Bce, Lagarde: "Inflazione troppo alta, rischio recessione aumenta. Previsti altri rialzi tassi"
La presidente della Banca centrale europea: "La probabilità di una recessione è aumentata e l'incertezza rimane alta"
La Banca centrale europea continua ad alzare i tassi di interesse per combattere l'inflazione, anche se il rischio di una
recessione nell'Eurozona è aumentato. Lo afferma il presidente della Bce Christine Lagarde in un'intervista con l'agenzia di stampa lettone Delfi.
Bce, Lagarde: "Inflazione troppo alta, rischio recessione aumenta
"È vero che la probabilità di una recessione è aumentata e l'incertezza rimane alta", ha spiegato Christine Lagarde, presidente della Bce, rispondendo alla domanda se l'istituto di Francoforte non tema che aumentare i tassi troppo e troppo velocemente possa danneggiare le imprese e bloccare la crescita futura.
"In queste circostanze, tutti noi dobbiamo fare il nostro lavoro - ha osservato il numero uno della Bce - Una banca centrale deve concentrarsi sul proprio mandato. Il nostro mandato è la stabilità dei prezzi e dobbiamo realizzarlo utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione, scegliendo quelli più appropriati ed efficienti. In definitiva, tassi di inflazione persistentemente elevati sono più dannosi per la società perché rendono tutti più poveri. La stabilità dei prezzi è alla base di un'economia ben funzionante in cui tutti ne traggono beneficio".
Bce, perché aumentano i tassi di interesse
Lagarde ha spiegato che la banca centrale punta "a un tasso di interesse che consenta di raggiungere l'obiettivo di inflazione a medio termine del 2%. La meta è chiara - ha sottolineato - ma non siamo ancora arrivati. Avremo ulteriori aumenti dei tassi in futuro. Non vi darò un numero perché abbiamo rinunciato alla forward guidance nell'attuale contesto di grande incertezza. Decideremo il percorso futuro e il ritmo dei nostri aumenti dei tassi riunione per riunione".
Fabi: "Con rialzo tassi mutui scenario da subprime in Ue
"La crisi dei mutui subprime potrebbe riaccendersi in Europa: la cronaca finanziaria del 2008, infatti, insegna che, nel periodo storico in cui il rialzo dei tassi è stato più alto di sempre e ha preceduto la politica accomodante della Bce per i successivi 15 anni, i tassi hanno raggiunto soglie da capogiro”. È quanto rileva la Fabi in uno studio sugli effetti del rialzo dei tassi deciso dalla Bce.
“La mappa delle condizioni del credito nell’Eurozona potrebbe così dare qualche indicazione – e non previsione – per il futuro, anticipando l’allarme finanziario per tutti quei cittadini per i quali i rischi di usura e di povertà potrebbero sostituirsi a quei da sovra indebitamento. Se il contesto macroeconomico non fosse così difficile e non fosse ormai terminata un’epoca di politica monetaria favorevole, lo scenario futuro non sarebbe così preoccupante. Invece, l’accanimento della Bce nel rialzare i tassi, seppure per calmierare il fenomeno dell’inflazione, e l’inasprimento delle condizioni sui mutui - maggiore in Italia, rispetto agli altri paesi europei – corre il rischio di mettere a dura prova la sostenibilità finanziaria del debito delle famiglie perché il contesto futuro dei tassi non è da riscrivere” aggiunge lo studio della Fabi.