Nadef e scostamento di bilancio, via libera delle Camere. In arrivo anche novità sul fronte pensionistico: adeguamento delle pensioni pari al +7,3%
Il sì della Camera e del Senato nella serata di ieri. Sullo sforamento ha votato a favore anche un pezzo significativo dell’opposizione
A Palazzo Madama 111 sì, 71 no e 12 astenuti. Poi a Montecitorio 218 voti favorevoli, 129 contrari e 23 astenuti. Con questi numeri passa in entrambi i rami del Parlamento la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2022 (Nadef), già approvata dal Consiglio dei Ministri dello scorso 28 settembre. Essa, si legge sul sito del Mef, “si limita all’analisi delle tendenze in corso e alle previsioni per l’economia e la finanza pubblica italiane a legislazione vigente”.
Nadef e scostamento di bilancio, via libera delle Camere
Lo scenario che si prospetta è quello di una ripresa interrotta. “Dopo sei trimestri di crescita superiore alle aspettative”, prosegue la presentazione del documento sul sito del ministero, “(crescita) che nel secondo trimestre del 2022 ha portato il PIL a superare il livello medio del 2019, anno precedente alla crisi pandemica del COVID, le prospettive economiche appaiono ora meno favorevoli.” Motivi principali? Sono tre: aumento del prezzo dell’energia, improvviso rialzo dei tassi d’interesse, connesso all’aumento dell’inflazione, e situazione internazionale di estrema tensione.
Che cosa si è fatto fino ad ora, e come si continuerà a navigare fino alla fine dell’anno? C’è un riconoscimento dell’operato draghiano: “Gli interventi adottati dall’esecutivo nel corso dell’anno hanno consentito di sostenere l’economia del Paese”. Nello specifico si prevede che, proprio in virtù dei provvedimenti del governo uscente, “il livello tendenziale (cioè rispetto a quello dello scorso anno, ndr) del prodotto interno lordo (PIL) aumenti al 3,3%, dal 3,1% contenuto nello scenario programmatico del DEF in aprile, grazie alla crescita superiore al previsto del primo semestre e pur scontando una lieve flessione del PIL nella seconda metà dell’anno”. Ma ci sono buone notizie anche sul fronte del deficit, che ci si aspetta cali “dal 7,2% del 2021 al 5,1%, un livello inferiore al 5,6% programmatico definito nel DEF”, e del rapporto debito/Pil, “previsto in netto calo quest’anno, al 145,4% dal 150,3% del 2021, con un ulteriore sentiero di discesa negli anni a seguire fino ad arrivare al 139,3% nel 2025”. Nel 2023 la crescita tendenziale si ridimensiona “a causa dell’indebolimento del ciclo internazionale ed europeo”: e così dal 7,2% previsto dal Def in aprile si scende a un ben più misero 0,6.
Sì da entrambe le Camere anche allo scostamento di bilancio. Al Senato voti a favore 183, 5 astenuti e solo 4 contrari; alla Camera i si hanno prevalso sui no per 352 a 12. A Montecitorio Pd e M5S hanno votato no alla Nadef, ma poi hanno dato il loro sì allo scostamento, come ha fatto anche il Terzo Polo.
Capitolo pensioni: il ministro Giorgetti ha firmato il decreto che dispone, a partire dal’1 gennaio 2023, un adeguamento pari al +7,3% delle pensioni dei cittadini. Si tratta di un aumento calcolato, conformemente alla normativa in vigore, sulla base della variazione percentuale negli indici dei prezzi al consumo comunicati dall’Istat il 3 novembre 2022.
Di Gianluca Vivacqua