di utili, in particolare grazie al ribilanciamento del business, che nel 2021 vede la composizione dei premi lordi suddivisa tra il 68% dei premi Vita e il 32% dei premi Danni, rispetto a una proporzione, rispettivamente, del 72% e del 28% nel 2015. Il risultato operativo ha raggiunto € 6 miliardi (4,8 miliardi nel 2015), l’utile netto € 2,8 miliardi (€ 2 miliardi nel 2015). Il Solvency Ratio, l’indice che misura la solidità patrimoniale, è al 233% (al 202% nel 2015). Inoltre, nel 2017 Generali ha lanciato una nuova strategia nell’asset management, sviluppando una business unit dedicata, che oggi rappresenta il 17,7% dell’utile di Gruppo. Le masse in gestione totali sono aumentate del 42%, da € 500 miliardi del 2015 a € 710 miliardi del 2021), quelle da terze parti sono pari a € 113 miliardi, (€ 27 miliardi nel 2018). Il numero clienti è oggi pari a 67 milioni, rispetto ai 55 milioni del 2016.
Infine, Generali ha attuato un’importante ottimizzazione finanziaria, grazie al rafforzamento patrimoniale, alla gestione della liquidità e alla riduzione del debito finanziario, che in sei anni è diminuito da € 11,8 miliardi nel 2016 a € 9,6 miliardi nel 2021. Questi risultati sono stati conseguiti in un periodo segnato da alcuni eventi di straordinaria criticità (referendum Brexit nel 2016, pandemia nel 2020 e 2021, l’invasione dell’Ucraina del 2022), che hanno avuto un forte impatto sull’andamento delle economie globali e sulle aspettative di risparmiatori e dei consumatori rispetto al futuro.
Generali, dall’OPA su Cattolica alla crescita internazionale
In sei anni il Group Ceo Philippe Donnet ha ridisegnato la presenza di Generali sui mercati internazionali basandosi su criteri di efficienza e redditività, uscendo dalle aree poco profittevoli e investendo in quelle ad alto potenziale, con lo specifico obiettivo di posizionarsi tra i leader locali. Dal 2016 al 2018 è stato realizzato un processo di turnaround industriale del Gruppo, basato sulla revisione delle garanzie Vita, una razionalizzazione del modello operativo e della presenza geografica e il lancio della strategia di asset management. Tra il 2019 e il 2021 sono stati investiti più di € 3 miliardi di capitale in capital redeployment (tra cui, operazioni di M&A) per la creazione di valore. Si ricorda, in particolare, l’acquisizione di Cattolica Assicurazioni, considerata tra le OPA di maggior successo sul mercato italiano negli ultimi anni.
Dividendi da € 0,72 nel 2015 a € 1,07 nel 2021
Dalla presentazione del piano strategico 2016-2018 (23/11/16), il valore del titolo è cresciuto del 59%, sovraperformando l'indice di settore di 38 p.p. Nel periodo, Generali ha garantito agli azionisti un Total Shareholder Return pari al 111%, al di sopra dei peer e sovraperformando l'indice di settore di 57 p.p. Nell’arco dei due piani strategici Generali ha distribuito oltre € 7 miliardi di dividendi. Il dividendo per azione è passato da € 0,72 nel 2015 a € 1,07 nel 2021. Inoltre, è in corso il programma di riacquisto di azioni proprie (buyback) – il primo in oltre 15 anni – per un esborso complessivo di € 500 milioni. Il buyback si inquadra nel piano strategico Lifetime Partner 24: Driving Growth in materia di politica di gestione del capitale ed è finalizzato a impiegare le risorse liquide in eccesso accumulate durante il triennio 2019-21 e non utilizzate per il capital redeployment e a fornire agli azionisti una remunerazione aggiuntiva alla distribuzione dei dividendi. Il buyback, iniziato il 3 agosto 2022, terminerà entro dicembre 2022.
Investimenti per € 1 miliardo in tecnologia e innovazione
Dal 2016 il Gruppo ha investito oltre € 1 miliardo in tecnologia e innovazione, soprattutto per supportare la digitalizzazione degli agenti e l’evoluzione del modello operativo, seguendo una strategia che ha mirato a generare innovazione internamente, anche attraverso il lancio dell’Innovation Fund che ha permesso di promuovere ed incentivare l’innovazione interna ed esterna, sia incrementale sia di frontiera, finanziando progetti e piattaforme proprietarie da un lato, e dall’altro siglando partnership con aziende e startup innovative.
Nel primo caso si ricordano in particolare lo sviluppo della piattaforma paneuropea di mobilità connessa di Generali Jeniot e l’introduzione di un ampio ventaglio di soluzioni digitali per la salute e l’assistenza sanitaria (tra cui l’innovativo programma di salute e benessere offerto da Generali Vitality e il servizio di consulenza medica Mobile Health di Generali Germania), nel secondo gli accordi con Google Cloud, Telepass, Cisco, Yolo, bolttech, Descartes Underwriting e Nuvap. Tutto ciò si è reso possibile anche grazie agli accordi di sourcing con vari incubatori e acceleratori di start-up, come quello con l’InsurTech Hub di Plug&Play. Inoltre, negli ultimi sei anni il Gruppo si è focalizzato sull’utilizzo dei Big Data per la profilazione della clientela, la gestione dei danni e la ideazione di nuovi prodotti assicurativi (ad esempio le polizze parametriche). Nel piano strategico “Lifetime Partner 24: Driving Growth” sono previsti € 1,1 miliardi di investimenti nella trasformazione digitale e tecnologica (2022-24) del Gruppo.
Sostenibilità, investimenti green per € 6 miliardi nel periodo 2019-2021
Dal momento della sua nomina, Philippe Donnet ha dato un forte impulso alla piena integrazione della sostenibilità in ogni attività del Gruppo. Oggi la sostenibilità è considerata l’originator dell’attuale ciclo strategico del Gruppo. Nel periodo 2019-2021 sono stati realizzati investimenti green pari a € 6 miliardi, superando l’obiettivo di € 4,5 miliardi. Inoltre nel 2021 è stato superato il target di crescita +7%-9% dei premi da prodotti a valenza sociale e ambientale, che ammontano a € 19,9 miliardi. Sempre nel 2021, è stata rinnovata la Climate Change Strategy di Gruppo.
Negli ultimi sei anni, inoltre, Generali: è stato il primo assicuratore europeo a collocare due green bond e un sustainability bond sul mercato dei capitali; è entrato stabilmente nel Dow Jones Sustainability World Index e nel Dow Jones Sustainability Europe Index; ha aderito a Net-Zero Asset Owner Alliance e a Net-Zero Insurance Alliance (di cui Generali è tra i fondatori);ha ricevuto di recente dal provider MSCI il rating ESG “AAA”, il più alto tra i peer per quanto riguarda le azioni di mitigazione del rischio climatico, gli investimenti responsabili e le best practice in ambito cybersecurity.