Prezzo del gas sceso a 85 euro al megawattora, il cap resta a 180 euro: +211% rispetto alle quotazioni attuali

Il prezzo del gas è sceso a 85 euro al MWh, mentre il tetto resta a 180: la discesa dei prezzi potrebbe non essere dovuta all'accordo raggiunto dal Consiglio Europeo dell'Energia

La discesa prezzi del gas naturale dal momento in cui si è riunito il Consiglio dell'Energia europeo è iniziata: se infatti venerdì scorso il prezzo era a 125 euro al MWh, per poi chiudere a 110 euro il giorno in cui è stato deciso il cap al gas naturale, adesso il prezzo continua un trend in discesa che porta l'eurozona ai livelli pre-guerra. Ieri lo scambio al Ttf di Amsterdam era a 91 euro, mentre oggi la discesa non si arresta e tocca il minimo di 84 euro di oggi. Il 23 gennaio 2022, il prezzo al Ttf di Amsterdam, aveva toccato già gli 87 euro al Mwh.

Prezzo del gas sceso a 84 euro al megawattora, il cap resta a 180 euro

Tuttavia, aldilà delle voci discordanti, appare improprio ricondurre la discesa dei prezzi all'accordo al tetto al prezzo del gas. Se per alcuni infatti la discesa dei prezzi potrebbe essere motivata dal fatto che il cap al gas è stato raggiunto, benché sia ancora troppo alto come sostenuto dalla Repubblica Ceca e dall'Italia che nel Consiglio europeo dell'energia aveva dichiarato di volere un cap non superiore a 160 euro. Ma l'altro elemento sarebbe rappresentato dal fatto che, nonostante le evidenti difficoltà europee che nel 2023 non potrà più contare sul gas russo, il vecchio continente rappresenta ancora un committente florido per tutti i fornitori dell'energia. In un certo senso dunque, il cap al gas a 180 euro appare dannoso.

La causa del trend in discesa potrebbe non essere il Cap al gas naturale al Ttf di Amsterdam

A confermare ciò è stato lo stesso vicepremier e ministro dell’Energia russo Aleksandr Novak, ha affermato che Mosca intende dirottare le sue forniture di gas dall’Europa verso altre aree del mondo, benché il mercato europeo resti "rilevante". Novak, che ha anche quantificato la riduzione della produzione petrolifera annunciata da Vladimir Putin in risposta al price cap europeo di 5-700mila barili giornalieri, ha quindi detto che la produzione di idrocarburi sarà dirottata verso i mercati dell’Asia-Pacifico, dell’Africa e dell’America Latina. Le forniture di gas russo all’Europa, e in particolare alla Germania, sono comunque già state ridotte in modo significativo in conseguenza della guerra.

Attualmente un megawatt/ora viene scambiato sul mercato di Amsterdam, riferimento per le compravendite europee, a 85 euro, il 7% in meno di ieri, portandosi appunto su valori antecedenti l’inizio delle ostilità. Il trend si conferma in discesa anche per le quotazioni relativamente alle previsioni di 15 giorni di clima relativamente mite sull’Europa a fronte di un livello di riempimento degli stoccaggi che resta su valori di sicurezza. Inoltre, al momento, abbonda l’offerta di GNL trasportato via nave negli hub europei. Proprio ieri il Tar ha dato il via libera alla costruzione del Golar Tundra di Piombino.