Economia, finanza
FTSE Mib volta pagina dopo il 2022, ‘annus terribilis’ con soli 9 titoli in positivo. Mentre a Oriente si cresce a tre e quattro cifre
FTSE Mib volta pagina dopo il 2022, ‘annus terribilis’ con soli 9 titoli in crescita mentre all’estero si cresce a tre e quattro cifre con performance superiori al 1600%. La Borsa di Milano riparte in positivo e sfonda l’attesa soglia dei 24 mila punti dopo Capodanno, vuole dimenticare il pessimo 2022. Colpa delle tensioni geopolitiche ancora in corso, spiegano vari analisti. Ma forse è mancato anche un po’ di coraggio in alcuni settori, come quello finanziario, dove le fusioni e le aggregazioni sarebbero state opportune e in qualche caso proprio urgenti. Si riparte, insomma, a tutta velocità dopo un ribasso annuale del 13,30% (a 23.706 punti), la peggiore performance dal 2018. Non ha fatto comunque meglio di noi l’Euro Stoxx 600, il benchmark delle azioni europee.
Solo 9 titoli con segno positivo
Tra i titoli che hanno chiuso l’anno in rialzo a Piazza Affari c’è Tenaris, una delle azioni che abbiamo già indicato di monitorare anche per il 2023. Il suo progresso pari al 76,55% è stato seguito a ruota da quello di un’altra nostra favorita per l’anno in corso, Leonardo. E da Banco Bpm, che ha messo a segno anch’essa una performance superiore al 25%. In ottima posizione c'è un’altra società già indicata nel nostro portafoglio top 2023, Eni, con un rialzo per quest'anno inferiore al 10%. Balzo significativo, visto il resto del listino anche per Bper Banca, Prysmian e Erg. Hanno chiuso appena sopra la parità Finecobank e Cnh Industrial.
Nel 2022 si è distinto lo sforzo di recupero credibilità di vari titoli del settore bancario, con in prima fila Unicredit, che nel secondo semestre ha scalato le perdite (+46,17%), indubbiamente. Ma poi sul filo di lana proprio non ce l’ha fatta. Ha chiuso a -2,15%, facendo però meglio dell’altro grande leone bancario, Intesa San Paolo, che ha terminato al 31 dicembre con segno meno a -8,7%. Deludenti invece le performance di Azimut, Banca Mediolanum e Banca Generali che hanno lasciato gli investitori con l’amaro in bocca e perdite significative in tasca. Il risultato negativo si aggira intorno al 10% per nomi blasonati, come Fineco e addirittura il 17% nel caso di Banca Generali. Cosa fare per il nostro portafoglio? Intanto non cedere alla tentazione di vendere i titoli finanziari, ma tenerli ben saldi al loro posto. Col rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce, già nel primo semestre si dovrebbe assistere a qualche recupero. Soprattutto sui titoli bancari, perché i margini e gli utili degli istituti di credito aumenteranno. Ed è certo che saranno decise nuove, anche se non facili aggregazioni.
Il gotha non ce la fa
FTSE Mib volta pagina dopo il 2022, ‘annus terribilis’ con soli 9 titoli in crescita mentre all’estero si cresce a tre e quattro cifre. I titoli che hanno deluso di più sono quelli appartenenti a comparti risultati superfortunati a livello globale nel 2022. Come quello energetico, che ha approfittato del rally di gas, petrolio e carbone. Oppure capofila nel settore sanitario e dei beni alimentari, che hanno mostrato una decisa resilienza. Segno rosso, insomma per molti titoli legati ai settori colpiti più incisivamente dal conflitto russo-ucraino. Per esempio Saipem (-75%). Il board però non ha saputo presentare un piano strategico convincente, si dice da molte parti. Lo stesso vale per Telecom, impegnata nella partita sulla rete unica, con scivoloni superiori al 50%. Sono allineate intorno al 20% invece le perdite di molte stelle del listino milanese come A2a, Diasorin, Campari, Enel, Hera, Moncler, Pirelli, Recordati, Poste Italiane. Per quanto riguarda i titoli tecnologici, sempre sofferenti di recente, abbiamo assistito alla sconfitta di Stmicroelectronics. Ma anche per questo settore è in vista una rimonta, magari però rimandata a dopo l’estate.
Profitti da sogno in Oriente
Per riflettere meglio sul futuro, diamo un’occhiata, senza mangiarci il fegato, ai titoli mondiali che hanno realizzato una performance senza pari rispetto a quelle del FTSE Mib. Per esempio Adaro Minerals Indonesia (+1600%), con una capitalizzazione di mercato pari a 4,5 miliardi di dollari. La società è stata premiata non solo del notevole rialzo di prezzo del carbone, ma anche per la sua dinamica strategia. Sta infatti diversificando con successo nel settore dell’alluminio e delle batterie per auto elettriche. Secondo alcuni osservatori questo titolo potrebbe salire ancora, oltre il 40% nel 2023. seguita da Turkish Airlines con un rialzo paril a ‘solo’ il 628%. Altre azioni molto interessanti da seguire sono la cinese Shanxi Coking Coal Energy Group e Whitehaven Coal ltd, un’australiana conosciuta da pochi con un rapporto prezzo utili che oscilla intorno al 2.